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Rec | Caccia
con giallo
Dalla Sicilia e dall'Ottocento viene "La stagione della
caccia", editore Sellerio (154 pagine, 15mila lire), autore Andrea
Camilleri, regista, sceneggiatore e docente di regia all'Accademia
nazionale di Arte drammatica. |
digamma | 26 aprile | CORRIERE DEL GIORNO DI PUGLIA E LUCANIA |
Rec |
La Sicilia incantata di
Camilleri
L'ultimo libro pubblicato con Sellerio, "La strage dimenticata" ("Una strage di stato a ridosso della rivoluzione siciliana del 1848") risale al 1984. Ora e' uscito nella colonna "Biblioteca siciliana di storia e letteratura", il terzo romanzo - dopo "Il corso delle cose" e' un "Filo di fumo" - di Andrea Camilleri: "La stagione della caccia". Potrebbe sembrare a prima vista, un giallo, dato il gran numero di morti ammazzati e la sottilissima trama ordita per amore dall' insospettabile farmacista, il "forastieri" Fofo' La Matina; e il supporto documentario verrebbe, per dichiarazione dello stesso autore, da un piccolo dettaglio contenuto nei due grossi volumi editi da Cappelli "Inchiesta sulle condizioni sociali ed economiche della Sicilia (1845-1876). Alla domanda di uno dei membri della commissione governativa se vi siano stati, di recente, fatti di sangue, il responsabile dell'ordine pubblico del paesino in cui si ambientera' la narrazione di Camilleri risponde : "No. Fatta eccezione di un farmacista che per amore ha ammazzato sette persone". |
Renato Civello | 26 aprile | IL SECOLO D'ITALIA |
Rec | «La stagione della caccia», storia siciliana di Andrea Camilleri Come un colpo di teatro Nomi e situazioni di questo delizioso librino, a detta del suo autore, «non hanno rapporto con persone realmente esistenti o con fatti realmente accaduti. Hanno invece rapporto tra me e la memoria della mia terra». Indizio numero uno di una cifra che emerge forte, fortissima fin nel singolare ordito lessicale scelto da Camilleri: come una vera e propria lingua letteraria, dolce, musicale, la sicilianità esplode piena nel linguaggio accorto e pigro, ritmato come avviene in quelle vecchie storie tramandate a voce per generazioni. E, indizio numero due, lo stesso racconto rivela di essere un piccolo monumento ironico ad una sicilianità prima sommessa, poi via via più evidente nell’intreccio dei rapporti familiari, nel chiaroscuro dei caratteri, nell’evocazione degli ambienti e dei luoghi. |
TITTI MARRONE | 28 aprile | IL MATTINO |
Last modified
Saturday, July, 16, 2011
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