RASSEGNA STAMPA
DICEMBRE 2004
WhipArt, 2.12.2002
Letteratura contemporanea – ultime uscite
Andrea Camilleri, “La pazienza del ragno”
Fedele al principio del titolo con soggetto e complemento di specificazione,
"La pazienza del ragno" è l'ottavo romanzo ad avere come protagonista
il famoso Commissario Montalbano. Che si arrivi a quota dieci per finire
in maniera completa la serie a lui dedicata resta un giallo che l'autore
vuole lasciare irrisolto ma l'essenziale resta, a parte le cifre, che questo
nuovo lavoro è riuscito ad esprimere nuovamente la genialità
dello scrittore siciliano dopo alcuni lavori meno riusciti. Il libro inizia
riprendendo dove era finito il precedente, "Il giro di boa", con il commissario
convalescente da una ferita di arma da fuoco e sotto le cure della compagna
di vita, Livia che in questa storia è più presente, anche
se solo nella sfera privata, nell'ambiente del compagno poiché quando
gli è di aiuto professionalmente è sempre in maniera inconsapevole.
E' l'aspetto umano che caratterizza Salvo in questo racconto, la sua parte
più nascosta, meditativa, timorosa.
Il commissario un po' per colpa della malattia, un po' per l'avanzare
dell'età si dimostra più malinconico, debole o semplicemente
umano. Resta immancabilmente presente anche il suo lato più burbero,
egoista ma solo per necessità, cioè per farsi la giusta strada
nella propria indagine. D'altra parte i suoi lettori affezionati resterebbero
delusi se mancasse questa parte del carattere del personaggio, sarebbe
uno stravolgimento troppo esagerato che neanche il più grave incidente
potrebbe provocare.
Il ritmo non manca, resta incalzante e vivace, con una lingua più
semplice rispetto ad altre opere, accennando senza forzature il siciliano
coniato da Camilleri. Se si appoggia la tesi della prossima scomparsa di
Montalbano c'è un riferimento ad un passaggio generazionale dato
da un nuovo personaggio che potrebbe essere un degno successore del Commissario:
il giovane compagno della ragazza scomparsa - Francesco Lipari. Il nome
del ragazzo fa da aggancio anche al piccolo François, il "ladro
di merendine" adottato indirettamente dal poliziotto e Livia, spostando
nuovamente l'attenzione sulla generazione che rappresenterà, in
un modo o l'altro, il Commissario nel futuro. Non mancano nella trama riferimenti
e denunce a fatti di attualità: come sempre infatti le storie raccontate
da Camilleri sono esempi del male di vivere presente nella nostra società
e nella nostra classe politica dove purtroppo manca un eroe, burbero ma
giusto, come Montalbano che molto pazientemente come un ragno che tesse
la sua tela e aspetta la preda, riesce ad arrivare alla soluzione di questo
misterioso finto rapimento.
Giovanna Pipari
Magistratura
democratica
Convegno evento Magistratura
democratica compie 40 anni (un compleanno speciale tra festa e riflessione).
Roma, 3 - 4 dicembre 2004 - Teatro Ambra Jovinelli (via Guglielmo Pepe
43).
Venerdì 3 dicembre 2004, alle ore 11:45, verrà proiettato
il film "I cento passi"; introducono Giovanni Impastato e Andrea Camilleri.
ASCA, 3.12.2004
Roma/Cultura
Dal 22/12 arte e scrittura svelano i misteri della città
La scrittura e i linguaggi visivi si fondono e si confrontano a Roma,
dal 22 dicembre al 13 febbraio 2005, nella mostra ''I misteri di Roma''.
Si tratta della quinta edizione dell'appuntamento ormai consueto curato
dalla Casa delle Letterature dell'Assessorato alle politiche culturali
di Roma, che quest'anno vede anche la partecipazione della Galleria Nazionale
d'Arte moderna e contemporanea.
La mostra, che trae ispirazione dai racconti inediti comparsi quest'estate
nelle pagine del quotidiano La Repubblica, prevede infatti un doppio appuntamento:
alla Galleria Nazionale verranno esposte le opere degli artisti, ciascuna
commentata dal testo inedito di uno scrittore, mentre presso la Casa delle
Letterature troveranno posto i disegni degli stessi artisti che in estate
hanno accompagnato i racconti nelle pagine di Repubblica.
''E' una manifestazione che cerca un momento di congiunzione tra le
arti visive e la letteratura - ha commentato Gianni Borgna, assessore alle
Politiche culturali del comune di Roma, in occasione della presentazione
dell'iniziativa - Artisti e letterati cercano di perdersi dentro Roma alla
scoperta di nuove interpretazioni della citta'''.
Tra gli scrittori protagonisti della mostra, che quest'anno sono ben
22, cosi' come gli artisti, Carlo Lucarelli, Erri De Luca, Andrea Camilleri,
Melania Mazzucco e Lidia Ravera. Tra gli artisti invece, nomi come Jannis
Kounellis, Mimmo Paladino o Sandro Chia.
Durante il periodo delle mostre, la Casa delle Letterature organizzera'
anche una serie di letture e incontri con gli scrittori protagonisti de
''I misteri di Roma''.
Università di Pisa,
3.12.2004
Su 50 Canale la nuova trasmissione “No parking. Fare l’Università
a Pisa”
Andrà in onda venerdi 3 dicembre alle ore 19.30 la seconda puntata
di “No parking. Fare l’Università a Pisa”, la nuova trasmissione
dell’ateneo pisano in onda su 50Canale.
Della durata complessiva di venti minuti, la trasmissione è
promossa dall’Ufficio Comunicazione dell’Università di Pisa e realizzata
in collaborazione con gli studenti del corso di laurea triennale in Cinema,
Musica e Teatro e del corso di laurea specialistica Cinema, Teatro, Produzione
multimediale il cui lavoro costituirà attività di stage e
sarà riconosciuto in crediti.
[…]
In questa seconda puntata saranno di scena il Salone dell’Orientamento,
le attività delle associazioni studentesche “Ingegneria senza frontiere”
e “ Associazione di idee”, l’incontro con lo scrittore Andrea Camilleri,
la cerimonia dei laureati e diplomati con lode e il notiziario dell’Ardsu
sulle opportunità offerte dall’Azienda Regionale per il Diritto
allo Studio.
Le repliche successive andranno in onda sabato 4 dicembre alle 18.30
e 00.30, lunedi 6 dicembre alle 14.30 e sabato 11 dicembre alle 22.45.
[…]
La Stampa
-ttL, 4.12.2004
Dal 7 al 13 dicembre si svolgerà a Courmayeur «Noir in
festival», la manifestazione che assegna il Premio Scerbanenco al
miglior giallo italiano dell’anno. In finale: Garlaschelli, Colaprico,
Carofiglio, Gori e Pederiali. Molti gli scrittori stranieri presenti: da
Iain Rankin (mercoledì), premiato col Raymond Chandler Award alla
carriera, al giovane Ian Caldwell (sabato) autore del best seller Usa «Il
Codice dei quattro». E poi: Michael Collins, Joseph Finder, Frederick
Busch, Jenny Siler e il grande Stuart Kaminsky (mercoledì).
Tra gli italiani, il «fenomeno» Faletti (tutta la settimana),
Lucarelli, Evangelisti e Macchiavelli.
Una giornata, il giovedì, sarà dedicata al «Nero
di Sicilia» a partire naturalmente da Andrea Camilleri (di cui pubblichiamo
l’intervento e che comparirà in una video-intervista) Savatteri,
Cacòpardo, Di Cara, Palazzotto, Gebbia e Cacciatore.
Tra gli ospiti d’onore anche Anne Perry (sabato).
Andrea Camilleri e la Sicilia al Noir in Festival di Courmayeur: un
viaggio che parte da Verga e, attraverso Gadda, Calvino, Sciascia e Montalbán,
si conclude ai giorni nostri
La
mia isola in nero
Camilleri: se il noir parla siciliano
Andrea Camilleri
Noir in festival,
7-13.12.2004
Il
saluto di Andrea Camilleri agli autori del noir
L'autore di Montalbano ricorda la sua prima volta al Courmayeur Noir
In Festival.
L'intervista integrale con le riflessioni di Camilleri sul giallo siciliano
sarà presentata giovedì 9 dicembre presso il Centro Congressi
di Courmayeur.
La Sicilia, 7.12.2004
Porto Empedocle
Il mondo della cultura in lutto per la morte del prof. Milano
Solo un male incurabile lo ha sconfitto. A cinquantasei anni, Biagio
Milano insegnante di educazione fisica del Liceo Classico «Empedocle»
e uomo dai mille interessi culturali e sportivi è spirato lunedì
notte.
[…]
Dell'insegnante molto noto anche oltre i confini del proprio paese
pochi sanno che fu il «padre» di una scoperta che dal punto
di vista letterario ha fatto epoca. Dopo anni di ricerche storiche a portare
alla luce la strage dimenticata avvenuta nella torre di Carlo V quando
era ancora carcere, fu proprio Biagio Milano, suscitando l'interesse di
Andrea Camilleri che ne fece uno dei suoi primi cavalli di battaglia con
il romanzo storico «La strage dimenticata».
[…]
F.d.m.
La Vanguardia,
8.12.2004
Entrevista a Andrea Camilleri
Camilleri y el tam tam de los lectores
Aunque tardíamente, ya es un grande de la novela criminal. Al
publicarse ‘El miedo de Montalbano’, el creador del comisario habla para
‘Cultura/s’ en Roma sobre su mundo real y de ficción
Andrea Camilleri siempre fue un escritor incansable y un fumador empedernido.
Su paquete de cigarrillos multifiltro nunca anda lejos de su mesa de trabajo.
Los libros de Leonardo Sciascia, tampoco. Ambos pertenecen a esa sicilianidad
literaria de Gesualdo Bufalino o Vicenzo Consolo. Salamandra lanza
ahora en España El miedo de Montalbano, un volumen con seis
cuentos sobre el comisario que le catapultó a la fama a los 73 años.
No es de extrañar que, como aseguraba Vázquez Montalbán,
asista a su propio éxito con "distancia senequista".
Tiene casi ochenta años, que espera de la literatura y
de la vida?
"De la vida, unos años más. De la literatura, nada que
no me haya dado ya. Lo que temo es el día en que no pueda eseribir
más. Un hombre de fe, y yo no la tengo, diría: "Domine, non
sum dignus"."
Pero sus lectores están convencidos do su dignidad: tengo
entendido que recibe cientos de cartas extravagantes.
"Un grupo de sicilianos contrarios al romance del comisario con Livia
me escribió para exigir que le casara con una buena moza de la isla.
En otra ocasión, un grupo de carabineros me escoltó hasta
casa tras una presentacíón. Parecía que me llevaran
detenido. En el portal, el brigadier se puso serio: "Señor Camilleri,
a ver cuando escribe una novela sobre nosotros". El último calendario
del cuerpo lleva tin relato mío protagonizado por un maresciallo."
Espero que Montalbano no se ponga celoso. Cómo explica
su gran éxito?
"Por el tam tam del público. La editorial Sellerio, donde publico
en Italia, es pequeña y no hace publicidad. La gente se telefoneaba
recomendándose las obras. Y por la personalidad del comisario..."
Con una sagacidad a prueba de balas y un gusto casi maniaco por la
exhibición cultural, Montalbano es un ciclope odiséico bajo
cuyo policial ojo único se esconde la puerta de entrada a un universo
insular casi mágico, desplegado en libros únicos como El
perro de terracota (Salamandra). En ellos, el autor estira al máximo
un verosimil literario donde caben desde vagabundos ilustrados a mafiosos
con código de honor.
Ha creado un comisario antiautoritario y filocomunista. Y le
ha salido creíble!
"El comisario no es comunista; procede de una cultura campesina que
no acepta a la autoridad. Se mueve en el filo de la navaja. Es por ello
que su jefe opina que la comisaría de Vigàta es una cricca
di camorristi. Cada vez recibo más cartas criticando su actitud.
Uno me dijo que era un abuso posicionar a Montalbano en contra de la cumbre
del G-8. Yo ya no puedo darle mis ideas, decía, porque el personaje
pertenece a los lectores, que son una multiplicidad del pensamiento politico.
Le contesté que deje de leer a Montalbano, y de la multiplicidad
del pensamiento que se encargue otro."
Montalbano no será comunista, pero junto a Pepe Carvalbo,
los alterglobalizadores, movimientos sociales, etcétera, forma parte
de lo que Montalbán denominaba ‘cultura de la resistencia’.
"Comparten una misma cultura antifascista (un cigarrillo?, fume, fume,
son multifiltro). Esa cultura aún está viva, aunque se la
intenta confundir constantemente. Le pongo un ejemplo? El posfascista Fini,
que pretende atenuar una realidad histórica poniéndose en
la cabeza la kipa judía. En Italia, la cultura de la derecha estaba
representada por gente como Giovanni Papini, pero hoy, cultura y derecha
son un oxímoro."
Camillerì jamás ha escondido sus ideas; ni siquiera en
su obra, encendida defensa de la tradición cultural. "Quién
iba a imaginar que la cultura popular nacional que imaginó Gramsci
tomaría forma en la novela policiaca." Eso es precisamente lo que
han logrado los escritores mediterráneos del género. "Para
entender la realidad de Marsella conviene leer a Jean-Claude lzzo. Lo mismo
ocurre en el caso de Petros Márkaris y Atenas o Montalbán
y Barcelona."
Así que la novela negra desarrolla la funcíón
social que, hace cíen años, tenían obras como ‘Los
miserables’...
"En efecto. Hoy, la novela negra puede revelarnos mucho más
de la sociedad que otras escrituras. Y esta virtud está ahí
desde Hammett y Chandler. Por otra parte, Césare Cases escribió
sobre los elementos comunes a los escritores mediterráneos de género
negro, pero si lee a Henning Mankell, verá que sus preocupaciones
no están tan lejos de las mías: lo social está cada
vez más presente."
Oiga, el inspector Wallander come mal, bebe peor y... mejor no
hablemos de su vida sexual. En cambio, Montalbano le saca un gran partido
a la mesa y el sol.
"Ja! Espero que no pretenda reducir las diferencias literarias entre
la novela negra del Norte y el Sur de Europa a estas cuestiones..."
No. Pero no me negará su importantia.
"Los detectives mediterráneos tienen una manera común
de investigar y de entender la realidad. Sin embargo, no están tan
lejos de los nórdicos como pueda parecer."
Otra característica común: Montalbano, Carvalho
o Jaritos (el comisario del griego Márkaris) son algo conservadores.
Chocan constantemente con la sociedad. Su trabajo más duro és
intentar asimilar el cambio social.
"Es una observación muy adecuada. No es casual que mi último
trabajo, La pazienza del ragno, haya recibido críticas negativas
en La Stampa; no por la novela, sino por su mensaje, ya que Montalbano
se pasa al otro lado de la ley."
Hasta ahora sólo había recibido aplausos, pero
ultimamente los críticos literarios le han atacado bastante.
"La obligación de toda novela policial es intentar romper los
esquemas donde normalmente la quieren encajar. Y perdóneme si le
robo cinco minutos más para contestarle a esta pregunta..."
Robe, robe!
"En La presa di Macallè me preguntaba qué mueve
a un palestino o un iraquí a inmolarse en un coche bomba. Tradicionalmente,
un terrorista ponía el explosivo y huía, mientras que ahora
el éxito de tu acción coincide con tu muerte. Así
que te conviertes en un arma. Cuando yo tenía diez años,
a escondidas de mi padre, escribí una carta a Mussolini para pedirle
que me dejara ir de voluntario a la guerra colonial en Africa. Mi ideal
de entonces era matar al mayor número posible de abisinios. Cómo
puede ser que esa idea también se instale en la cabeza de un niño
de diez años?"
Supongo que era una consecuencia de la educación fascista.
"Si. Mi educación fascista y católica me había
convertido en una pequeña arma potencial. Fue tras esta reflexión
que escribí La presa di Macallè, que horrorizó
a todo el mundo. Sólo obtuve críticas positivas de la rivista
Famiglia
Cristiana y del colectivo Wu Ming."
También le han puesto verde por escribir en dialecto.
Sorprende la falta de sensibilidad de algunos supuestos intelectuales italianos
ante la rica variedad de su lengua.
"Es curioso, pero quienes más se han interesado por mi trabajo
son los profesores universitarios. El critico suele minusvalorar el dialecto.
Para escribir Il birraio di Preston utilicé siete: siciliano,
romano, milanés, fiorentino..."
Fue un ejercicio de reivindicación de una pluradidad en
retroceso?
"En cierto modo. Piense que, cuando se fraguó la unidad de Italia,
cada región hablaba su dialecto. En el ochocientos, el italiano
era un idioma notarial. Dice un refrán siciliano que esta lengua
se aprende con el culo, es decir, a base de zurras. Por eso situé
Il
birraio di Preston en 1861, cuando Italia seguía siendo un magma
de lenguas. A pesar de lo que digan los críticos, la literatura
italiana es dialectal: Ruzzante era de Bérgamo, Goldoni de Venecia..."
Los dialectos son l”ulivo saraceno” de la lengua.
"Ecco! Son la madre nutricia. Un idioma se forma desde la periferia.
Si perdemos esas raíces vamos bacia la muerte. Vincenzo Consolo,
que es mi gran amigo pero no deja pasar ni un día sin atacarme,
siempre me recrimina el uso del dialecto por reaccionario. Que piense lo
que quiera! Pirandello dijo algo lucido: con la lengua italiana se expresa
el contenido, pero con el dialecto se expresan los sentimientos."
Camilleri es un hombre de carácter y la relación con
sus amigos no siempre es fácil. Así ocurria con Leonardo
Sciascia: "Cada eseritor es como escribe, y mi italiano bastardo no tenía
nada que ver con su lenguajo lúcido y perfecto". El autor de Los
tíos de Sicilia era un hombre controvertido que usaba dos varas
de medir según los escritores fueran isleños o no. "Soy un
mafioso", solía decirle a Camilleri, "me encantaría ser padre
y amigo de todos los autores sicilianos".
Sciascia le vio nacer como eseritor...
"Fue al encontrar unos documentos sobre una matanza de 114 presos en
la torre de mi pueblo durante una misma noche de 1848. Eran estremecedores.
Después de leerlos, se los llevé a Leonardo para que escribiera
algo: "No sabría hacerlo como tú", le dije. "Es que no tienes
que escribír como yo", me aconsejó, "sino como sueles hacer
tú". Nunca secundé sus razonamientos, siempre tuvimos actitudes
distintas. Pero ya ve, en aquellos días nació un escritor."
El día de la lechuza’ fue una lectura fundamental para
usted.
"Es una novela anómala que me dio valor para escribir obras
de género. Sciascia es el primero que escribe novelas negras donde
el contexto tiene tanta importancia como el texto: el siciliano protagonista
de El día de la lechuza quiere comprender una cultura antes
de investigar un caso. En este sentido, este libro posiblemente me decidió
por la escritura."
Usted ha cambiado frecuentemente de oficio. Supongo que abora
se queda definitivamente con el de escritor.
"Me gustaría hacer más cosas, pero el problema de la
vejez es que ya no puedes hacer todo lo que bas hecho siempre."
Y si pudiera, qué haría?
"Le aseguro que si el éxito me hubiera llegado unos años
antes estaríamos haciendo esta entrevista en la cubierta de un barco.
Ése es mi sueño: subirme a un barco y navegar por todo el
Mediterráneo."
David Barba
Montalbán y Montalbano
“Sicilia es el mundo”, dijo Leonardo Sciascia al ser preguntado sobre
el reiterado uso de la isla como escenario de sus novelas. Y Andrea Camilleri
(Porto Empedocle, 1925) se ha encargado de llevar ese microcosmos insular
al borde del realismo mágico –aunque, conociendo su filiación
política, debiera tratarse más bien de realismo socialista–:
la magia envuelve la vida y la obra del siciliano, como demuestra en cuanto
las musas (o las parcas) le dan la minima ocasión: "El 19 de octubre
de 2003, la editorial Frassinelli me envió la ultima obra traducida
al italiano de Manuel Vázquez Montalbán. Mi hija me trajo
el paquete a casa entro las seis y seis y quarto de la tarde. Lo abrí
pensando que hacía tiempo que no hablaba con él... En esos
momentos, Manolo moría en Bangkok; el libro llevaba por titulo 'Happy
end'".
De todos es sabido que su peculiar comisario Salvo Montalbano fue bautizado
así en homenaje al escritor catalán. "Recuerdo perfectamente
el día que conocí a Manolo. Fue en agosto de l998. Massimo
d'Alema nos llamó para proponernos un encuentro moderado por él
en la Fiesta Nacional del periódico 'L'Unità'. Luego parece
que no se sintió del todo cómodo: entre otraascosas, le preguntó
a Manolo si ‘Yo, César’, su libro sobre los Borgia, quería
ser una alegoría del comunismo. No sabe la cara do asombro que puso
ésto. Contestó que ni se le había ocurrido, aunque
conocía la relectura de 'El príncipe' de Maquiavelo hecha
por Gramsci. Cuando nos quedamos solos, me preguntó qué clase
de problemas tenía D'Alema con su partido".
La amistad entre ambos narradores se fue forjando en los meses siguientes.
En septiembre de 1998 coincidieron en el Festival de Literatura de Mantova.
"Manolo contó que una do sus primeras ficciones criminales fue fruto
de una
situación muy alcohólica. Yo le pregunté qué
tipo de alcohol había consumido, porque el ron produce cierto tipo
de novela negra, el whisky, otro, y el vodka, otro. Me contestó
que había tomado vino." Así, entre efluvios etilicos de diversa
graduación, estos dos grandes del crimen se fueron acercando. Sobre
todo en la risa: "En ese encuentro me dediqué a sacar de sus libros
varias citas sobre las cosas que esperaba de los comunistas: escalar el
cielo, asaltar el Palacio de Invierno... Le comenté que el infierno
lo habían invadido los católicos, con una entrada minima
te dejan entrar al Palacio de Invierno y los estadounidenses ya son propietarios
del cielo. Así que acabé por preguntarle:
-Qué nos queda a los comunistas?
-La cocina -contestó Manolo. Y en adelante vivimos un reciproco
abrazo ideal".
Sorprende por ello el rechazo del comisario Montalbano hacia los platos
del detective Carvalho: "En la cocina no nos habríamos llevado bien:
ni Salvo con Pepe, ni Andrea con Manolo. Cuando nos veíamos en Barcelona,
yo nunca comía lo que él. Sin broma!
Físicamente, no lo habría resistido.
Cuando Manolo comía, comía de verdad.
Recuerdo que llegó a Mantova con su flamante coche inglés,
que tenía un enorme maletero. Una charcutería le llamó
la atención. Al salir, la había dejado como una de esas tiendas
desabastecidas de la Alemania del Este".
Los enquentros entre ambos escritores continuaron entro Barcelona y
Roma. "Un par de veces fuimos juntos al Mauricio Costanzo Show. Fue divertido.
Una vez improvisamos un espectáculo que nunca se emitió,
pero acabó siendo transcridto y publicado." En aquellos días
comenzaron a cavilar la posibilidad de escribir un libro a cuatro manos
sobre sus detectives. "Existió otro proyecto más serio: una
larga conversación en forma de libro donde Manolo contara sus experiencias
bajo el franquismo y yo mi niñez bajo el fascismo. En cambio, la
novela a cuatro tnanos nunca me pareció factible, aunque nos hizo
reír muhco." Es una lástima, porque a buen seguro que Carvalho
y Montalbano habrían llegado a las mismas conclusiones. Pero, eso
sí: como decía Manolo, a través de restaurantes diferentes.
D.B.
Galleria d’Arte Moderna e
Contemporanea di Bergamo, 9-10-11.12.2004
Mostra documentaria Il Codice della libertà
Aldo Palazzeschi (1885-1974)
e Convegno
La sezione di Italianistica del Dipartimento di Lingue, Letterature
e Culture Comparate dell'Università degli Studi di Bergamo in collaborazione
con il Centro di studi “Aldo Palazzeschi” dell'Università degli
Studi di Firenze e con la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
organizza il Convegno “Palazzeschi e i territori del comico“ nei giorni
9, 10 e 11 dicembre dedicato all'opera poetica e narrativa del grande scrittore
fiorentino, soprattutto nei suoi aspetti fantastici e grotteschi strettamente
legati allo sviluppo del genere comico nella letteratura italiana del Novecento.
Durante le sessioni congressuali, ospitate sia nelle sedi universitarie
di Piazza Vecchia e di S. Agostino sia negli spazi della Galleria d'Arte
Moderna e Contemporanea di Bergamo si tratteranno, parallelamente, esempi
di comico riscontrabili anche in Giovanni Verga, Luigi Pirandello, nei
romanzi di Italo Svevo, nei libretti d'opera di primo Novecento e nell'opera
di Angelo Fortunato Formiggini.
Il Convegno si propone sia come un alto momento di sintesi scientifica
per lo studio dell'opera di Aldo Palazzeschi, sia come incentivo per l'ulteriore
approfondimento e sviluppo degli studi sul comico italiano.
Integra il convegno una serie di eventi collaterali con ospiti di eccezione:
dalla giornata di venerdì 10 dicembre, presso la GAMeC, con la proiezione
del video “Palazzeschi si legge e si racconta”, a cura di Simone Magherini
e in collaborazione con la Sede Regionale Rai della Toscana, in cui l'autore
parla di sé attraverso la lettura delle sua opera nella dimensione
esaltante della memoria, e con la presenza dell'attore Maurizio Donadoni
che propone la lettura di poesie e brani della narrativa di Aldo Palazzeschi.
Nella giornata di sabato sarà ospite [in video conferenza,
NdCFC], nella sede dell'Università di Bergamo di S. Agostino,
lo scrittore Andrea Camilleri; l'incontro, durante il quale lo scrittore
presenta il suo ultimo lavoro, sarà coordinato da Salvatore S. Nigro
e presieduto da Gabriele Morelli; il titolo dell’incontro è Tra
storia e invenzione.
[…]
Sabato 11 dicembre
Ore 10:30
Incontro con Andrea Camilleri
Il Cittadino,
9.12.2004
Montalbano è tornato, ma Camilleri s'è "perso"
Thriller Magazine,
9.12.2004
Camilleri e Lucarelli come non li avete mai sentiti
Il poliedrico Fiorello fa il verso ai due scrittori dalle frequenze
di Radio2
Andrea Camilleri parla dai microfoni di Viva Radio2 con la sua voce
rauca, impastata da anni di frequentazione col tabacco. Carlo Lucarelli
invece affronta alcuni nuovi casi di Blu Notte alla ricerca di improbabili
casi di cronaca nera. Solo che le interviste all'autore del Commissario
Montalbano finiscono sempre per parlare dell'ossessione del fumo, mentre
i nuovi Misteri Italiani hanno sempre un esito molto pulp...
Ma niente paura: i due scrittori sono solo oggetto delle bonarie prese
in giro da parte di un Fiorello spumeggiante più che mai, che col
divertente programma Viva Radio2 compare a più riprese lungo il
palinsesto del secondo canale Rai. I radioascoltatori possono trovare il
programma alle 13.40, la replica alle 23 e una piccola "sveglia" alle 7
di ogni mattina. Chi volesse partecipare al programma come spettatore può
prenotarsi dal lunedì al venerdì, dalle 13.40 alle 15.00,
telefonando al numero verde 8000 11 906.
Viva Radio2 è un programma di Fiorello, Francesco Bozzi, Giovanni
Benincasa, Alberto Di Risio, Federico Taddia, con Fiorello e Marco Baldini.
Musiche e arrangiamenti di Enrico Cremonesi. In redazione Elisabetta Farina
e Alessandro Provenzano. Backstage di Marco Lui. A cura di Marina Mancini.
Regia di Marco Lolli.
Lorenzo Trenti
La Sicilia, 10.12.2004
Allarme a Porto Empedocle
La Torre Carlo V si sta sbriciolando
Come se fosse di marzapane. Ormai la Torre di Carlo V, simbolo del paese
marinaro si sta spegnendo giorno dopo giorno, sotto i colpi di un fenomeno
tanto silente quanto inarrestabile. Nessuno infatti pare si sia accorto
delle pietre di ridotte dimensioni che quotidianamente vengono rinvenute
per terra, a ridosso delle mura dello storico monumento. Una sorta di erosione
come accade con le pareti rocciose che sotto i colpi del vento si sbriciolano.
Anche la pietra con la quale venne realizzata l'ex fortezza e carcere sta
deteriorandosi come se nulla fosse. E dire che da mesi si parla di un progetto
sul quale la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento non ha ancora
detto né «sì» e né «no», lasciando
i termini della questione senza alcuno sviluppo concreto. Un progetto per
la cui materializzazione servirebbero diverse centinaia di migliaia di
euro, che dovrebbero essere attinti dalla cassa europea, sempre molto generosa
con chi se lo merita. Intanto, in attesa che dal mondo della politica si
decidano a intervenire per salvare la storia di Porto Empedocle, quella
stessa storia sta andando in mille pezzi. La Torre insomma sta male, e
forse è giunta allo stadio terminale di una malattia che nessuno
riesce a guarire.
Per Porto Empedocle è praticamente l'unico simbolo di una storia
secolare se è vero che si è voluto addirittura sfruttare
il nome di fantasia che Camilleri ha dato nei suoi romanzi a Porto Empedocle.
E pensando a Montalbano ci si è dimenticati di preservare e tutelare
la Torre di Carlo V unica testimone di un'epoca di splendore che non a
caso è lontana oltre quattro secoli.
F.D.M.
Il Gazzettino, 10.12.2004
Alle Piscine
Il viaggio sulle punte tra le regioni d’Italia
Treviso. Un viaggio senza stress, senza valigie, che avviene con un
semplice cambiamento di scena. E' quello carico di emozioni che presentano
l'Orchestra e il Corpo di ballo dell'Arena di Verona, questa sera alle
21 al Centro Sportivo Natatorio di Viale Europa, con il Gran Gala di danza
"Viaggio in Italia", coreografie di Maria Grazia Garofoli anche direttore
del corpo di ballo, Evgenij Poliakov, Auguste Bournonville, Marius Petipa.
"E' un viaggio nella memoria - spiega la Garofoli - senza ricerca cronologica,
volutamente disordinato, ma che punta all'immediatezza del sentimento".
E' un itinerario tra le più rappresentative regioni d'Italia, guidato
da una voce itinerante e da infiniti richiami del vissuto in un'avventura
tra passato e presente, con musiche storiche e novità di oggi, supportati
dalla lettura di libri.
[…]
Il Viaggio del Commissario Collura chiama in scena un'attrice e la
voce registrata di Camilleri per raccontare Palermo e la Sicilia.
[…]
Marina Cernia
Centomovimenti,
10.12.2004
Intervista a Marcello Dell'Utri, prima della sentenza
Fiera di Milano, Salone del Libro Usato. Ore 13,30 di venerdì
10 dicembre 2004, davanti ad uno stand di libri usati. Dialogo fra il Senatore
Dell'Utri e il cittadino Piero Ricca:
"Senatore, mi può togliere una curiosità intellettuale?"
"Prego mi dica"
"Ho letto che lei avrebbe affermato una volta che la mafia a quel che
le risulta nemmeno esiste. Conferma o smentisce?".
"Io non l'ho mai detto. Lei queste cose le legge su giornali che raccontano
solo menzogne".
"D'accordo, ma secondo lei la mafia esiste o no?".
"Ma perchè mi fa questa domanda?"
"Vorrei che lei ora smentisse quella frase che reputa falsa. La mafia
esiste o no?".
"Ma questa domanda la vada a fare a sua sorella!".
"Non ho sorelle grazie. Mi può dire almeno se è d'accordo
con l'on. Miccichè il quale ha detto che i romanzi di Andrea Camilleri
rovinano l'immagine della Sicilia perchè parlano di mafia".
"Io di Camilleri ho letto solo un libro, "La concessione telefonica".
Ma anche questa cosa non è vera. L'avrà letta sui soliti
giornali".
"Mi permetta di insistere. Vorrei che Lei, Senatore, mi dicesse se
la Mafia di cui tanto si parla esiste o è un'invenzione dei romanzieri".
"Ma va' a cagare!".
"Senatore si risponde così a un cittadino che la interpella
su un grave problema del Paese? Comunque auguri per il processo!".
"Vada a cagare!".
[...]
Piero Ricca
Specchio (supplemento de La
Stampa), 11.12.2004
Venite signori, sta iniziando l'opera dei pupi
[...]
A Porto Empedocle, il paese di Andrea Camilleri, la storia racconta
che uno del pubblico andò a bussare alle due di notte a casa del
puparo perché non riusciva a dormire, tanta era la preoccupazione
per l'eroe Rinaldo rimasto incatenato in carcere. E quello, sbuffando e
santiando -come direbbe il commissario Montalbano- dovette riaprire il
teatro e liberare l'eroe.
[...]
Quanto a Camilleri, lui affida al Mima un ruolo di ambasciatore di
pace. "In tempi così difficili", dice, "quest'istituzione ha bisogno
dell'appoggio di tutti coloro i quali credono che la reciproca conoscenza
delle diverse e più profonde radici culturali sia la base di ogni
possibile, civile e pacifica convivenza".
Laura Anello
Io Donna (supplemento del Corriere
della Sera), 11.12.2004
L'aria che tira
La storia e le storie da mettere sotto l'albero
Classici moderni come Pontiggia, Camilleri, Simenon. Le memorie dell'ambasciatore
Usa e quelle del terrorista, la Cina vista da vicino. Libri per un Natale
non consumista
Cosa regalare a Natale? Anche nulla se possibile, la festa è
carica di consumismo, pesa sulle persone in ore sprecate correndo per oggetti
che scompariranno negli armadi. Ma se dovete farvi vivi con un dono in
segno di affetto e ricordo, una tradizione per me bella, allora regalate
un libro. Ecco qualche suggerimento. I due Meridiani con le Opere di Giuseppe
Pontiggia e Andrea Camilleri, due autori contemporanei (Pontiggia, prematuramente
scomparso), sono raro esempio di classici moderni. Da donare anche a voi
stessi, per lunghe ore di felicità.
[...]
Gianni Riotta
La Repubblica (ed.
di Roma), 15.12.2004
"Misteri romani"
22 racconti d'autore domani in regalo
Giuseppe Cerasa
Giornale di Brescia,
16.12.04
Nuovi romanzi
Pericolo «giallo»
Tramonta il romanzo psicologico italiano, trionfa la letteratura straniera,
mentre il genere imperante, nelle classifiche, resta quello del giallo,
nelle sue infinite varianti. Questo il quadro di una situazione che indica
la progressiva quanto inarrestabile assunzione di format dal grande mercato
americano e di tipologie filmico-televisive, che hanno, in modo indubbio,
mutato le modalità percettive e le formule narrative. Il giallo,
di per sé, è quanto di più anglosassone possa essere
prospettato, in quanto frutto ottocentesco della rivoluzione positivista
la quale, anche attraverso una formula letteraria di grande successo, basata
sul coinvolgimento delle capacità logico-deduttive del lettore,
trovava il modo di eliminare le zone d’ombra, misteriche o spiritualiste
che fossero, a favore dell’esplicabilità scientifica di ogni fenomeno
e d’ogni recesso di «non senso».
[…]
Che piaccia o susciti perplessità, non può comunque essere
dimenticato Andrea Camilleri; e ciò non soltanto perchè il
nostro autore se ne sta abbarbicato ai piani alti della classifica, ma
per la sua capacità di proporre una via siciliana al giallo, con
quella modalità baroccamente sorniona di osservare il mondo e di
riderne segretamente che caratterizza gli insulari. Il suo romanzo, La
pazienza del ragno, risulta come una nuova dichiarazione dell’impossibilità
di percorrere altre vie che non siano quelle del tracciato narrativo di
matrice investigativa, ma al tempo stesso contiene salutari forme ironiche
che esorcizzano - meridionalmente - la formula stessa. Camilleri, quindi,
è consigliabile chi cerca un antidoto omeopatico all’appiattimento
sui modelli anglosassoni.
[…]
M.Bernardelli Curuz
Casa delle
Letterature, 17.12.2004
I misteri di Roma. Arte e letteratura
Si terrà dal 22 dicembre 2004 al 13 febbraio 2005 a Roma la quinta
edizione della mostra "I misteri di Roma. Arte e letteratura", allestita
nella galleria della Casa delle Letterature. La mostra presenta i disegni
che hanno illustrato i racconti inediti dedicati a Roma apparsi, tra il
maggio e il settembre 2004, nelle pagine della cronaca romana de La Repubblica.
Le opere, scritti e manufatti, saranno allestite presso la Casa delle Letterature
e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Tra gli scrittori protagonisti
della mostra anche Andrea Camilleri, con il racconto Colonne
spezzate, "abbinato" all'opera di Fabio Mauri Cinema vuoto
(pittura e Apple).
Il Giorno (Legnano),
17.12.2004
Fra passato e futuro la storia del giovane Andrea Camilleri
Il Messaggero,
17.12.2004
Che cosa c'è da vedere
L’opera da camera si divide in quattro, il via a Matelica con Operazione
Pulcinella
Matelica. Ritorna Opera aperta, progetto di produzione e distribuzione
di opere da camera in quattro teatri della provincia di Macerata, precisamente
il Verdi di Pollenza, il Vaccaj di Tolentino, il Piermarini di Matelica
ed il Velluti di Corridonia (ultimo Comune aggiuntosi quest'anno all'iniziativa).
La seconda edizione della rassegna è stata illustrata nel foyer
del teatro Piermarini.
[...]
La programmazione del cartellone di Opera Aperta proseguirà
poi il 19 febbraio al teatro Vaccaj di Tolentino con la doppia rappresentazione
che prevede prima la messa in scena dell'opera buffa in atto unico (su
libretto di Andrea Camilleri ) dal titolo Il Quadro delle Meraviglie di
Franco Mannino, alla quale seguirà l'opera da camera in atto unico
Genevieve de Brabant di Erik Satie, nella versione ritmica in italiano
di Giovanni Grasso.
[...]
Angelo Ubaldi
Il Mattino, 17.12.2004
«Doppia identità» di Sarah Becker
Thriller in stile Batman, ma firmato Napoli
Anche Napoli ha il suo Ed McBain. Ma mentre lo scrittore statunitense
di polizieschi ambientati nel celebre distretto è stato poi smascherato
nella sua anagrafe quotidiana con il nome di Salvatore Lambino (nato a
New York nel 1926), la scrittrice partenopea Sarah Becker, che punta sul
thriller, continua a essere, anche dopo la pubblicazione del suo secondo
testo, Doppia identità (Arte tipografica editrice, pagg. 242, euro
12), un vero e proprio ectoplasma narrativo, sul modello di un’altra romanziera
napoletana: Elena Ferrante.
[...]
Il libro dell’autrice napoletana ha un struttura linguistica semplice,
ma non dozzinale e che non assomiglia a niente di quanto si possa leggere
nel genere thriller. Verrebbe da terminare con il consiglio che Andrea
Camilleri dà ai nuovi scrittori di noir: «Mi piace l'autonomia
di stile, linguaggi, vicende, perché il rischio della saturazione
è dietro l'angolo. Se i nuovi scrittori si tirano fuori dalla tradizione
e scrivono seguendo una strada diversa, allora il rischio di saturazione
non esiste».
Vincenzo Aiello
Orlandino.it, 12.2005
Capo d'Orlando a Teatro 2005
Rassegna teatrale “Quinta Stagione”
Il programma dal 23 dicembre al 14 aprile
Dieci appuntamenti di primissimo piano, attori di livello nazionale
ed internazionale, un progetto per attivare una vera e propria scuola di
teatro in collaborazione con le compagnie locali. Di tutto questo si è
parlato stamani nell’aula consiliare del Comune di Capo d’Orlando, nel
corso della conferenza stampa di presentazione del cartellone della “Quinta
Stagione” al Teatro “Rosso di San Secondo” di Capo d’Orlando.
[…]
20 Gennaio 2005
La signora Lèuca
Di Andrea Camilleri e Giuseppe Di Pasquale
da una novella di L. Pirandello
Con Ida Carrara, Pietro Montandon, Ileana Rigano, Agostino Zumbo,
Valeria Contadino
Regia e Scene Giuseppe Dipasquale
Costumi Angela Gallaro
Musiche Massimiliano Pace
Luci Franco Buzzanca
Il tema della “pena di vivere” della signora Leuca è il
tema portante e ossessivo della pièce teatrale. E’ lei, la signora
Leuca, abbandonata da undici anni dal marito, il perno e la sostanza della
storia: le altre figure sono strumentali. La sua è una nostalgia
continua e non colmabile con nulla più. Una nostalgia dei sensi
e della carne, una assenza che sembra una morte terrena. Come assistere
da dietro un cristallo allo svolgersi della propria vita senza più
potere intervenire, ma senza che questo significhi rinunciare al pensiero
dei sensi, anzi è proprio quel pensiero che provoca un dolore lancinante
dell’anima: l’anima che grida! “La signora Lèuca”, tratta da “Pena
di vivere così”, è novella dolente di grande tragico umorismo.
Si ride piangendo, con il senso grottesco di un contrario di sentimenti
che non riesce a trovare equilibrio e pace se non nell’assurda follia della
maschera sociale.
Ufficio Stampa Assessorato alla Cultura del Comune di Capo d’Orlando
Sellerio Editore, 21.12.2004
Andrea Camilleri
Privo di titolo
Collana La memoria
Pagine 280
Prezzo Euro 10,00
In libreria: marzo
"Privo di titolo" intreccia la storia dell'unico martire fascista siciliano
del biennio rosso con la colossale beffa di Mussolina, la città
nei pressi di Caltagirone che avrebbe dovuto celebrare per sempre la gloria
del Duce. L'inganno non poteva durare. Così l'amore del Cavaliere
per gli isolani si trasformò in disinganno.
Rai 3, 23.12.2004
Che sarà sarà
[...]
Fra i personaggi famosi che incontreremo nelle ultime 4 puntate, Andrea
Camilleri, che mostra per la prima volta le sue foto da bambino nella amata
e tanto raccontata Sicilia.
[...]
Andrea Camilleri ha raccontato alcuni episodi della sua infanzia, mentre
scorrevano sul video le foto di lui bambino (non inedite, trattandosi delle
foto pubblicate anche ne "La linea della palma").
Camilleri ha parlato di cose già più volte raccontate
(la lettera a Mussolini per partire volontario per l'Abissinia, la pagella
falsificata a causa dei voti pessimi) e di un episodio "inedito".
Quando lui aveva circa 16 anni, il gestore di un bar di Porto Empedocle
ebbe una'idea per attirare clientela: assunse una ragazza settentrionale,
bionda, occhi chiari, molto attraente: e infatti lui e il suo amico Ciccio
Burgio ne furono talmente attratti che, avendo scoperto che la ragazza
sotto il camice da lavoro non indossava nulla (era agosto, c'era "un caldo
africano") si nascosero, una sera, all'interno del bar. All'orario di chiusura,
abbassata la saracinesca, la fanciulla cominciò a spogliarsi per
cambiarsi d'abito e tornare a casa. Camilleri ne fu talmente affatato da
ritrovarsi, senza rendersene conto, a quattro zampe fuori dal suo nascondiglio
(una pila di casse di bottiglie), in ammirata contemplazione dello spettacolo.
La ragazza non se la prese più di tanto anzi, mossa a compassione,
invitò il giovane Andrea a casa sua per uno dei giorni seguente:
e fu così, racconta Camilleri, "che ebbi la mia iniziazione sessuale.
E contestualmente finì la mia infanzia".
u Presidenti
Corriere della sera,
23.12.2004
Piano della Rai: trasformare le scenografie di due serie tv in parchi
a tema. In Sicilia e nel Lazio
Camilleri e Roma antica, i set delle fiction come Disneyland
Accordo con le Regioni: quinte trasformate in località turistica
al termine delle riprese
Roma - Vigata, la città immaginaria siciliana descritta da Andrea
Camilleri nei suoi libri storici (come «Il birraio di Preston»),
entro il 2006 diventerà realtà, con tanto di palazzi, piazze,
porto sul mare. Un accordo tra la Rai, la Regione Sicilia e la società
di produzione Palomar permetterà la costruzione di un megaset da
5 ettari in cui verrà costruito un intero paese settecentesco che
in seguito diventerà parco tematico per turisti, tipo Disneyland.
Lo stesso accadrà, però tra 4 anni, con i 20 mila quadrati
di set di «Roma», coproduzione Usa-Gran Bretagna-Italia, ora
allestiti a Cinecittà. La falsa Roma del I secolo avanti Cristo
verrà ricostruita in un’area laziale ancora da definire e aperta
ai turisti.
Roma - Una fiction tv, per milioni di telespettatori, diventa realtà
più autentica della stessa verità. Alla Rai hanno capito
da tempo come funziona questa legge mediatica: al punto che ora progettano
due parchi tematici. Set italiani nati per la tv, ma che in futuro verranno
visitati dai turisti, diventeranno luogo di attrazione e divertimento.
Lo ha annunciato ieri Agostino Saccà, direttore generale di viale
Mazzini e oggi capo di Rai Fiction, durante il convegno «Rai e autonomie
territoriali»: «Il nostro immaginario e la nostra cultura sarebbero
più povere senza la Rai, che guaio se fosse ridimensionata. Grazie
alla tv pubblica che si collega al territorio e lo utilizza narrativamente
stiamo mettendo a punto due progetti di parchi territoriali culturali che
valorizzeranno il nostro retaggio storico. Gli accordi verranno stretti
con la Regione Lazio e con la Regione Sicilia».
LA VIGATA DI CAMILLERI - Entro i primi mesi del 2006 nascerà,
su una superficie di cinque ettari, una cittadella mai esistita e descritta
solo nei libri. Appunto la Vigata immaginata da Andrea Camilleri. Non quella,
attenzione, del commissario Montalbano. Si tratta invece di una Vigata
settecentesca e ottocentesca, un mix del barocco di Noto e di sfondi tratti
da altre città siciliane. La Rai con la società di produzione
«Palomar» di Carlo Degli Esposti ha acquistato i diritti televisivi
di tre romanzi camilleriani ambientati nel passato («Il re di Girgenti»,
«Il birraio di Preston», «La scomparsa di Patò»).
Entro il 2005 si passerà a una fase operativa. Ma prima occorrerà
avere un luogo «autentico» (e dunque «finto») dove
girare. E insieme ospitare turisti. Nella vera-falsa Vigata ci sarà
tutto: piazza principale, chiesa, vicoli, negozi, case private.
Rai e Degli Esposti si sono rivolti all’assessorato al Turismo e alla
comunicazione di Fabio Granata che ha subito accettato. Le cifre del turismo
indotto dal commissario Montalbano sono entusiasmanti: gli arrivi a Ragusa
(luogo montalbaniano) dalla Scandinavia, dove il commissario è popolarissimo,
sono aumentati di venti volte. Perchè non scommettere sulle future
fiction del Camilleri storico? Quattro le possibili aree secondo la regione
Sicilia: la tonnara di Santa Panagia, una zona a Ragusa Ibla, un’altra
a San Vito Lo Capo nel Trapanese e la tonnara di Scopello a Trapani.
Commenta l’assessore Granata: «Lavoreremo con i fondi comunitari
e della nostra Film commission. La nostra identità così legata
al territorio e al paesaggio si difende anche proponendola all’immaginario
televisivo che oggi muove molto turismo. La fortuna di Montalbano è
collegata alla Sicilia più intatta, in quegli Iblei che rappresentano
l’immagine della nostra memoria. Quindi il progetto è coerente con
le nostre intenzioni».
Un primo abbozzo di Vigata è già pronto, racconta Degli
Esposti: «Il nostro scenografo Luciano Ricceri, un grande artista
che ha lavorato con Fellini e Scola, ha già preparato un bozzetto.
La scommessa è avvincente. Il proprietario del villino di Ragusa
dove "abita" il Montalbano televisivo ormai organizza tour estivi, con
tanto di aperitivi, sulla terrazza del commissario a beneficio dei turisti.
Quindi sono sicuro che il parco di Vigata avrà grande successo».
A proposito, una curiosità: scattare una foto-ricordo sul balcone
del commissario costa dieci euro.
[…]
GLI ESEMPI NEL MONDO - Il pianeta pullula di parchi tematici. E non
tutti sono scontati. In Romania, per la precisione a Sighisoara, si sta
progettando un Dracula Park per rivitalizzare la stanca economia della
regione. In Lituania funziona Grutas Park, dove è stato ricostruito
un lager comunista siberiano tra decine di statue di Lenin e Stalin. Per
arrivare a un esempio più tranquillizzante e vicino a noi a luglio
è stato inaugurato a Riccione «Oltremare», un parco
marino col più grande delfinario d’Europa, un autentico paradiso
per i bambini... Chissà se si divertiranno anche nella Vigata del
’700 e nella Roma del I secolo avanti Cristo.
Paolo Conti
La Sicilia, 23.12.2004
Turismo, la Sicilia cerca il rilancio
Il calendario degli eventi del 2005
Palermo - Dal 'Festival del Paesaggio Sud-est' all''Expo dell'Architettura',
dalla 'Natura in festa' ai '900 passi in Sicilia', da 'La settimana di
Montalbano' al 'Festival della letteratura mediterranea'. Sono in totale
quindici gli 'eventi' inseriti nel «Grand Tour Sicilia '05 - Una
terra che racconta», lo slogan scelto dell'assessorato regionale
per il programma turistico del 2005. Il piano è stato presentato
stamani dall'assessore regionale al Turismo Fabio Granata, dal direttore
dell'assessorato Agostino Porretto e dal consulente per la comunicazione
Ferruccio Barbera.
[...]
Ad Ortigia, a settembre, in provincia di Siracusa, i personaggi della
serie televisiva «Il Commissario Montalbano» saranno i protagonisti
di una settimana di mostre fotografiche e dibattiti.
[...]
La Repubblica
(ed. di Palermo), 24.12.2004
Il calendario di attività per il turismo varato dall'assessorato
[...]
A settembre 2005 a Ortigia prende corpo "La settimana di Montalbano",
con mostre fotografiche, filmati, backstage e dibattiti: al termine verrà
presentata la nuova serie del Commissario Montalbano.
[...]
Paola Nicita
La Repubblica, 27.12.2004
Intervista ad Andrea Camilleri per presentare il prossimo volume, dedicato
alla Sicilia, della Guida Touring allegata al quotidiano
Camilleri tra le colline brulle. "Montalbano parte da Enna"
"Io prediligo il paesaggio umano, che è stato poco violentato
dal cemento e dalla modernità"
La Sicilia che piace ad Andrea Camilleri è quella arida, brulla,
terragna e poco ospitale. Perché?
«Tutto quello che riguarda la nostra cultura leggendaria non
proviene dalle sponde dell´Isola, ma da quella Sicilia che guarda
all´interno di se stessa. Ricordo che ci fu un grande scrittore inglese
che decise di fare un viaggio in Sicilia con le corriere. Era un modo di
viaggiare suggestivo, che ti permetteva di vedere i paesaggi e di conoscere
le persone. Ma oggi è improponibile».
L´itinerario che lei suggerisce, dunque, è quello nel
cuore isolano, che tanto piace al suo commissario?
«Certo, un viaggio che faccia a meno dei luoghi canonici, ossia
Taormina, Palermo, e che comprenda le viscere della Sicilia. Al viaggiatore
di oggi suggerisco di guardare il mare e servirsene come base per conoscere
l´Isola più intima. Montalbano lo dice chiaramente: lui predilige
la Sicilia riarsa, con le case a forma di cubo, messe lì in un equilibrio
impossibile, le colline aride, brulle».
Da dove prendere le mosse?
«Da Enna, che di solito non è contemplata dai giri turistici,
senza però trascurare i paesi limitrofi. Secondo Callimaco, Enna
era l´ombelico della Sicilia. Federico II vi fece costruire una bellissima
torre ottagonale, e lì si riuniva con quei poeti che avrebbero dato
vita alla scuola poetica siciliana. E poi ci sono il Castello di Lombardia,
la Rocca di Cerere, con la sua leggenda di morte e resurrezione, e il Lago
di Pergusa. Ma va tenuto in considerazione anche il Castello chiaramontano
di Mussomeli, oggi restaurato, che sembra sorgere direttamente dalla roccia».
Sono questi i luoghi descritti da Nino Savarese e da Francesco Lanza.
Gli scrittori sono quindi il miglior viatico per scoprire la vera natura
dell´Isola?
«Sì e no. Ad esempio le pagine di Goethe, che ormai hanno
fatto il loro tempo. Il suo è stato un viaggio immaginario. Lui
visitava i luoghi con un´idea preconcetta. Se guardava una cosa diversa,
che non quadrava, la riadattava alla sua visione di fondo».
Ci sono poi i paesi che fanno da sfondo ai suoi romanzi storici, Porto
Empedocle, Cianciana, Raffadali?
«Si tratta di luoghi dove c´è uno splendido paesaggio
umano, che io prediligo, e che tuttora è stato poco violentato dal
cemento della modernità».
Salvatore Ferlita
L'Eco di Bergamo,
28.12.2004
«I miei gialli? Indagano sulla realtà»
L'esordio nel 1978, poi un best seller dopo l'altro
La Sicilia, 29.12.2004
Rai fiction cerca un luogo dove realizzare la città di Camilleri:
ma non c'è P. Empedocle
Per costruire Vigata identificati quattro siti
Porto Empedocle. Porto Empedocle non ci sta a essere esclusa dal progetto
del «Parco Vigata» un mega-set nel quale verrà ricostruita
l'antica città di fine Settecento che servirà per girare
gli esterni di almeno 3 film storici di Andrea Camilleri, da «La
scomparsa di Patò» al «Re di Girgenti» fino al
«Birraio di Preston». Lunedi il consiglio comunale empedoclino,
lette alcune notizie di probabili siti per creare la «Cinecittà
camilleriana» ha deciso di intervenire sui responsabili del progetto
affinchè il Parco trovi una giusta collocazione alla Marina e non
altrove. Il progetto di Rai Fiction prevede un accordo con l'Assessorato
regionale al Turismo che interverrà con fondi comunitari per la
realizzazione del set destinato a diventare parco di attrazione in quanto,
dopo le riprese, verrà aperto al pubblico e sfruttato turisticamente.
Da anni l'amministrazione di Porto Empedocle si batte per promuovere la
città come «la Vigata di Andrea Camilleri» e sapere
che il sito non è stato incluso tra quelli candidati a ospitare
il mega set, ha fatto andare tutti in fribillazione. Le località
candidate sono Ragusa Ibla, San Vito Lo Capo e le tonnare di Scopello e
Santa Bonagia, luoghi già ampiamente utilizzati per le riprese della
serie Tv del Commissario Montalbano. Secondo il produttore Degli Esposti,
pare che Porto Empedocle non renda televisivamente e scenograficamente.
Comunque sia il sindaco Ferrara che il suo vice Firetto, in qualità
di assessore alla Cultura, hanno deciso di investire del problema il Consiglio
comunale, quindi il primo cittadino incontrerà lo scrittore e anche
l'assessore regionale al turismo, Fabio Granata per perorare la causa empedoclina.
Lorenzo Rosso
La Repubblica
(ed. di Palermo), 30.12.2004
Quattro personaggi siciliani della cultura, dell´economia e dello
spettacolo consigliano ai lettori i loro piatti preferiti per domani sera
Il nostro cenone
Un menù a otto mani per la notte più bella
Si comincia con Fiorello e poi tocca a Ettore Artioli. Piccola pausa
ed è la volta di Andrea Camilleri. Gran finale con Elvira Sellerio
La scelta del menù della serata più celebrata dell´anno
è sempre un momento difficile. Ecco perché abbiamo pensato
a un menù a otto mani, selezionato da quattro personaggi di successo
e dotati di una certa passione per la buona cucina. L´antipasto rompe
il ghiaccio e per questo la scelta è caduta su un uomo di spettacolo
come Fiorello. Per il primo piatto, momento spesso più atteso del
menù, abbiamo pensato a un personaggio legato all´economia
come Ettore Artioli, vicepresidente di Confindustria. Il secondo piatto
è il momento più difficile del menù. Si va incontro
al calo dell´attenzione da parte dei commensali, c´è
chi si dice troppo sazio o chi aspetta il dolce e allora, per non rischiare
un flop, occorre inventare qualcosa di strabiliante. Ecco perché,
per andare sul sicuro abbiamo interpellato un fuori classe della creatività
come lo scrittore Andrea Camilleri. Infine il dolce, affidato alla editrice
Elvira Sellerio che ha puntato sulla tradizione. Il tutto accompagnato
dai vini giusti per una notte indimenticabile. Insomma, non resta che augurarvi
buon appetito.
Vera Bonanno, Stefania Petyx
L'antipasto - Baccalà fritto innaffiato da un brut
Il primo - Con gli gnocchi alla zucca rossa un bianco dolce ed elegante
Il secondo
Tutt´altro che "munnizza" il panettone verde della nonna
Per il secondo, dall´armadio dei ricordi Andrea Camilleri ha
tirato fuori una ricetta di famiglia il cui solo nome può risolvere
quei problemi legati allo stupore dei commensali. Chi potrebbe resistere
alla curiosità di mangiare un piatto che chiamato "La Monnezza".
La ricetta - Prendete un piatto enorme e sul fondo sminuzzare fino a coprirlo,
gallette dure e spesse. Nel frattempo, bisogna fare cuocere singolarmente
tutte le verdure dolci possibili e immaginabili: scalora, biela, cavolfiori
bianchi, cicoria dolce. Poi, a parte, occorre mettere insieme delle verdure
per insalata crude, lattughe, radicchi, lavarle, scolarle e affettarle
sottilmente. Nel frattempo, procuratevi una bottiglia di vetro da un litro
e riempitela, a occhio, di olio, aceto e sale e agitando bene. Fate cuocere
a parte patate grosse, barbabietole e uova. In un piatto, mettete poi capperi
e alici. A questo punto, cominciate a sbucciare le arance grosse da tagliare
a fette. Ora, sulle gallette messe al fondo del piatto, riponete il primo
strato di verdure cotte ben scolate e alternatene uno di verdure crude.
E così via, sino a dar forma a un grosso panettone. Ogni tre strati
di verdura, una passata di condimento, ossia il miscuglio di olio, aceto
e sale. Ora arriva il turno delle patate: prendetele e tagliatele a fette
larghe e disponetele alla base di questo panettone di verdure, poi decorate
a salire mettendo le arance sopra le patate, poi le barbabietole, poi le
uova, sempre tagliate a fette e alla fine le alici, in ognuna delle quali
dovete però inserire un cappero. In poche parole, bisogna ricoprire
interamente la montagna di verdure. Il succo d´arancia va aggiunto
al condimento. Si mette in frigo e si mangia la sera. «Era la pietanza
che mi preparava mia nonna - conclude Camilleri - e che lei chiamava "munnizza".
Cioè, era il modo migliore per riciclare i residui delle verdure.
Alla fine, è veramente una cosa raffinata».
Il vino - Per esaltare l´aspetto salino di capperi e alici del
panettone di verdure, manteniamoci sempre su un bianco. Perfetto i Grappoli
del grillo 2003 di Marco De Bartoli, che di note marine e sabbiose fa la
forza del suo bouquet, per poi diventare agrume e gelatina di pera. In
bocca il corpo è giocato sul calore della persistenza e sull´equilibrio
dell´acidità; vaniglia e mandorla amara si smorzano sul finale
lasciando un piacevole retrogusto.
Il dolce - Siamo in Sicilia il buccellato non può mancare
La Sicilia, 30.12.2004
«L'unica Vigata è questa»
Porto Empedocle. «Vigata è Porto Empedocle». Nel
paese che ha dato i natali ad Andrea Camilleri gli amministratori comunali
non ci stanno ad assistere inerti all'ascesa di altre località che
nel nome del Commissario Montalbano stanno facendo e faranno affari d'oro.
A farsi portavoce del sentimento di chi guida politicamente la cittadina
marinara è l'assessore alla Cultura, Massimo Firetto. L'esponente
dell'Udc, insieme al sindaco Paolo Ferrara e agli altri rappresentanti
della pubblica amministrazione ha deciso di fare sentire la propria voce
fino a Palermo ed esattamente, fino alla stanza dell'assessore regionale
al Turismo, Fabio Granata. Colui il quale è il grande sponsor del
progetto «Parco Vigata», indicando nei giorni scorsi quattro
località in cui ambientare tutto quanto ruota intorno al mondo creato
da Camilleri.
Tra quelle quattro, Ragusa Ibla, San Vito Lo Capo, Scopello e Santa
Bonagia non figura il nome di Porto Empedocle.
Massimo Firetto con il termine «alzare la voce» però
non intende in alcun modo andare a fare la guerra a Fabio Granata, ma anzi
aprire un tavolo di trattative sul quale la realtà empedoclina intende
non stare a guardare. Firetto è chiaro: «Non vogliamo gridare
le nostre convinzioni all'assessore e al governo regionale, ma è
necessario che da parte nostra si faccia chiarezza sul nostro ruolo nel
costituendo Parco Vigata».
Il tutto si potrebbe tradurre con un semplice «ci siamo anche
noi, non vi dimenticate di noi». Una sintesi molto estrema che però
Massimo Firetto approfondisce con ulteriori spunti di riflessione.
«Un conto è pensare a una Vigata prettamente cinematografica
un altro è pensarne un'altra letteraria. Per quella cinematografica
Ragusa Ibla potrebbe anche andare bene, ma sul fronte della Vigata raccontata
da Camilleri, non si può non ricordare che Marinella è qui
da noi e non certo a Scopello, con rispetto parlando per quest'ultima località.
Qui c'è anche la casa di Andrea Camilleri dove vive quando non è
a Roma. Ecco - sottolinea l'assessore empedoclino - abbiamo deciso di chiedere
un incontro con Granata per fare il punto della situazione alla luce degli
ultimi fatti. In questa ricerca del dialogo però non dobbiamo essere
soli. In questo senso - dice Firetto - chiediamo alla Provincia regionale
di Agrigento di sostenere questa nostra azione, immaginando un grande parco
della cultura tutta agrigentina, con punte a Racalmuto, Agrigento e Porto
Empedocle, unite dall'aver dato i natali a Sciascia, Pirandello e Camilleri».
Un mega Parco letterario dunque per fronteggiare l'ascesa di quei paesi
che fiutando l'affare si sono messi in fila per diventare la vera Vigata.
«La vera Vigata siamo noi e per questo motivo vogliamo metterci
in discussione con le altre località». Una corsa contro il
tempo dunque, che proseguirà subito dopo le feste con un incontro
già fissato tra Fabio Granata e il sindaco empedoclino, Paolo Ferrara.
Il tutto al cospetto di un Camilleri al quale tutta questa faccenda pare
non interessi granché.
Francesco Di Mare
La Sicilia, 30.12.2004
Lo scrittore Andrea Camilleri
«Altro che Taormina e Palermo visitate il castello di Mussomeli»
Mussomeli. Visitate Mussomeli e il suo castello manfredonico-chiaramontano:
ve lo suggerisce il commissario Salvo Montalbano. Sono infatti le colline
brulle e le terre riarse del cuore dell'isola gli itinerari che Andrea
Camilleri, il papà del celebre commissario da Vigàta, consiglia
a chi vuole conoscere la Sicilia più autentica, e tra questi luoghi
indica anche Mussomeli. Camilleri, intervistato da un quotidiano nazionale
insieme ad un altro grande scrittore siciliano, Vincenzo Consolo, suggerisce
di tralasciare i luoghi canonici come Taormina e Palermo, e tuffarsi in
un viaggio che comprenda "le viscere della Sicilia".
Per Camilleri, che predilige "Il paesaggio umano tutt'ora poco violentato
dal cemento e dalla modernità", bisognerebbe dunque partire da Enna
dove visitare il castello di Lombardia e la celebre rocca di Cerere e il
lago di Pergusa, senza trascurare i luoghi vicini, luoghi immortalati dallo
scrittore Nino Savarese, e aggiunge: "Ma va tenuto in considerazione anche
il castello chiaramontano di Mussomeli, oggi restaurato che sembra sorgere
direttamente dalla roccia".
E così, dopo avere gustato la mbriulata che ha promesso di far
mangiare al suo Montalbano, tra un arancino e una leccornia preparata dalla
cara domestica, Camilleri che già la scorsa estate si era reso disponibile
a recarsi nella cittadina del Vallone, si sta impegnando a promuoverne
l'immagine e la storia, come aveva promesso.
Tutto nasce a seguito della videointervista in esclusiva realizzata
lo scorso agosto da una delegazione della "Festa dell'Unità del
Vallone 2004" che si tenne a Mussomeli dal 2 al 5 settembre. In quella
occasione Camilleri si sottopose di buon grado alle domande di Tonino Calà,
responsabile della kermesse dei Democratici di Sinistra e promise di "sponsorizzare"
il castello di Mussomeli.
R. M.
Italia Oggi, 30.12.2004
Una nuova rivista presenta la Sicilia
L'isola del tesoro edita dall'assessorato al turismo
La Sicilia diventa l'isola del tesoro. Almeno per l'amministrazione
regionale che, attraverso l'Osservatorio della politica turistica mediterranea
presso l'assessorato al turismo, ha dato vita a una rivista quadrimestrale
dal titolo "Sicilia. L'isola del tesoro".
L'obiettivo è far conoscere le diverse sfaccettature di una
terra che ha visto 13 dominazioni e che da ognuna ha preso qualcosa. Per
riuscire nel suo intento, la regione non si è limitata a descrivere
le città più belle, i ristoranti migliori, i prodotti tipici.
Si è affidata alla parola dei cittadini siciliani più illustri:
da Andrea Camilleri a Fabrizio Ferri, a Claudia Cardinale. Sono loro che
animano le 240 pagine de "L'isola del tesoro", stampato in 10.000 copie
e scritto anche in inglese. La prima tiratura è stata distribuita
con la formula dell'abbinamento quotidiano (Giornale di Sicilia, La Sicilia,
Gazzetta del Sud) più rivista, al prezzo di 10 euro. Fuori dall'isola
è possibile trovare il quadrimestrale presso le edicole e gli aeroporti
di Milano e Roma, oppure tramite abbonamento. Apre la rivista il lungo
racconto di Sebastiano Tusa, dirigente della soprintendenza ai beni culturali
e ambientali di Palermo, del ritrovamento nello stretto di Sicilia del
Satiro danzante, la statua in bronzo custodita a Mazara del Vallo. Intanto
la redazione è al lavoro sul nuovo numero. "Vogliamo creare l'aspettativa
di trovare tra le pagine della rivista qualcosa di interessante", spiega
Agostino Porretto, direttore dell'Osservatorio. E il direttore del giornale,
Antonio Belcuore, aggiunge: "Bisognerà aspettare ancora qualche
giorno. Il numero uno de "L'isola del tesoro" sarà presentato a
Milano in occasione della Bit".
Ignazio Marino
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