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RASSEGNA STAMPA

AGOSTO 2011

 
DavideMaggio.it, 1.8.2011
Ascolti Tv dal mondo: Money Drop funziona in Spagna, Lady Gaga non sbanca, ascolti tiepidi per Montalbano in Francia

Money Drop, A minute to win it, Odd one in e Masterchef arriveranno in autunno sull’italico piccolo schermo, ma negli altri Paesi come sono stati accolti dal pubblico? DM gira per voi nelle tv di tutto il mondo a caccia di nuovi e vecchi format per capire come cambiano i gusti dei telespettatori. Eccovi il meglio della settimana dal 24 al 30 Luglio, dalle tv di Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Australia.
[...]
FRANCIA – [...] La serie Commissaire Montalbano non trova lo stesso riscontro che ha in Italia: su France 3 i telespettatori sono solo 1.944.000 con l’8.7%. [...]. 
 
 

Gazzetta dello Sport, 1.8.2011
«Ti ho detto cento volte che queste minchiate non m'interessano!» «Va bene, va bene»
Amore e fratellanza
Seconda puntata
 
 

Gazzetta dello Sport, 2.8.2011
«Riciclaggio?» «Sono voci, dottore. L'ingegnere è, per la legge, pulito come il culo di un neonato appena lavato.»
Amore e fratellanza
Terza e ultima puntata
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 2.8.2011
Addio a Mariella Lo Giudice una vita dedicata al teatro

Domani avrebbe dovuto interpretare un ruolo intenso, l'ennesimo, in Pathos. La tragedia delle Troiane. Una prima molto attesa nella "sua" Catania, nella cornice del teatro greco romano. Invece l'attrice catanese Mariella Lo Giudice se n'è andata di notte, a casa propria, a soli 58 anni. Da sei anni lottava contro un male incurabile armata di un'incredibile voglia di vivere e del sorriso di sempre offerto al pubblico e agli amici.
[...]
Andrea Camilleri la ebbe ne "L'uomo, la bestia e la virtù" di Pirandello.
[...]
Rosa Maria Di Natale
 
 

Gazzetta dello Sport, 3.8.2011
«Vossia mi vuole parlari col tu o col lei?» spiò il contadino. «Col lei. Non è mia abitudine...»
Sequestro di persona
Prima puntata
 
 

l’Unità, 3.8.2011
Ponzetti, un commissario molto italiano

Una narrazione avvincente e piena di suspance, ambientata a Roma. Con "Il silenzio degli occhi" (pagine 264, euro 16,50, Fazi), Giovanni Ricciardi consacra letterariamente il personaggio dei suoi romanzi, Ottavio Ponzetti. Un poliziotto molto italiano, che non risente di alcun influsso americano. Ma è un italiano che rispetta le regole e si preoccupa se un suo collaboratore commette qualche infrazione.
[...]
Ricciardi ha fantasia, ed ha creato un personaggio interessante, che funziona narrativamente. In molti hanno subito pensato ad un Camilleri romano. Ed invece per stile, metodologia di scrittura, uso della lingua, vi sono profonde differenze. C’è l’inserimento di frasi in dialetto romano, con il personaggio Iannotta, ma questo non basta a creare un parallelismo con Montalbano.
Salvo Fallica
 
 

Gazzetta del Sud, 4.8.2011
Un anno dopo, ricordando la forza di Elvira Sellerio
A maggio verrà anche assegnato un premio, da una giuria di sole donne, a una maestra statale

Un cd con "Certe canzoni che amava", un libro con i racconti di familiari, amici e collaboratori, un premio e un'associazione culturale. A un anno dalla morte, avvenuta il 3 agosto del 2010, Elvira Sellerio, che aveva 74 anni, viene ricordata con numerose iniziative e progetti per promuovere opere e talenti, come a lei piaceva fare. «Finché potrò, resterò un piccolo editore libero, privato, indipendente, che fa libri di qualità e senza doverne rendere conto» aveva detto Elvira Giorgianni Sellerio in un'intervista del 2000 a "Stilos". E ancora: «Viviamo in un paese in cui tutto è effimero e precario: vorrei che almeno i libri non lo fossero» sottolineava nel 1991.
Pensieri che sono stati raccolti nel sito della casa editrice Sellerio (www.sellerio.it) di cui Elvira è stata anima e fondatrice, dove i «figli Olivia e Antonio con Enzo Sellerio e tutti gli amici e collaboratori della casa editrice la ricordano oggi come ogni giorno e in ogni pagina del loro lavoro, con grandissimo affetto, ammirazione e gratitudine».
Il suo grande amico Andrea Camilleri, siciliano come lei, ne ha parlato come di «quella sorella minore che avevo tanto desiderato. Ero affascinato dalla sua personalità complessa. Elvira sapeva essere dolcissima e durissima insieme». «Frequentavo la casa editrice come casa mia» ricorda lo scrittore del quale Elvira Sellerio pubblicò il primo romanzo, "Il birraio di Preston", e poi tanti altri. «Era come i rabdomanti, quelli che trovano l'acqua sotto terra. Bastava leggesse le prime pagine di un libro per sentire la presenza dell'autore. Andava a colpo sicuro. È un dono di natura» dice il padre di Montalbano..
Nel cd "Certe canzoni che amava", la figlia Olivia ha interpretato sedici tra i brani preferiti dalla madre, fra cui "Buonanotte fiorellino", "Bocca di Rosa", "Azzurro", "O surdato 'nnammurato". Le canzoni, pubblicate con la collaborazione del fratello Antonio dalla casa editrice Sellerio, sono assieme a un libretto con 24 ritratti, per la maggior parte di Enzo Sellerio. I lettori che vorranno averne una copia possono però prenotarla scrivendo a info@sellerio.it. I cd saranno inviati, a partire dal primo settembre, fino ad esaurimento delle scorte.
È in preparazione anche un libro che raccoglie il ricordo di familiari, amici e collaboratori di Elvira Sellerio, editrice e donna di grande sensibilità. Nel settantaseiesimo anniversario della sua nascita, il 28 maggio 2012, verrà anche assegnato il Premio Elvira Sellerio, che nella prima edizione avrà una giuria di sole donne, presieduta dalla figlia Olivia, e premierà una maestra della scuola elementare statale, il cui «nobilissimo e delicato compito Elvira Sellerio ha sempre ritenuto d'importanza fondamentale in una società che voglia e possa dirsi civile» come spiega una nota della casa editrice. Nel nome di Elvira Sellerio verrà presto costituita, infine, un'associazione culturale che possa promuovere e preservare opere e talenti nel segno da lei tracciato.
Di un "silenzio", invece, sulla figura della Sellerio ha parlato ieri in una nota Davide Faraone, capogruppo del Pd al comune di Palermo: «Palermo non la ricorda. Non la ricorda la politica, la cultura. Un anno fa come piccolo segno avevo chiesto l'intitolazione di una strada. Poca cosa rispetto alla "zarina" siciliana. A distanza di un anno dalla sua morte, noto che al silenzio si è aggiunta la memoria corta. Il problema di Palermo è anche questo».
Mauretta Capuano
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 4.8.2011
L’anniversario
Le canzoni incise dalla figlia per ricordare Elvira Sellerio

Con i capelli scompigliati e la sua scriminatura di donna forte in una foto del marito Enzo Sellerio. Si è vestito così, con le foto di Elvira Sellerio, il sito della casa editrice a un anno dalla scomparsa di quella che fu insieme a Sciascia e il marito Enzo, l’anima della Sellerio. L’hanno voluto ricordare con un disco sua figlia Olivia che, aiutata dal fratello Antonio, ha reinterpretato come una sorta di grammofono della memoria le canzoni (da De Andrè a Doris Day) che la madre canticchiava ammantata dalla coltre di fumo della sigaretta. L’album che viene arricchito da alcuni ritratti fotografici, in gran parte di Enzo Sellerio, verrà omaggiato agli amici-lettori che ne faranno richiesta. Sempre in memoria dell’editrice verrà pubblicato un libro in cui saranno raccolte le testimonianze di quei collaboratori che con lei hanno condiviso il “vizio dello scrivere”. Sempre sul sito è possibile rivedere alcuni video e interviste a Elvira Sellerio come quella fatta da Andrea Barbato. Si svolgerà invece il 28 maggio 2012, a 70 (76, NdCFC) anni dalla nascita, il “Premio Elvira Sellerio”, con un giuria, almeno per quest’edizione, di sole donne e che premierà una maestra di scuola elementare.
Carmelo Caruso
 
 

La Repubblica, 4.8.2011
L’iniziativa
Cd, libri e tanti omaggi il ricordo di Elvira Sellerio

Roma - A un anno dalla morte, Elvira Sellerio ieri è stata ricordata con l'annuncio di diverse iniziative: un libro di racconti di familiari e amici, uno su tutti Andrea Camilleri che ne parla come di «quella sorella minore tanto desiderata»; un'associazione culturale per preservare opere e talenti; un premio a suo nome, con una commissione di sole donne, presieduta da Olivia Sellerio, conferito ad una maestra della scuola elementare, figura il cui nobile compito era riconosciuto da Elvira d'importanza fondamentale in una società che voglia e possa dirsi civile. Infine il cd Certe canzoni che amava, tra tutte Senza fine, Azzurro, Bocca di rosa.
 
 

Gazzetta dello Sport, 4.8.2011
«Lui tornò, mi trovò che stavo morendo dissanguata e mi portò allo spitàle»
Sequestro di persona
Seconda e ultima puntata
 
 

Simenon Simenon, 4.8.2011
Simenon. Quando Camilleri lo incontrò

Un quartetto All-Star. Stiamo parlando di coloro che lavorarono alla prima serie televisiva di Maigret, prodotta dalla Rai alla metà degli anni sessanta dove troviamo Mario Landi alla regia, Diego Fabbri alla sceneggiatura, un allora sconosciuto Andrea Camilleri alla produzione Rai, e Gino Cervi interprete del commissario.
Con un poker d'assi di tale levatura era difficile che lo sceneggiato non funzionasse, anche perché dietro c'erano le storie di quel formidabile narratore che era Georges Siemenon. E infatti non solo funzionò, ma si trattò di uno dei maggiori successi degli sceneggiati Rai. (vedi il post del 17 aprile scorso Simenon. Maigret sbarca sulla tv italiana).
Quando si trattò di sottoporre allo scrittore gli attori che avrebbero impersonato i protagonisti principali, fu necessario un incontro che deve essersi tenuto in Svizzera, nel '64 alla grande villa di Epalinges, vicino Losanna. A quel rendez-vous andarono in due, Diego Fabbri e Andrea Camilleri. In quel momento Fabbri era già famoso, aveva scritto un lavoro teatrale L'Inquisizione che aveva avuto successo pure a Parigi. E poi aveva realizzato, sempre per il teatro, Processo a Gesù, considerato il suo capolavoro. Ma aveva anche lavorato, anche come sceneggiatore per il cinema, con registi del calibro di Germi, Blasetti, Rossellini, Antonioni.
Camilleri, così ricorda Simenon: "...Somigliava molto al suo personaggio, era, direi, decisamente megrettiano. La sua massiccia cubatura occupava molto spazio, non parlava molto, piuttosto bofonchiava, e alle parole intercalava grossi silenzi. Mi parve un tipo calmissimo... - e racconta ancora - In quell'incontro fu quasi sempre Fabbri a parlare e io riuscii a dire solo qualche parola, trovandomi d'accordo con Simenon sul fatto che Andreina Pagnani, come moglie di Maigret, era troppo giovane e troppo carina...". Invece un sì incondizionato sulla scelta di Cervi (vedi il post del 22 maggio scorso Simenon. Si scrive Maigret, ma in Italia si pronuncia Cervi). Camilleri non dice molto di più di quell'incontro, che molto probabilmente deve essere stato abbastanza breve, con un Simenon molto stringato ed essenziale, come d'altronde lo era in ogni discussione che riguardasse il lavoro.
"...Al ritorno a Roma - prosegue Camilleri - gli facemmo pervenire una foto della stessa Pagnani, però truccata in modo che risultasse meno giovane e meno carina. L'approvazione di Simenon fu immediata...".
Allora la futura serie letteraria di un commissario, ambientata in Sicilia, di stanza nell'immaginaria cittadina di Vigata, scritta per una buona parte nel dialetto di quella regione, era ancora di là da venire. E il fatto che, al pari di Maigret, avrebbe avuto successo anche come serie televisiva (e che poi i libri sarebbero poi stati tradotti anche in Francia) allora non era davvero nei pensieri di nessuno e men che meno di quelli di Camilleri, a quel tempo diligentemente concentrato nel suo ruolo di funzionario delle produzioni Rai.
Maurizio Testa
 
 

Gazzetta dello Sport, 4.8.2011
I gialli dell’estate
Dalla Vargas ai classici La suspense tira sempre
La scrittrice francese in vetta tra i titoli di narrativa straniera Camilleri solita garanzia, tengono Simenon e gli scandinavi

Pare faccia lo stesso effetto di un ghiacciolo al limone. Si porta in spiaggia, si gusta sotto l'ombrellone, ed è goduria fino alla fine. Non c'è vacanza senza libro giallo, così ogni estate si trascina un carico ben imbastito di titoli. E la classifica non mente quasi mai: così, appena dietro a Edoardo Nesi, freschissimo Strega 2011, c'è il più giallista di tutti i giallisti. L'ultimo Montalbano di Andrea Camilleri si chiama Il gioco degli Specchi Sellerio, storia di seduzione e «ammazzatine» in stile mafioso. Lo scrittore siciliano è secondo nella narrativa italiana: tutto tranne che una sorpresa. Ma non c'è da stupirsi neppure che in vetta alla straniera spunti Fred Vargas nella foto. Al confine tra politica e letteratura, la francese è diventata scrittrice di culto. In La cavalcata dei morti Einaudi, c'è una novità spiazzante: il suo ombroso commissario Adamsberg lascia Parigi per fare un viaggetto in Normandia. Tutto il resto, secondo norma: Massimo Carlotto è la solita garanzia Alla fine di un giorno noioso, edizioni E/O, è 11esimo tra gli italiani, Adelphi continua a rispolverare Georges Simenon e a fare centro l'ultimo volume, scritto nel 1935, si chiama L'assassino e i giallisti scandinavi sulla scia di Larsson rosicchiano ancora fette di pubblico Il leopardo di Jo Nesbø, Einaudi, nono nella narrativa straniera. E una sorpresina fatta in casa si intravede anche in quest'estate piatta: Francesco Fioretti, romanziere all'esordio, ha sfornato un titolo al confine tra giallo, fantasy e thriller storico. Il libro segreto di Dante Newton Compton piace parecchio al pubblico vacanziero: quinto nella narrativa italiana.
La critica
A osservare i gusti dell'estate, c'è pure chi ha qualcosa da ridire: «Non riesco a capire il successo della Vargas - sostiene Mario Baudino, critico letterario de La Stampa -, forse per stupida esterofilia. Confesso un po' di pregiudizio, ma il suo appoggio a Cesare Battisti me la rende insopportabile». Il suo collega del Corriere, Antonio D'Orrico, la pensa alla stessa maniera: «I gialli della Vargas sono noiosissimi, brutti. E basta anche agli scandinavi come Nesbø: è un filone inventato dagli editori, un'esagerazione creata ad arte che ha stufato davvero». Tutti d'accordo, però, quando si pronuncia la parola Camilleri: «I suoi sono qualcosa di più di semplici gialli, hanno una componente di commedia che li rende sempre unici». E, poiché non di sole classifiche vive il lettore, ecco qualche dritta che piove a sorpresa: «Un posto sbagliato per morire di Hans Tuzzi di Bollati Boringhieri: gustoso, ci immerge nella Milano anni '80», suggerisce Baudino. «Io scelgo Il pontile sul lago di Marco Polillo, Rizzoli: non fa rimpiangere i migliori Fruttero e Lucentini», ribatte D'Orrico. Due titoli in più da gustarsi sotto l'ombrellone, assieme a un ghiacciolo.
Filippo Conticello
 
 

La Repubblica, 5.8.2011
Il personaggio
Montalbano con barba e ricci
il commissario prima di Zingaretti

Il prequel della fiction diretta da Gianluca Tavarelli racconta l'eroe di Camilleri a trent'anni agli inizi della carriera. Michele Riondino protagonista, Sarah Felberbaum è Livia. I sei film in onda su RaiUno nella primavera del 2012

Acate (Ragusa) - La tavola nel casale circondato dai vigneti è imbandita, ma la festa si trasforma in una resa dei conti: "Dov'eri quando avevo bisogno di te?" urla il giovane Montalbano, chiuso nella barba scura. Livia resta in disparte, la musica si ferma. Sono tutti lì, a casa del produttore di vino che ritrova il figlio, ma il rancore non si cancella con un brindisi. L'affetto mai dimostrato ha creato una barriera, padre e figlio si sono protetti nel proprio dolore, un buco nero che l'eroe di Camilleri si porta dietro. Per questo la sua famiglia è il commissariato, ha scelto come padre il padre di Fazio (Andrea Tidona), poliziotto anche lui.
Montalbano prima di Zingaretti ha il sorriso del trentenne Michele Riondino. Operazione più unica che rara, la fiction va indietro nel tempo, nel prequel racconta il commissario vent'anni prima: chi era prima di arrivare a Vigata, era allergico al potere, aveva già quel carattere? Come ha conosciuto Fazio, Mimì Augello e Catarella? E Livia quando l'ha incontrata? Come ha scoperto la famosa casa di Marinella con la terrazzetta affacciata sul mare? Tutto quello che avreste voluto sapere su Montalbano e non avete mai osato chiedere è racchiuso in una nuova serie.
Andrea Camilleri l'aveva descritto nei suoi racconti (La prima indagine di Montalbano, Ritorno alle origini, Sette lunedì; Meglio lo scuro, Ferito a morte, Il quarto segreto) e da quelle pagine lo scrittore - insieme a Francesco Bruni, Salvatore De Mola, Chiara Laudani e Leonardo Marini - ha costruito le sceneggiature per Il giovane Montalbano. Progetto che lega letteratura e televisione, Montalbano è diventato un marchio di successo per il produttore Carlo degli Esposti che insieme a RaiFiction ha realizzato sei film (in onda a primavera su RaiUno) diretti da Gianluca Maria Tavarelli.
"Ci sembra il modo di rendere omaggio al personaggio e ai lettori" spiega il capostruttura di RaiFiction Eleonora Andreatta "c'erano tante domande senza risposte, Montalbano è amatissimo dal pubblico, un personaggio affascinante e ancora tutto da scoprire. Indagando nel passato riusciamo a trovare le spiegazioni del suo comportamento nel presente, è molto interessante riannodare il filo del racconto".
Un tuffo nel passato (nel cast Adriano Chiaramida, Beniamino Marcone, Fabrizio Pizzuto, Alessio Vassallo) per ritrovare in futuro ancora Luca Zingaretti. Piano della fiction Rai permettendo, e sarebbe un delitto il contrario visti i risultati straordinari della serie campione d'ascolto anche in replica, l'attore girerà quattro nuovo film.
Montalbano prima di Zingaretti è una sfida per Michele Riondino. Da Distretto di polizia a Dieci inverni (quest'anno sarà alla Mostra di Venezia con Qualche nuvola di Saverio Di Biagio) l'attore con la faccia da giovane Che Guevara è un Montalbano solitario e appassionato, folgorato dalla bionda Livia (Sarah Felberbaum), forte e indipendente, così diversa dalla fidanzata Mery (Katia Greco) giovane insegnante che sogna l'altare.
"Quando mi hanno proposto il ruolo non volevo accettare" racconta Riondino "ci ho pensato tanto, mi sembrava un azzardo, è chiaro mi spaventava l'inevitabile confronto con Zingaretti. Poi ho parlato con Tavarelli e con Camilleri, che ci ha spiegato le sfumature, mi ha rassicurato e ci ha raccontato com'era Montalbano trentenne. Ha studiato Giurisprudenza a Palermo, ha sfiorato amicizie ai margini della legalità, cresce portandosi dietro le incomprensioni col padre. Fa il suo apprendistato di futuro commissario a Mascalippa in montagna e si sente perso: sogna il mare. Quando ottiene il trasferimento a Vigata rinasce".
Come si costruisce il mondo del giovane Montalbano? "È facile e difficile contenere tutto" spiega Tavarelli "il mondo del commissario è ricchissimo, mi sono rifatto ai romanzi: c'è tutto. Quando abbiamo avuto dubbi abbiamo chiamato Camilleri che ha scritto al volo alcune pagine apposta per noi, si è adattato alle esigenze televisive. Montalbano è diventato un personaggio "reale", un simbolo. Nella mia famiglia conoscono i libri a memoria, chi entra nel mondo di Camilleri fa parte di un club. A me sembra un personaggio affascinante e fuori dagli schemi, anche nel rapporto con Livia".
Ma quindi si capirà perché continua a tenerla a distanza. "Se ne innamora subito, è un vero colpo di fulmine" aggiunge Riondino "è come se si riconoscessero. S'incontrano per caso, è amica di una donna che Montalbano incrocia in un'indagine. Ma lui ha quasi paura di quello che prova, infatti cominciano a frequentarsi ed è Livia a prendere l'iniziativa: lo bacia". Bionda elegante, Sarah Felberbaum è Livia prima del rancore, delle telefonate per farlo ingelosire. "Una donna autonoma, sicura di sé, che sta bene con se stessa" spiega l'attrice "Ha la sua vita a Genova, hanno i loro spazi... Certo vent'anni dopo, dopo l'ennesima buca a Capodanno, le cose cambiano. Ma in questa serie tutto deve accadere".
Sicilia grande protagonista (set a Ragusa, ma anche a Siracusa e ad Agrigento) con l'assessore regionale al Turismo Daniele Tranchida che annuncia l'accordo per la co-produzione. "Per la prima volta la Regione ha una partecipazione agli utili per i diritti di distribuzione in Francia e in Germania della serie. Montalbano è un marchio, la Sicilia migliore da esportare nel mondo".
Silvia Fumarola
 
 

Adnkronos, 5.8.2011
Tv: domani singolar tenzone a distanza tra Camilleri e le signore del giallo

Roma - Singolar tenzone a distanza tra Andrea Camilleri e le ospiti di Popsophia: le signore del giallo Tecla Dozio, Barbara Garlaschelli, Nicoletta Vallorani e Margherita Oggero. Il caffe' letterario di Popsophia, primo festival del contemporaneo, si tingera' di giallo nella notte di domani. A Civitanova Marche presso i locali della ex pescheria dalle 23,30 quattro famose signore del giallo italiano affronteranno un tema scabroso con ironia e competenza: qual e' il sesso forte della scrittura gialla? Sono piu' bravi gli uomini o le donne nella creazione di un buon noir?
La risposta a distanza all'annosa questione e' attesa non solo dal pubblico che partecipera' ma anche da un illustre protagonista del giallo italiano, Andrea Camilleri. Le signore in giallo, infatti, diranno la loro in seguito a una provocazione televisiva del padre di Montelbano il quale ha scherzosamente affermato che le donne non sono all'altezza degli uomini nella stesura di un giallo perfetto. Da Roma il grande scrittore ha fatto sapere di attendere con divertimento la registrazione della replica.
Barbara Garlaschelli, finalista del Premio Strega con 'Non ti voglio vicino' (Frassinelli Ed.), Nicoletta Vallorani, nota giallista milanese di origini marchigiane, e Margherita Oggero, l'autrice della serie televisiva 'Provaci ancora prof', interpretata da Veronica Pivetti, discuteranno insieme sull'argomento con l'autorevole consulenza di Tecla Dozio, la massima esperta di gialli in Italia, consulente editoriale, organizzatrice di eventi e nume tutelare dei maggiori scrittori del genere.
 
 

Gazzetta dello Sport, 5.8.2011
«La BMW deve avere proseguito dritta invece di fare una curva, ha camminato per un centinaio di metri ed è andata giù nello sbalanco. Non c'è traccia di frenata»
Stiamo parlando di miliardi
Prima puntata
 
 

Solo Libri.net, 5.8.2011
Il gioco della mosca – Andrea Camilleri

“La memoria aduna fantasmi e più su di essi si sofferma, più li rende immaginarii”
Questo pensiero di Franz Brentano, padre della fenomenologia e maestro di Husserl, è stato scelto come epigrafe al libro “Il gioco della mosca” (Palermo, Sellerio 2000), il cui titolo è desunto da un gioco tradizionale, "U jocu da musca" che i ragazzi, da maggio a settembre, praticavano in spiaggia. Ascoltiamo quanto in proposito Camilleri dice in una sorta di introduzione:
“Il mio era un paese di terra e di mare. Aveva un hinterland abbastanza grande da potervi fare allignare i germi di una cultura contadina che s’intrecciavano, si impastavano con quelli di una cultura, più articolata e mossa, che era propria dei pescatori, dei marinai. Dal tempo della mia infanzia molte cose sono naturalmente cambiate, in meglio o in peggio non m’interessa, ma proprio perché cambiate rischiano di perdersi, di svanire anche all’interno della memoria. Che io abbia fermato alcune cose sul foglio non ha altro scopo che quello di stenografare un appunto d’uso personale: non vuole proporre paragoni, suscitare rimpianti”
Siamo nel concetto di identità collettiva che è consapevolezza di esistere con i propri sentimenti e pensieri in una fitta trama di luoghi e di eventi. E qui Camilleri la intende come il riconoscimento di radici comuni nelle parole che ci si scambia, nei riti e nei gesti che accomunano. E’ il dialetto a tenere saldamente ancorati gli abitanti di un territorio alla loro storia e alle loro tradizioni. In fondo, il suo recupero serve a non far dimenticare la calda pedagogia dell’oralità.
Nel libro, le cinquantaquattro espressioni dialettali generatrici di aneddoti sono disposte in ordine alfabetico solo per “un’agevolazione di lettura” e quasi tutte le storielle che ne derivano, così precisa il nostro autore, gli furono raccontate dai familiari, “i veri autori”. Esse sono definite “storie cellulari”: si manifestano come l’esito in lingua dello scandaglio sui modi di dire e, messe insieme, compongono il “tessuto” connettivo della comunità. Il procedimento, pur essendo per molti aspetti innovativo, è sciasciano con riferimento a "Kermesse" (1982), riscritto poi in "Occhio di capra" (1984). Anche il metodo adottato da Gesualdo Bufalino in "Museo d’ombre" (1982) l’avrà di sicuro suggestionato. E, comunque, l’antecedente di questa opera va individuato nel glossario di termini dialettali, inserito in appendice al romanzo "Un filo di fumo" (Palermo, Sellerio 1997). Numerose sono le corrispondenze terminologiche e medesima è l’ispirazione che si radica nelle certezze giornaliere: quella delle rimembranze di cui in maniera indelebile la misura umana si nutre.
Così, si dice “Fari facci” quando si accoglie qualcuno “con lieve viso, con generosa e cordiale ospitalità”. “Botta d’acitu, botta di sali, botta di vilenu, botta di sangu” sono invece maledizioni: come a dire che ti possa venire un accidenti. “Botta” equivale a “colpo”: dunque, colpo d’acidità, di sale, di veleno, di sangue, imprecazioni gerarchicamente ordinate in rapporto al danno subito. Per avere efficacia , occorreva l’intervento di una fattucchiera, e Camilleri, che nelle situazioni coglie il grottesco, evoca episodi che sarebbero piaciuti a Pirandello. Preziosa, pertanto, è la ricerca semantico-narrativa che caratterizza il libro e manifesta una precisa filosofia: quella trasmessa oralmente di generazione in generazione, assunta a regola di azioni e comportamenti collettivi.
Federico Guastella
 
 

Agrigento Notizie, 5.8.2011
Porto Empedocle
Torna Jo Squillo con "La notte della moda"

Domenica 7 agosto, nel contesto degli eventi dell’Estate Empedoclina, torna il tradizionale appuntamento con la moda presentato da Jo Squillo, e la cerimonia di consegna dei premi "Futura Prospicere 2011" a personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che si sono particolarmente distinti nella valorizzazione del territorio. La manifestazione “Futura Prospicere”, presentata da Egidio Terrana, è organizzata dal Comune e dalla “Fondazione Andrea Camilleri”.
[…]
 
 

6.8.2011
Giudici
Diversi siti di vendita online, come BOL o IBS, hanno messo in prenotazione per il 6 settembre 2011 il volume di racconti di Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli.
 
 

Gazzetta dello Sport, 6.8.2011
Stiamo parlando di miliardi
Seconda e ultima puntata
 
 

Il Giornale, 7.8.2011
Il commissario ch'era completamente ammucciato dalle carte
La versione di Camilleri: "Giuseppe Garibaldi? Era come Che Guevara"
Il padre di Montalbano riscrive la storia a modo suo: "L'eroe dei due mondi era come il Che, ma non commise errori". Comunismo e dittatura? No. "Guevara operò in un terreno poco fertile..."

Massì, sarà per via del colore. Quella camicia rossa lo deve aver abbagliato. Non c'è dubbio. Sull'eroe dei due mondi se ne sono sentite tante, ma questa è una novità. "Garibaldi è una sorta di Che Guevara", parola nientepopodimenoche di Andrea Camilleri. La spedizione dei Mille, "composta da gente di ogni parte della Penisola e anche da stranieri, è il gesto di guerra che ha dato concretamente inizio all’unità d’Italia. È un viaggio molto bello, a pensarci bene, perchè si tratta di 1.080 persone che s’imbarcano a Quarto su due navi, più o meno avventurosamente si riforniscono di carburante e di quello che serve, eludono la sorveglianza dei militari e arrivano a Marsala. Nella durata di un viaggio, in cui si parla poco l’italiano e molto il dialetto, questa gente eterogenea e raccogliticcia, animata però di uno spirito comune, diventa un esercito". Ineccepibile, una storia bellissima che lo scrittore racconta in un'intervista a cura di Roberto Riccardi contenuta nel libro Camicie rosse, storie nere, edito da Hobby & Work. E poi: "Guardando alla mitologia odierna si potrebbe considerarlo una sorta di Che Guevara, che però non commette il suo errore". Ah ecco, c'è un distinguo. "Cioè andare dove non c’è un terreno fertile. Garibaldi sceglie perfettamente il teatro in cui operare, la Sicilia". Secondo il padre di Montalbano la differenza tra il Che e Garibaldi è solo una questione insulare: la Sicilia va bene, Cuba un po' meno. Solo una questione di "sfiga", praticamente. Tutto qui, comunismo, dittature e guerriglia sanguinaria sono particolari irrilevanti. Il rosso dà alla testa. E pensare che la camicia era scarlatta solo per pedestri questioni economiche: l'eroe dei due mondi comprò a prezzo di saldo uno stock di tessuto rosso destinato ai saladeros, i macellai di Buenos Aires. Ora aspettiamo che qualcuno sostituisca al celebre "Obbedisco" il caraibico hasta l'unità siempre... Non si sa mai.
 
 

Gazzetta dello Sport, 7.8.2011
Il commissario ch'era completamente ammucciato dalle carte
Come fece Alice
Prima puntata
 
 

MaremmaNews, 8.8.2011
Andrea Camilleri alle giornate in memoria di Raniero Amarugi

Santa Fiora. Ci sarà anche Andrea Camilleri alle giornate in memoria di Raniero Amarugi organizzate dalla famiglia, dalla Federazione provinciale di Rifondazione Comunista, dal 10 al 13 agosto alla “Piana del Riccio” di Marroneto - il prato di proprietà di Raniero da lui stesso ceduto in uso gratuito alla collettività - saranno proposte iniziative politiche, giochi e merende. “Raniero con noi” comincia mercoledì 10 agosto, alle ore 19.30, con un buffet inaugurale e la proiezione di video su Amarugi, scomparso più di un anno fa, e la sua lunga militanza politica da antifascista e comunista. Interverranno il Sindaco di Santa Fiora, Renzo Verdi, e l’Assessore regionale Salvatore Allocca. Giovedì 11 agosto, spazio ai bambini: alle ore 10.00 animazione con “La compagnia del Topo Birbante” e colazione tra i castagni a base di pane e Nutella, e non solo. Il pomeriggio, merenda/cena e, dalle 21.00, torneo di briscola.
Venerdì 12 agosto, ritrovo alle 17.30 con Corrado Barontini che presenterà il libro di Morbello Vergari “Versacci e discorsucci”. Segue consueta merenda/cena e musica live con gli “Across the Beatles’ Universe”.
Sabato 13 agosto, infine, partirà proprio da Marroneto, alle ore 11.00, […]
 
 

Fattitaliani, 8.8.2011
Francesco De Filippo a Fattitaliani: "Andrea Camilleri pensava di aver pagato dazio sufficiente con Mussolini e invece si è trovato Berlusconi"
In un libro-intervista il giornalista e scrittore Francesco De Filippo incontra Andrea Camilleri e parla con lui di tanti argomenti che ne fanno emergere un profilo poco conosciuto se non inedito mentre commenta gli eventi più significativi del nostro tempo e i grandi temi che interessano la società. La conversazione ha dato origine al volume pubblicato da Infinito edizioni nella collana Grandangolo che s'intitola Questo mondo un po' sgualcito (pagg. 128, € 9,90): l'autore ne ha parlato con Fattitaliani. L'intervista.
Come hai organizzato temi e tempi dell'intervista ad Andrea Camilleri? quale occasione o spunto ha dato origine al volume?
L'idea di un libro intervista nasce molto tempo fa dopo aver notato che della personalità di Andrea Camilleri i media ripropongono sempre la solita immagine. Uomo colto, gran fumatore, spiritoso, distaccato quanto intelligente, di sinistra (senza mai sottolineare che è uno dei pochi intellettuali pronto a sporcarsi le mani, a scendere in piazza nonostante l'età), padre di Montalbano. Sfugge a questo catalogo l'aspetto di uomo saggio, di guru metropolitano, capace di lucide critiche, grazie anche alla ricca gamma di esperienze che ha fatto nella sua vita. Ecco, occorreva supplire a questa mancanza. Il nostro Paese è sempre così pronto a osannare individui banali (dunque innocui, non critici) che parlano come spot pubblicitari e, nel caso di persone intelligenti, complesse e "utili" a una possibile crescita come Camilleri, a disinnescarli in un cliché di pettegolezzi, polemiche, o, come nel nostro caso, di senile bonarietà. Volevo mettere un peso sull'altro piatto della bilancia, utilizzare questa Ferrari su un'autostrada piuttosto che farla "imballare" nel traffico cittadino.
Quale profilo inedito emerge dello scrittore empedoclino?
Il Camilleri che emerge è il saggio che analizza la realtà contemporanea, gli uomini soprattutto. Gliel'ho proposto, ha accettato e così ogni tanto, nel corso dei nostri lunghi dialoghi, ho posto una domanda e accesso il registratore. Insomma, un dialogo informale in un contesto domestico, proseguito per settimane. Questo tono amichevole, ironico e sagace spero di aver saputo tradurre su pagina.
E Montalbano?
Proprio per tutto quanto detto prima, due sono - volontariamente - i grandi temi assenti di questo libro: Montalbano e Berlusconi. Credo che dell'uno come dell'altro il Camilleri-pensiero sia stato sceverato in ogni suo aspetto. Abbiamo trattato argomenti altrettanto divertenti quanto inediti, abbiamo preferito lasciare spazio a questi.
Da che cosa in particolare il mondo di oggi viene sgualcito? le pagine sembrano attraversate da un senso di pessimismo...
Capisco che il libro possa apparire pessimista. In realtà, la battuta sempre pronta e la simpatia dell'intervistato rendono il volume leggero e chiaro anche quando affronta temi impegnativi. Certo, una persona di 85 anni che ha vissuto in prima persona il Ventennio fascista, la Seconda guerra mondiale, la Guerra fredda, coevo di Vietnam, dittature americolatine, purghe staliniste e capacità spionistica della Ddr, che ha conosciuto alcuni dei più grandi protagonisti del '900 e, da quando è divenuto famoso, anche del XXII secolo, che ha letto migliaia di libri e visto migliaia di film e rappresentazioni teatrali, forse si aspettava di non dover vedere il ripetersi di orrori, guerre, disuguaglianze come quelli cui stiamo assistendo in questi anni. Pensava di aver pagato dazio sufficiente con Mussolini e invece si è trovato davanti Berlusconi; di aver saldato i conti con la guerra dopo il 1945 e invece i massacri di Iraq, Afghanistan, tanto per fare dei nomi, sono la riproposizione di quell'epoca; il consumismo sfrenato e narcotizzante la risultante di anni di impegno sociale. Il sentimento che trapela forse potrebbe essere definito come disillusione, disinganno di chi si aspettava molto di più e invece si accorge che, nonostante internet, e-mail, I-phone, le sonde su Marte, la civiltà dell'uomo è rimasta lì dov'era, se non è addirittura arretrata.
La scelta del progetto da realizzare a Bilogo, nel Burkina Faso con i proventi del libro come nasce?
Il progetto è quello di raccogliere pillole di saggezza da Camilleri per trasmetterle alle nuove generazioni, ai giovani, agli adulti: la consegna di un testimone. Se il fine è "didattico" abbiamo pensato che non andava mischiato con aspetti commerciali, tutti ci guadagnano ma non da un punto di vista economico. Camilleri ci guadagna perché l'idea gli è piaciuta ed aveva desiderio di parlare degli argomenti che abbiamo trattato; la mia vanità di scrittore e saggista ha avuto la sua parte perché il progetto è piaciuto ed ho messo il mio nome affianco a quello di Camilleri; la casa editrice ne ha guadagnato in pubblicità inserendo nel proprio catalogo il titolo di un grande autore. I soldi possono andare a chi ne ha più bisogno di noi.
C'è stata una risposta su un dato argomento che non ti aspettavi e che ti ha spiazzato?
Guarda è bello e difficile allo stesso tempo intervistare Camilleri. Poni una domanda e non sai mai dove andrà a parare, ma è bello e interessante seguirlo nei suoi percorsi mentali e si finisce sempre per apprendere qualcosa. Parti dalla meteorologia e finisci per trovarti a parlare del Sergente nella neve... D'altronde, i greci e i romani ben prima di noi sapevano valutare gli anziani.
Giovanni Zambito
 
 

Adnkronos, 8.8.2011
Camilleri: Garibaldi come il Che ma non commise il suo errore
Lo scrittore in un'intervista a cura di Roberto Riccardi contenuta nel libro 'Camicie rosse, storie nere': ''Garibaldi sceglie perfettamente il teatro in cui operare, la Sicilia. L'isola era stata un continuo terremoto, dal 1848 in poi''

Roma - La spedizione dei Mille, "composta da gente di ogni parte della Penisola e anche da stranieri, è il gesto di guerra che ha dato concretamente inizio all'unità d'Italia. E' un viaggio molto bello, a pensarci bene, perché si tratta di 1.080 persone che s'imbarcano a Quarto su due navi, più o meno avventurosamente si riforniscono di carburante e di quello che serve, eludono la sorveglianza dei militari e arrivano a Marsala. Nella durata di un viaggio, in cui si parla poco l'italiano e molto il dialetto, questa gente eterogenea e raccogliticcia, animata però di uno spirito comune, diventa un esercito". A raccontare l'impresa di Garibaldi è Andrea Camilleri, in un'intervista a cura di Roberto Riccardi contenuta nel libro 'Camicie rosse, storie nere', edito da Hobby Work.
Garibaldi? "Guardando alla mitologia odierna si potrebbe considerarlo una sorta di Che Guevara, che però non commette il suo errore, cioè andare dove non c'è un terreno fertile. Garibaldi sceglie perfettamente il teatro in cui operare, la Sicilia. L'isola - racconta - era stata un continuo terremoto, dal 1848 in poi. Anche perché il regno borbonico si era preoccupato di regnare, ma non di avere dei cittadini borbonici, di trovare un'unità al suo interno, per esempio tra napoletani e siciliani. In Sicilia, anche per questo motivo, le spinte separatiste rimasero vivissime. Vi attecchirono in parallelo le idee liberali, che erano molto combattute a Napoli, dove si avvertiva la diretta pressione dei Borbone, mentre a Palermo non era così. Il capoluogo isolano aveva avuto addirittura un suo Senato, una forma d'indipendenza con Ruggero Settimo, e quindi il terreno era ottimo per una rivolta".
'Camicie Rosse, Storie Nere' raccoglie gli interventi di tredici giallisti italiani che, tra fiction letteraria e verosimiglianza storica, ripercorrono le vicende dei garibaldini.
"La cosa più bella della Storia - fa notare Camilleri - è che in essa tutto è necessario. La necessità di un fatto, però, non la avverti sul momento. Te ne accorgi dopo che era tassativo che un certo episodio si verificasse. Ma sulla necessità storica dell'Unità d'Italia, assoluta, ineludibile, non ci piove. All'interno dei grandi movimenti storici del tempo, tutto ciò che è stato si rivela necessario, a posteriori. I latini dicevano: post hoc, propter hoc''. ''Ora però proporrei una spedizione a rovescio. Partire da Marsala e sbarcare nel Bergamasco o nel Bresciano, dove di garibaldini ce ne furono tanti. Così facciamo una volta per uno". Certo in Lombardia, fa notare Riccardi allo scrittore, il mare non arriva. "E sennò - replica Camilleri - che impresa sarebbe?".
 
 

Agrigento Notizie, 8.8.2011
Continua il successo dell'Estate empedoclina

Porto Empedocle. Sabato, l'Estate Empedoclina è entrata nel vivo […].
Le manifestazioni hanno avuto un importante momento domenica sera nella affollatissima piazza Kennedy, con il premio "Futura Prospicere", premio inserito nel contesto della sfilata di moda curata dalla azienda Bellavia e presentata da Joe Squillo. Anche quest'anno con "Futura Prospicere si è voluto premiare le personalità del mondo della Cultura e dello Spettacolo e non solo, che con la loro attività nel 2011 si sono particolarmente distinte nella valorizzazione del territorio. La manifestazione “Futura Prospicere”, presentata da Egidio Terrana, è organizzata dal Comune e dalla “Fondazione Andrea Camilleri”.
Quest’anno la speciale commissione, presieduta dal sindaco Calogero Firetto ha deciso di assegnare l’ambita statuetta raffigurante un uomo con le braccia simbolicamente protese verso il futuro, opere esclusive dell’artista Giuseppe Agnello, al giornalista del “Corriere della Sera”, Felice Cavallaro e al regista e autore televisivo Michele Guardì. Targhe speciali sono state assegnate nel corso della serata al comandante Vittorio Alessandro portavoce del Comando Generale delle Capitanerie di Porto che ha ricevuto la targa speciale dalle mani del senatore D'Onofrio, Vittorio Alessandro ha vissuto in prima persona il dramma dei tragici sbarchi di Lampedusa; Tony Cucchiara ha consegnato la targa al giovane musicista saccense Ivan Segreto (che ha presentato in anteprima il brano “Ristoro” tratto dal suo ultimo album “Chiaro”  in uscita a Settembre).
[…]
Ha chiuso la serata il saluto di Andrea Camilleri, che non potendo essere presente, ha salutato e ringraziato tutti telefonicamente.
Giuseppe Presti
 
 

Gazzetta dello Sport, 8.8.2011
«Eh no, cara amica, si sbaglia di grosso. Io sono meglio, molto meglio»
Come fece Alice
Seconda e ultima puntata
 
 

9.8.2011
Incontro con Andrea Camilleri alle giornate in memoria di Raniero Amarugi
L'incontro si terrà sabato 13 agosto alle 11:00 (Marroneto - Santa Fiora (GR), “Piana del Riccio”).
 
 

Ragusa News, 9.8.2011
L'11 agosto Camilleri a Scicli

Scicli - Letture e interpretazioni, nei luoghi di Montalbano.
Si tiene giovedì 11 agosto, dalle 21,30 alle 23,30, la serata Camilleri.
Leggeranno brani di Camilleri Nicoleta La Terra, Ilde Barone, Chiara Scucces, Ciccio Schembari, Salvatore Schembari.
I luoghi delle letture sono: la stanza del sindaco, il caffè Brancati, la farmacia Cartia, palazzo Spadaro, la galleria Koinè, il cortile Carpentieri.
Nel cortile del Carpentieri l'intervista televisiva ad Andrea Camilleri di Peppe Savà.
L'iniziativa è del Movimento Brancati.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 9.8.2011
Cinema. Dal 18 a Palazzo Jung la rassegna di documentari curata da Mario Bellone
Da Turturro a Ciprì e Maresco la Sicilia raccontata dai film

[…]
”Prove per una tragedia” di John Turturro, con Andrea Camilleri, Mimmo Cuticchio, Emma Dante, Vincenzo Pirrotta, Donatella Finocchiaro, Gioacchino Lanza Tomasi, è “una dichiarazione d’amore alla Sicilia” come lo stesso autore afferma. Un viaggio che Turturro affronta per ritrovare le proprie radici (i suoi nonni materni erano di Aragona) e scoprirne tradizione e modernità.
[…]
v. f.
 
 

Gazzetta dello Sport, 9.8.2011
Era tutto vestito di nivuro, con una mano si teneva il cappello incarcato in testa
La revisione
Prima puntata
 
 

Gazzetta dello Sport, 10.8.2011
«Delle persone che ho arrestato sono certo della loro colpevolezza»
La revisione
Seconda e ultima puntata
 
 

La Repubblica, 11.8.2011
Il premio. Le quote dei bookmaker: ci sono anche Camilleri e Saviano
Nobel, Murakami favorito tra gli italiani c'è Eco

Roma - Il Nobel per la letteratura ha già il suo favorito. I bookmaker inglesi danno da ieri come possibile vincitore Haruki Murakami, che era in lizza anche per il premio 2010, poi assegnato a Mario Vargas Llosa. Il giapponese è quotato a 6,50.
[...]
Sulla lavagna dei bookmaker non mancano i concorrenti italiani. Compare, infatti, primo fra tutti, il nome di Umberto Eco, che nei pronostici non è tra i favoriti, ma si gioca a 25. L'autore de Il nome della rosa precede Andrea Camilleri, a quota 35, mentre sale a 110, con grande distacco dagli altri, la candidatura di Roberto Saviano.
[...]
 
 

Paperback.it, 11.8.2011
Il gioco degli specchi

Il gioco degli specchi è il nuovo romanzo di Andrea Camilleri incentrato sulla figura dell’ormai celebre commissario Montalbano, amato da tutta Italia e su cui è stata girata una serie televisiva di notevole successo.
La pubblicazione di questo episodio arriva proprio mentre una serie di voci, smentite e non, si rincorrono. Sembra che Camilleri abbia già consegnato alla casa editrice Sellerio l’ultimo episodio. Infatti in una recente intervista comparsa su un libro di Lorenzo Rosso, intitolato Caffè Vigàta. Conversazione con Andrea Camilleri, l’autore rivela di essere stanco e di voler portare a termine questa serie, di aver già consegnato l’ultimo episodio con l’ordine di pubblicarlo solo dopo la sua scomparsa. Cosa succederà al commissario? La sua fine sarà tragica? La Sellerio nega che il destino di Montalbano sia già definitivamente segnato, ma voci sostengono che, in realtà, il celebre protagonista verrà “annullato” dal suo stesso alter ego…
Tornando a questo episodio, il commissario Montalbano si trova di fronte a un nuovo caso da risolvere, intrigante e molto complesso, la cui difficoltà aumenta visti i numerosi indizi errati che tentano di depistarlo. Una bomba è esplosa vicino a un deposito abbandonato da anni, la macchina della sua affascinante vicina viene manomessa: due episodi apparentemente distanti e senza legami, ma che in realtà si riveleranno essere collegati. Montalbano si sente spiato, aggirato, qualcuno nell’ombra vuole distrarlo per poter nascondere i propri loschi affari, è come se fosse all’interno del gioco degli specchi, in cui le cose non sono mai come sembrano, e in cui bisogna essere molto abili per distinguere la realtà dalla menzogna.
Na vota mi capitò di vidiri ‘na pillicola di Orson Welles nella quali c’era ‘na scena che si svolgiva dintra a ‘na càmmara fatta tutta di specchi e uno non accapiva cchiù indove s’attrovava… Mi pari che con noi vonno fari lo stisso ‘ntifico joco, portarci dintra a ‘na càmmara fatta di specchi
Come preannuncia il titolo Il gioco degli specchi è un libro che gioca sul filo dell’illusione e per questo la tensione è palpabile fin dalle prime pagine del romanzo, ma si mescola alla solita ironia a cui l’autore ci ha abituati e che aiuta il commissario a risolvere un intricatissimo caso. La scrittura, come sempre, è veloce e incalzante e trova un bell’equilibrio tra l’uso dell’italiano e del dialetto siciliano rendendo la storia sempre più realistica.
Infine anche la scelta della copertina è interessante, si riporta un’opera di Antonio Donghi, Canzonettista del 1925, aumentando il pregio di questo libro.
 
 

Gazzetta dello Sport, 11.8.2011
«Intanto venga a conoscere la mia ex allieva di cui le ho parlato per telefono»
Una brava fimmina di casa
Prima puntata
 
 

Scelte di Gusto, 11.8.2011
Editoria in cucina: il "Maccu" di fave di Yasmina
Nel Vocabolario Siciliano-Italiano di Antonino Traina del 1868, il termine maccu sta ad indicare “vivanda grossa di fave sgusciate, cotte in acqua e ridotte come in pasta”. Significato analogo all’italiano macco, successivamente e genericamente esteso a “minestra stracotta” e “poltiglia”. La zuppa o polenta di fave bollite è un cibo antico. L’etnologo Antonino Uccello nel prezioso volume ” Pani e dolci di Sicilia “, lo collega alla plus fabata ricordata da Plinio come pietanza sacra di arcaica religione

[…]
Nelle frequenti condizioni di miseria cui erano sottoposte le classi popolari, il macco costituiva a volte il piatto unico di tante famiglie per mattina e sera. Fino ad alcuni decenni addietro ai braccianti agricoli i padroni ne davano una scodella come pasto principale della giornata e solo eccezionalmente, ad esempio durante la trebbiatura, si dava da mangiare la pasta. E quando i proprietari agrari davano il macco ai loro lavoranti non ci mettevano manco l’olio,  come racconta lo scrittore Andrea Camilleri.
“Ci vollero vere e proprie rivolte contadine  perché il padrone facesse sul macco ‘la croce d’olio’, una ventina di gocce a formare appunto una sorta di croce sul macco solidificato”.
[…]
Manuela Zanni
 
 

TV Fanpage, 11.8.2011
Michele Riondino sarà Il giovane Montalbano
Una fiction di sei puntate nella primavera 2012 con protagonista Michele Riondino, nei panni del commissario da giovane, tra i cattivi rapporti col padre, le amicizie ai limiti della legalità, il praticantato da commissario e l'amore.

Come annunciato nelle proposte Rai per la fiction 2011-2012, nella primavera della prossima stagione televisiva sarà sugli schermi la serie tv con protagonista il Commissario Montalbano..da giovane. In attesa dei nuovi quattro film-episodi con Zingaretti protagonista nei panni del fortunato personaggio di Camilleri, lo stesso scrittore siciliano insieme a Francesco Bruni, Chiara Laudani, Leonardo Marini e Salvatore De Mola ha scritto la sceneggiatura di un prodotto televisivo che raccontasse il suo commissario alle prime armi. Camilleri aveva già descritto il giovane Montalbano in sue opere, come Ritorno alle origini e Il quarto segreto, ma televisivamente parlando il discorso non era mai stato approfondito. A porre rimedio alla “mancanza” sarà l’attore Michele Riondino, nei panni dell’apprendista commissario.
MICHELE RIONDINO RACCONTA IL GIOVANE MONTALBANO: Un ruolo davvero importante quello del giovane Montalbano per l’attore, con alle spalle la partecipazione a Distretto di Polizia e la presenza nel film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, Qualche nuvola. Inizialmente tentato a rifiutare, dato il rischio di incorrere nel paragone con il blasonato Zingaretti, Riondino al fine accetta il ruolo e confessa di sentirsi davvero piccolo rispetto al grande mondo di Montalbano. Uomo semplice e concreto, il personaggio nasconde in sè diversi contrasti: il rapporto conflittuale col padre, accusato di non esserci stato per il figlio, la passione per Livia e la stabilità con la fidanzata Mery, quest’ultima protagonista della sua vita da 30enne, la laurea in giurisprudenza e le cattive amicizie, fortunatamente mai abbracciate a pieno. Insomma, una personalità in balia degli opposti, che trova la sua pace osservando il mare. Il posto a Vigata, dopo un periodo di praticantato a Mascalippa in montagna, lo riempie di gioia: nel commissariato della cittadina siciliana sembra aver trovato la sintesi della sua essenza e quell’equilibrio che contraddistingue Montalbano-commissario, che lascia poi spazio a paure e dubbi che fanno parte di Montalbano-uomo.
 
 

Corriere della Sera, 11.8.2011
Un romanzo in sei parole: Montalbano
La sfida di Ferragosto non vi chiede di riassumere un solo romanzo, ma di tratteggiare un personaggio: il commissario Montalbano creato da Andrea Camilleri. Sapete sintetizzare le sue avventure in sei parole? Vale anche il dialetto.

Si destreggia tra arancini e delinquenti.
di Miranda
[…]
 
 

La Sicilia, 11.8.2011
Alassio. La decisione del sindaco leghista ha scatenato proteste e polemiche: il busto potrebbe andare all’asta
Adesso tutti vogliono quella statua «sfrattata» di Totò
Il primo cittadino, Roberto Avogadro, è lo stesso che venti anni addietro aveva vietato l’uso del bikini in città

I precedenti
Nate per omaggiare, sempre più spesso finiscono al centro delle polemiche. Poco importa che si tratti di un pontefice, di un attore o di una showgirl, le statue contestate dividono e accendono dibattiti.
[…]
MONTALBANO. Quando l'anno scorso lo scultore racalmutese Giuseppe Agnello forgiò con il bronzo l'immagine del commissario Montalbano con tanto di baffi e folta chioma, per farne la statua ufficiale da collocare nel cuore di Vigata, alcuni storsero il naso. Molti pensavano e speravano che il maestro della scultura desse le sembianze del commissario tv, l'attore Luca Zingaretti. Molti però non sapevano che fu proprio Camilleri a dare il nullaosta alla creazione di una statua che raffigurasse il commissario letterario, non quello televisivo. Le polemiche finirono subito, oggi la statua è uno dei simboli della nuova Porto Empedocle, punto di riferimento per le foto di tutti i turisti che vi transitano. E pazienza se ha i baffi e la folta chioma.
 
 

Il Venerdì, 12.8.2011
Libri
Il gioco degli specchi
Andrea Camilleri Sellerio, pp. 255, euro 14

Una bomba misteriosamente esplosa in un magazzino, un'auto altrettanto inspiegabilmente manomessa, una vicina di casa fin troppo disponibile: il nuovo caso per il commissario Montalbano si snoda intorno a vicende apparentemente slegate. Ma che invece nascondono un gioco di specchi, denso di quella suspense romanzesca di cui Andrea Camilleri è maestro.
Silvia Pingitore
 
 

Il Tirreno, 12.8.2011
Oggi Morbello poi Camilleri

Santa Fiora. "Raniero con noi": proseguono a Marroneto di Santa Fiora le giornate in memoria di Raniero Amarugi e del suo impegno di antifascista prima e di politico poi. […] Domani il gran finale, con l'ospite d'onore, Camilleri: partirà da Marroneto, alle 11, la campagna nazionale "L'Italia sono anch'Io" per la cittadinanza e il diritto di voto agli stranieri. La giornata è curata dall'Associazione Forum Cittadini del Mondo "Raniero Amarugi" di Grosseto. Alle 11,15 l'intervento dello scrittore Andrea Camilleri chiuderà i quattro giorni di eventi.
 
 

Gazzetta dello Sport, 12.8.2011
«Lei si dimentica del colonnello Priebke.» «Ma il caso mi pare diverso.»
Una brava fimmina di casa
Seconda e ultima puntata
 
 

Corriere di Ragusa, 12.8.2011
Successo per l´iniziativa del Movimento culturale "Vitaliano Brancati"
A Scicli letture di Camilleri e luoghi di Montalbano "tirano"
Cinque attori e sei location lungo la via Mormina Penna

Camilleri impazza a Scicli. I luoghi e le letture tratte dai racconti di Andrea Camilleri hanno convogliato in via Mormina Penna la folla delle grande occasioni. Montalbano tira e fa da traino a tutto il territorio e la serata sciclitana né è stata la prova. Accenti disparati per la strada barocca sciclitana per eccellenza e tutti alla ricerca della stanza del commissario Montalbano; l’idea del Movimento culturale Vitaliano Brancati ha funzionato ed è andata al di là di ogni aspettativa perché a metà serata ci sono state le code per accedere ai siti ed ascoltare le letture affidate a cinque attori.
Le location sono state ben assortite; la stanza del sindaco, il caffè letterario Brancati, la Farmacia Cartia, palazzo Spadaro, la galleria Koinè ed il cortile di palazzo Carpentieri. Qui Nicoletta La Terra, Ilde Barone. Chiara Scucces, Ciccio Schembari e Salvatore Schembari hanno intrattenuto il pubblico con letture tratte da «La gita a Tindari», «La forma dell’acqua», «Il campo del vasaio», «Il ladro di merendine»; brani tutti legati ai luoghi dove gli attori hanno dato vita alle loro letture.
Duccio Gennaro
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 12.8.2011
Giorno & notte
Teatro

Al teatro Cicero di Cefalù alle 21,30 Marco Manera chiude la rassegna estiva con "Magarìa" dalla fiaba di Andrea Camilleri.
 
 

Rifondazione Santa Fiora, 13.8.2011
L’intervento di Andrea Camilleri “Per Raniero Amarugi”
Piana del Riccio Marroneto S.Fiora (GR)
Cliccare qui per scaricare l'intervento
 
 

Donna Moderna, 13.8.2011
I libri della tua estate
Sei in vacanza e riesci anche a ritagliarti il tempo per leggere, ogni giorno, qualche pagina di un buon libro. Puoi sceglierne soltanto uno: dicci quale porteresti con te sotto l’ombrellone e ti diremo che lettrice sei…

[…]
5.Camilleri A., “Il Gioco degli specchi”, ed. Sellerio
Come resistere al fascino del Commissario Montalbano? Evasione allo stato puro per tutte le mamme innamorate della Sicilia e delle sarde a beccafico. E non solo...
[…]
 
 

Gazzetta dello Sport, 13.8.2011
Non me la sento di scriverti altro. Ti mando, attraverso un'agenzia, lettera e ritagli. Domani riceverai tutto. Telefonami. Con tanto amore, Livia
“Salvo amato…” “Livia mia…”
Prima puntata
 
 

Argento & no, 13.8.2011
Camilleri: tris + uno a Vigata

Sembra inesauribile la potenza creativa di Camilleri, che continua ad offrirci racconti su racconti, anche uscendo dalle piste segnate dal Commissario Montalbano.
La prima storia da segnalare è Andrea Camilleri, “La moneta di Akragas”, Ginevra-Milano, Skira, 2010, che vede al centro del racconto una moneta ell’antica Agrigento (Akragas), “perduta” dal suo proprietario, un mercenario al servizio della città greca,  che si era battuto contro i Cartaginesi e che, dopo essere scampato al massacro dei vincitori, muore ucciso dal veleno di una vipera che l’aveva morso.
La moneta ricomparirà nel dicembre del 1908, nella campagna dell’agrigentino, “scoperta” da un contadino, che ne vuole fare dono al medico di Vigata (sempre a Vigata siamo!), che tempo prima gli aveva salvato una gamba, e con quella la vita.
Collaterale alla moneta, vera protagonista del protagonista del racconto, è un medico, tale Stefano Gibilaro, che dopo alterne vicende, ne ritornerà in possesso, facendone dono al Re d’Italia, il quale, a sua volta, la regalerà allo Zar, in segno di gratitudine per l’opera prestata dalla Imperiale Marina Russa, in occasione del terrificante terremoto di Messina-Reggio Calabria. Così la storia inventata si intreccia con la storia vera, il disastro del 1911, con un arguto Camilleri che, come sempre traccia, per ogni interprete del racconto, precisi ritratti psicologici.
Una vera e propria galleria di personaggi, fa mostra di sé, nel bellissimo Andrea Camilleri, “Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata”, Palermo, Sellerio, 2011.
E’ sempre Vigata a fare da sfondo alle storie, che sono otto (compresa quella del Gran Circo Taddei); protagonista qui, è la folla del “piccolo fascismo” di provincia, che Camilleri non manca mai di mostrarci nei suoi aspetti più cialtroneschi e tragicomici. Uno dei racconti più belli è il primo, “La congiura”, che ruota attorno a quella che poi risulterà una congiura ai danni della segretaria della sezione  vigatese delle Donne Fasciste. Tutte donne le protagoniste (sullo sfondo, un supposto ed improbabile “sciupafemmine”); mirabile la prosa ufficiale delle autorità fasciste, allorché Camilleri, ci presenta le missive che intercorrono tra la segretaria ed il segretario federale di Montelusa.
Il Gran Circo Taddei ci mostra una galleria di piccole e più grandi autorità fasciste, alle prese con un aspetto particolare della “rivoluzione” fascista, l’ostracismo nei confronti dei nomi stranieri. Qui non è chiaro che si tratti veramente di un nome straniero, ma è meglio essere prudenti. Il circo che arriva a Vigata si chiama Taddeis, ed é quella “S” finale ad essere sospetta:
“Che c’è?” “Il nomi” “Che nome?” “Il nome del circo. Taddeis”
“Embé?” “Ma comu?! Se lo scordò che il Duce non voli che si usano nomi stranieri? Che c’è la proibizioni assoluta?” “Ma questo non mi pare un nome straniero” “Non havi ‘mportanza. Finisce con la essi”.
Il Potestà si detti ‘na manata ‘n fronti. Vero era! La ballerina Wanda Osiris era addiventata Osiri, il comico Rascel Rascele …

Sullo sfondo di momenti storici eccezionali, la dichiarazione di guerra pronunciata dal Duce a Palazzo Venezia e ripresa dagli altoparlanti nella Piazza del Municipio di Vigata (e Camilleri non perde l’occasione di rivelare i veri sentimenti della gente), la storia di due ragazze del circo, che volgono a loro vantaggio le mene di un giovane vigatese che vuole mettere le mani sul patrimonio di una vecchia zia.
Una sorta di gioco, invece, il libretto che ipotizza le origini italiane, siciliane (di Messina), di William Shakespeare: Andrea Camilleri, Giuseppe Dipasquale, Troppu trafficu ppi nenti, Milano, Mondatori, 2011. Nell’introduzione i due autori fanno riferimento a un autore di tragedie e commedie, sempre in fuga per via delle persecuzioni religiose cui fu soggetto, tale Michele Agnolo
“ … o Michelangelo) Florio (Crollalanza, da lato materno o, come alcuni manoscritti tramandano, Scrollalanza) … Sempre sfuggendo per la persecuzione religiosa, arrivò a Stratford, ove fu ospite di un oste guitto e ubriacone, forse parente della madre … A questo punto bastava tradurre in inglese il nome della madre (da “Crollalanza” o “crolla la lancia” in “Shake the speare” o “shake speare”) ed ecco il nuovo cognome “shakespeare”
I “nostri” due autori dichiarano di essere felici di pensare che William Shakespeare, di Stratford sia Michele Agnolo Florio Crollalanza e si compiacciono di immaginare che “Troppu trafficu ppi nenti” (“archetipo, pare, dell’illustre testo Molto rumore per nulla”) sia la cartina di tornasole di un carattere, come quello siciliano, maestro nel complicare le cose più semplici.
Il libretto, come si conviene, si divide in due parti: la prima in “lingua siciliana”, la seconda (denominata Appendice”), in “traduzione italiana.
E per chiudere, sempre ambientato a Vigata, “I fantasmi”, un racconto inedito, che è uscito a puntate per il mensile “Emergency”.
Siamo sempre a Vigata, ma questa volta, non nel periodo fascista, ma ai tempi nostri (non è dato di individuare date, ma si parla di un sindaco e della opposizione comunista). 
La cornice è una aggrovigliata storia di fantasmi, che, a prescindere dal loro “usuale costume” (un bianco lenzuolo) sembrano, qui, avere una predilezione per i moschettieri di Dumas. La cosa, ovviamente, crea scompiglio; nella città arrivano i giornalisti ed il sindaco teme che della faccenda possano approfittare (non è chiaro, dalle sue parole, come) i comunisti. Di qui l’appello al vescovo (uomo prudentissimo, abilissimo nell’arte di non lasciarsi coinvolgere, che si lascia convincere solo quando il sindaco gli fa presente che della faccenda potrebbero approfittare i comunisti), ai fini di avere un esorcista capace di liquidare i fantasmi. La cosa presenta enormi difficoltà, perché gli esorcisti, abili con i demoni, non hanno esperienza con i fantasmi e perché si intromette, di volta in volta rompendo i piani del sindaco, il commissario di pubblica sicurezza, “sbirro nato”, dal modus operandi piuttosto sbrigativo. Non c’è nessuno, a partire dalla stampa, rappresentata dagli inviati dei giornali del “Nord” alle diverse autorità, che non faccia la sua cattiva figura, fino alla soluzione del mistero, ad opera, ovviamente, del solerte e incredulo commissario.
Una storia divertentissima, raccontata nella immaginifica lingua siculo-camilleriana; un’occasione per dipingere una serie di personaggi mirabili, con una tessitura di dialoghi all’altezza del miglior Camilleri.
Dario Ghelfi
 
 

Gazzetta dello Sport, 14.8.2011
Livia cara, i miei ragionamenti al momento si fermano qui. Se lo credi opportuno, riferisci tutto a Ligorio. Vorrei tanto, in questo momento, che fossimo vicini. Tu però non te la senti ancora di lasciare i genitori di Francesca
“Salvo amato…” “Livia mia…”
Seconda puntata
 
 

Gazzetta dello Sport, 15.8.2011
È l'una di notte, ti scrivo seduto nella verandina, c'è la luna e il mare è una tavola.
“Salvo amato…” “Livia mia…”
Terza e ultima puntata
 
 

Teleacras, 16.8.2011
La rinascita di Porto Empedocle con Lillo Firetto sindaco.
Andrea Camilleri 'L'Altra Vigata'
Una conversazione con Lillo Firetto e Andrea Camilleri
 
 

Panorama, 16.8.2011
5 libri per un'estate da brivido

Estate significa riposo, possibilmente con un buon libro tra le mani. E siccome i grandi classici li lasciamo per l’inverno, scegliamo di riempire i nostri giorni in spiaggia con un tocco mistero. Dal giallo al noir, dalla spy-story al thriller: ecco 5 libri da non perdere per una vacanza ricca di sorprese.
Il gioco degli specchi - Andrea Camilleri
Ancora la Sicilia e ancora l’immancabile Commissario Montalbano. Una bomba in un deposito e un’auto in panne: due storie che sembrano distanti, ma che in realtà non si dimostreranno tali. Diciottesimo romanzo dell’amata serie di Camilleri, che anche questa volta firma un poliziesco intrigante e ricco d’ironia.
[…]
Martino De Mori
 
 

BSicilia, 16.8.2011
Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata

Gran Circo Taddei, di Andrea Camilleri, edito da Sellerio - Otto storie, tanto perfette e compiute da costituire ciascuna un breve romanzo.
Ci sono i personaggi della Vigàta di ogni tempo, l’inventario di una Sicilia dalle inesauribili sfaccettature: avvocati brillanti, chiromanti improvvisate, contadini e studentesse, preti e federali, comunisti sfegatati, donne risolute, un repertorio che suscita il sorriso o la pietà, e sempre un forte coinvolgimento.
Ma in queste storie c’è anche un elemento fiabesco, mitico, un improvviso scarto dalla narrazione che ritorna insistente. È una traccia sotterranea che si mescola con il momento storico che è sempre ben definito, al punto che sin dalle prime righe di ogni storia la narrazione viene incastonata in una data precisa, la fine dell’Ottocento, l’alba del 1900, ma più spesso gli anni del fascismo, dello sbarco, del dopoguerra.
Quasi sempre è l’ironia, la burla a dominare, o il gallismo brancatiano, oppure l’umanità solidale che non manca mai nelle storie di Camilleri che in quella “piazza della memoria” che è Vigàta, attinge a storie vere o verosimili depositate fra i suoi ricordi, per reinventarle e raccontarle con la sua capacità affabulatoria, tutte spruzzate da una polvere di simpatia.
BSicilia Blogger
 
 

Solo Libri.net, 16.8.2011
Le pecore e il pastore – Andrea Camilleri

L’operetta “Le pecore e il pastore” (Palermo, Sellerio 2007) nasce dalla lettura di un libro di storia locale. Quanto alla strategia compositiva, essa ha molto del saggio storico, anche se in realtà la scrittura è quella della narrazione. Camilleri, avvalendosi di adeguati documenti e sviluppando ragionamenti con qualche incursione nella sua memoria, ci consegna un ampio affresco in cui spicca il convento del S.S.Rosario di Palma di Montechiaro, in territorio agrigentino. Nel Seicento, fra misticismo e feudalesimo, vi si era consumato lo strano destino dei Tomasi, di cui si ha un accenno ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa, diretto discendente. L’attenzione del nostro scrittore si trasferisce poi negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale. In Sicilia, il clima socio-politico è incandescente per l’esplosione dei conflitti tra contadini e proprietari terrieri, la cui azione reazionaria culmina nella strage di Portella delle Ginestre avvenuta il primo maggio del 1947. Il vescovo di Agrigento Giovanni Battista Peruzzo, piemontese di provenienza, capisce i problemi dei siciliani e, sostenuto dall’azione di “preti sociali”, si schiera a favore dei contadini, dei poveri, degli ultimi. Nel 1945 viene ferito da due colpi di fucile nel corso di una passeggiata nel bosco di Quisquina e subito la responsabilità dell’accaduto è addebitata a un frate del convento di santa Rosalia che da lì era già stato espulso per indegno comportamento. Comincia a questo punto l’indagine intrigante del nostro scrittore. Egli non si accontenta della versione ufficiale e formula le sue ipotesi, demistificandola. Quali, a suo dire, gli effettivi responsabili del tentato omicidio? Grazie alla lettura d’una nota a piè di pagina del libro di cui si è detto, può approfondire altri aspetti dell’argomento. “Nella lettera del 16 agosto 1956”, vi si legge, “l’Abadessa sr. Enrichetta Fanfara del monastero benedettino di Palma di Montechiaro così scriveva a Peruzzo: “Non sarebbe il caso di dirglielo, ma glielo diciamo per fargli ubbidienza (…) Quando V. E. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunità offrì la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. Il Signore accettò l’offerta e il cambio: dieci monache, le più giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore”. Aveva sortito i suoi effetti il baratto della comunità conventuale? L’incompletezza e l’oscurità dei dati lascia in uno stato di insoddisfazione. Sicché, Camilleri, al pari del suo Montalbano, vuole saperne di più. Tanti gli interrogativi: perché viene rivelato al vescovo il segreto di un atto sacrificale dopo undici anni? Egli perviene a rilevanti conclusioni dopo essersi messo in contatto con un vecchio teatino, confessore in quel tempo del convento. La sua spiegazione, fondata su ragionamenti in sintonia con i dati disponibili, è sviluppata con l’onestà dell’intellettuale di chi rispetta le ragioni degli altri senza dare per certa la sua tesi. Così, un fatto apparentemente di poco conto, le dieci “pecore” più giovani in cambio della vita del vescovo, “il pastore”, acquista un senso di ampia portata Il libro è attuale, induce a riflettere sull’impostura sociale, nonché su una religiosità distorta. Quella che si inscrive specificamente nel fanatismo dell’autoviolenza.
Federico Guastella
 
 

RagusaNews, 16.8.2011
Boom di turisti a Scicli, 171 euro in 2 ore la stanza di Montalbano
Notti magiche, con la luna piena che sorge sul colle di San Matteo

Scicli - Si respira un’aria magica la sera a Scicli nelle notti d’estate. La città cambia pelle e partecipa di un’atmosfera internazionale.
I dati delle presenze turistiche indicano, già a vista d’occhio, una percentuale in costante, significativo, aumento.
Basti pensare che la stanza di Montalbano, al primo piano del Comune, in due ore, qualche sera fa, ha registrato un incasso di 171 euro (la tariffa è un euro a turista).
[…]
Riuscita l’iniziativa del Vitaliano Brancati, con la serata Camilleri. Spazi pubblici e privati si sono aperti per ospitar attori che interpretavano passi dello scrittore di Vigata, intrattenendo un pubblico di cultori, che vivevano l’emozione di Camilleri nei luoghi di Camilleri.
[…]
 
 

Sanremo news, 16.8.2011
Sanremo: venerdì sera a 'Caffè Venezuela' il nuovo libro di Raul Montanari
Presenterà in Piazza Borea d’Olmo il suo ultimo libro intitolato “L’esordiente” (Dalai editore).

[…]
È interessante notare come Montanari, ateo dichiarato, non manchi mai di interrogarsi, spesso nei passaggi più angosciosi dei suoi scritti, sul ruolo e il coinvolgimento dell’entità suprema, spettatrice o burattinaia delle vicende umane. Questo ha fatto sì che Andrea Camilleri lo abbia descritto come uno “scrittore mistico”.
[…]
Carlo Alessi
 
 

Gazzetta dello Sport, 17.8.2011
Percorse a lento la spiaggia, trasì in acqua. Per poco non gli venne un sintòmo, era ghiacciata
La traduzione manzoniana
Prima puntata
 
 

Gazzetta dello Sport, 18.8.2011
"Il fatto è" pinsò "che lui vuole sapìri il perché uno si marita. Accussì, forse, trova la forza di farlo con Livia." Ma si guardò bene dal dirlo
La traduzione manzoniana
Seconda puntata
 
 

il manifesto, 19.8.2011
Se il mercato è all'estero quel che importa è la trama
«Sono la figura speculare dell'agente, con cui vengo spesso confusa. Lui vende, io compro. Cerco libri italiani per il mercato tedesco, il gruppo per il quale lavoro conta ventidue case editrici, il mio spettro d'azione va dal romanzo al saggio al manuale di yoga»

[…]
Trasportare i libri fuori dal loro habitat naturale spesso li trasforma. La traduzione è sempre uno stravolgimento della lingua in cui vengono scritti e pensati, per questo motivo il criterio principale per quegli editor che non leggono l'italiano è valutare la trama. A volte, quando la lingua di un romanzo è particolarmente originale e elaborata, per quanto assurdo, questo pregiudica una traduzione. Confesso che in un primo momento avevo sconsigliato la traduzione dei gialli di Camilleri. Optai invece per i suoi romanzi storici, Il birraio di Preston e Un filo di fumo. Ma mi sbagliai, perché le trame di Montalbano sono talmente buone da reggere anche una traduzione in cui si perde quello che rende unici i suoi libri: la sua lingua inventiva e sorniona che reinterpreta il dialetto, altro elemento non salvabile in traduzione.
[…]
Viktoria von Schirach - Scout per Random House Germania
 
 

Italpress, 19.8.2011
La rassegna
Con Camilleri e Cacopardo «Stelle&Lapilli» si tinge di giallo
La sezione dedicata ai romanzi ospiterà autori famosi, ma ci saranno anche registi come Rocco Mortelliti

Catania - Si annuncia come una delle novità più interessanti del cartellone «Stelle&Lapilli Vivi Nicolosi 2011», rassegna di spettacolo, arte, cinema e cultura organizzato dall'Assessorato a Turismo del Comune di Nicolosi. Si tratta di Etna in Giallo, sezione dedicata agli appassionati di libri gialli che quest'anno, nella sua edizione d'esordio, propone tre appuntamenti con alcuni tra i "giallisti" più amati dai lettori italiani. Il primo appuntamento in calendario, il 21 agosto alle 20.30 nel piazzale del Museo della Civiltà Contadina di Nicolosi, sarà con il regista Rocco Mortelliti, che presenterà il suo film, «La scomparsa di Patò», tratto dal libro di uno degli autori di libri gialli più letti ed amati degli ultimi anni, Andrea Camilleri.
[…]
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 19.8.2011
Povera politica senza più padri né cultura

[…]
Davanti a questa rappresentazione, non c' è confronto col quadro politico di oggi. Ma non c' è confronto neppure col mondo culturale di oggi. Non possiamo non registrare una decadenza che viene da lontano e che trasversalmente ha contagiato la politica e la cultura, una condizione accentuatasi ulteriormente negli ultimi anni. Limitandoci alla Sicilia, è sintomatica la scomparsa non solo di autori di prestigio, ma di autori che entrano nelle pieghe della società e ne indicano possibili sbocchi virtuosi. Sono di moda i romanzi gialli o le inchieste di mafia. Chi scrive sembra obbedire a una moda piuttosto che a un bisogno dell' anima. Non sorprende che Andrea Camilleri abbia più successo di Leonardo Sciascia.
[…]
Nino Alongi
 
 

Il Venerdì, 19.8.2011
Gli angeli di Stefano Benni da Feltrinelli a Sellerio

"Dovessi indicare due autori cult del catalogo Feltrinelli, direi Isabel Allende e Stefano Benni" confessa un addetto ai lavori. Il secondo dei due, Benni trasmigra alla Sellerio, almeno per il tempo di dare alla casa editrice siciliana (dovessimo indicarne un autore, diremmo Andrea Camilleri) La traccia dell'angelo, centotredici pagine in libreria a settembre introdotte dalla frase: "Dio è perfetto, quindi non può migliorare, gli uomini sì. L'unica gioia è quella degli scampati, l'unico gesto insieme umano e divino è la guarigione". Una storia popolata da camici bianchi, contro lo strapotere della medicina. Ma soprattutto infestata da angeli.
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 19.8.2011
Il mistero della sedia che stregava gli uomini

Viaggiare nel tempo e nello spazio è possibile. O, almeno, questo è ciò che sostiene la vulcanica Maria Tronca, palermitana doc che, dopo Rosanero, torna in libreria con L'amante delle sedie volanti, in uscita a settembre per La Tartaruga, declinazione femminile di casa Baldini Castoldi Dalai.
[…]
Per lei però Palermo non è solo magia, è soprattutto colori, odori e suoni dialettali qui, come in Rosanero, ampiamente presenti. Non la spaventano eventuali accuse di "imitare" Camilleri?
«Io non parlerei di accuse vere e proprie. Mi è stato detto di rifarmi a Camilleri, per quanto io usi soprattutto il palermitano. Credo però che da quando esistono scrittori siciliani esista anche una tensione nei confronti del nostro dialetto, un'aspirazione cioè ad usarlo. Camilleri ha avuto la capacità di creare un dialetto letterario ma a lui dobbiamo molto di più: grazie a lui, scrittori molto meno famosi hanno trovato il coraggio di usare il dialetto con maggiore libertà. Per me Camilleri è una fonte di ispirazione ed è esattamente quello che gli scrissi quando gli inviai la mia prima raccolta di racconti, L'isola delle Femmine».
[…]
Emanuela E. Abbadessa
 
 

Gazzetta dello Sport, 19.8.2011
"Lei si riferisce a quelle minchiate della bacheca?" "Esattamente."
La traduzione manzoniana
Terza e ultima puntata
 
 

Il Giornale, 20.8.2011
Con Ghini un Garibaldi pieno di vita
CANNIBARDO E LA SICILIA - di Andrea Camilleri Teatro Stabile di Catania. Regia di Giuseppe Dipasquale, con Massimo Ghini, Mimmo Mignemi, Vincenzo Crivello. Catania, Teatro Verga, fino al 31 agosto.

Di spettacoli ispirati ad eventi storici ne abbiam visti tanti. Soprattutto da parte degli Stabili che, fino agli anni Settanta, si facevano un dovere di programmare nel corso della stagione la cosiddetta «novità italiana» spesso e malvolentieri ispirata a sconvolgenti episodi della storia patria. Eventi, questi ultimi, che pur grondanti buone intenzioni ancor oggi assumono nel ricordo l'identità di sforzi inutili se non addirittura dannosi.
Tanto è vero che eravamo assai dubbiosi sulla riuscita di questo Cannibardo e la Sicilia appena varato dallo Stabile di Catania in coda alle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia. Siamo invece rimasti gioiosamente stupiti per il tono, tra allegro e scanzonato, ma non esente da salutari punture al vetriolo, di questo esempio di teatro cabaret sui generis allestito per l'occasione in plein air. Dove, sulla scorta di alcune dichiarazioni riprese in video da Andrea Camilleri che, con pacata determinazione si colloca sulle orme di Sciascia prendendo decisa posizione a favore dell'Eroe dei due Mondi prima tradito e poi abbandonato dal terribile duo formato da Cavour e da Vittorio Emanuele, viene puntato il dito sull'ingiustizia subita dai siciliani a tutto detrimento dei Savoia.
Allietato da due ottimi musicisti che, chitarre e mandolini alla mano, appaiono come i deus ex-machina della serata, tre attori di straordinaria vis comunicativa come il sorprendente Massimo Ghini e lo spiritoso duetto dei suoi contendenti Mimmo Mignemi e Vincenzo Crivello, lo spettacolo per fortuna si sottrae con un bel colpo d'ala all'usura dei vetusti esempi di teatro cronaca. Informandoci in una serie di assoli in bilico tra il music hall e la satira di costume su certi tragici eventi in genere dribblati dai libri di storia. Così il dramma, fortunatamente appena sfiorato, di Aspromonte si sposa all'ingiustizia retributiva della Real Casa nei confronti sia delle masse contadine che dello stesso Garibaldi. Il quale, come si sa, ossequiente alle direttive del Re Galantuomo, rifiutò con rammarico l'invito di Lincoln a mettersi a capo delle truppe nordiste nel conflitto civile americano. Facendo assumere alla figura del biondo nizzardo la dolorosa connotazione di vittima degli eventi.
 
 

Gazzetta dello Sport, 20.8.2011
Macari la signora Angelina, che aveva priparato una cena leggiadra accussì Montalbano ne aveva definita una, e accussì aveva continuato a definirle tutte
Una mosca acchiappata al volo
Prima puntata
 
 

La goccia, 21.8.2011
Libri
Anteprima libri: Giudici di Andrea Camilleri, Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli

Si avvicina la data d’uscita di Giudici, il primo libro realizzato dal trio Lucarelli, Camilleri, De Cataldo. Ad annunciarlo è stato quest’ultimo scrittore nel corso del V Premio Tropea, in cui è finalista. Il libro parla di tre giudici “due frutto di invenzione e l’altro che nasce da un personaggio reale, come filo rosso che lega tre racconti”.
Quella di Andrea Camilleri è la storia di un giudice che da Torino viene trasferito in Sicilia, pochissimo tempo dopo che ci fu l’Unità d’Italia.
Giudice candido che non si accorge dei pericoli in cui si infila, e che per questo diventa quasi un eroe da leggenda, che ci si racconta tra colleghi il venerdì sera, dopo il lavoro.
La storia di Giancarlo De Cataldo è invece ambientata ai giorni nostri e racconta i problemi della giustizia affermandone contemporaneamente la necessità assoluta per il funzionamento della nostra società.
Il tutto, facendoci spiare dalla camera di consiglio di un’aula di corte d’assise.
Carlo Lucarelli racconta la storia di un poliziotto che svolge il compito di scorta a un giudice, anche se sembra che di questa scorta non ce ne sia alcun bisogno. Ma poi cominciano ad accadere cose strane e insolite. E la paura comincia a farsi strada negli occhi nervosi di tutti.
Disponibile dal 6 settembre 2011, merita l’acquisto se non altro perché tre fra i più importanti narratori italiani si confrontano con una figura centrale della nostra società: il giudice. E provano a indagarne i punti di crisi, di conflitto, di tensione.
Vedremo con quanta onestà intellettuale.
Delia Adriani
 
 

La Sicilia, 21.8.2011
Commissario Montalbano & Co. tutto il fascino del romanzo giallo

Si annuncia come una delle novità più interessanti del cartellone Stelle&Lapilli Vivi Nicolosi 2011, rassegna di spettacolo, arte, cinema e cultura organizzato dall'Assessorato a Turismo del Comune etneo. Ci riferiamo a Etna in Giallo, sezione dedicata agli appassionati di libri "gialli" che quest'anno, nella sua edizione d'esordio, propone tre appuntamenti con alcuni tra i "giallisti" più amati dai lettori italiani.
Il primo appuntamento in calendario, stasera alle 20,30 nel piazzale del Museo della Civiltà Contadina di Nicolosi, sarà con il regista Rocco Mortelliti, che presenterà una anteprima del suo film, "La scomparsa di Patò", tratto dal libro di uno degli autori di libri "gialli" più letti e amati, non soltanto in Italia, ovvero Andrea Camilleri, "papà" del commissario Montalbano.
[…]
Il primo appuntamento, dunque, stasera con "La scomparsa di Patò. Andrea Camilleri e il cinema". L'incontro, che sarà incentrato sull'intervista al regista Rocco Mortelliti, vedrà anche la partecipazione di Silvano Salvatore Nigro, studioso di letteratura italiana, attualmente docente dello Iulm. La lettura dei brani sarà a cura della prof. Salvina Gemmellaro.
 
 

Gazzetta dello Sport, 21.8.2011
"Secondo logica, o quello che è, Rocco avrebbe dovuto ammazzare Renata. In un certo senso, lei ora lo tradiva col marito" commentò
Una mosca acchiappata al volo
Seconda puntata
 
 

Antenna 5, 22.8.2011
Premio letterario dedicato ad Andrea Camilleri
Cliccare per vedere il video, che riporta anche la telefonata di Andrea Camilleri in occasione della consegna del Premio Castelfiorentino
 
 

Il Tirreno, 22.8.2011
Andrea & Alvaro, la strana coppia
Il grande Camilleri tiene a battesimo a Castel del Piano il nuovo libro dell'ex sindaco del paese, Giannelli

Castel Del Piano. Sarà per la voglia comune di raccontare storie, per quella mania di trovare le parole che calzano come guanti a situazioni, volti, ambienti, fatti; sarà per quella passione di ritrarre con dettagli ironici, strizzando l'occhio al dialetto, spaccati di vita vissuta.  E sarà anche per l'impronta digitale di una vecchia appartenenza alla sinistra comunista. Fatto sta che oggi alle 17,30 nella sala consiliare di Castel del Piano il maestro Andrea Camilleri presenta l'ultimo libro di Alvaro Giannelli "Quando le mucche stavano in paese, Castel del Piano, frammenti di una società rurale", edizioni Effigi: libriccino di poco più di 100 pagine che esce con l'introduzione dello stesso Camilleri.
Un colpaccio per la piccola casa editrice di Mario Papalini, che aveva già, comunque, nel suo indice un paio di titoli sempre con l'introduzione di questo grande scrittore italiano che dagli anni '70 ha casa estiva a Bagnolo di Santa Fiora e ama catalizzare attorno a sé una microvita culturale, che nel passato ha avuto anche interlocutori eccellenti come Guttuso.
Fra Camilleri e Giannelli, l'autore, c'è amicizia da tempo, tanto che anche altre volte il geniale inventore del Commissario Montalbano aveva parlato in termini lusinghieri di precedenti libri di Giannelli, ex sindaco di Castel del Piano da pensionato prestato alla letteratura. "Quando le mucche stavano in paese" è un «dono della memoria di Giannelli per la comunità», dice Mario Papalini facendo suo un passaggio dell'introduzione che Camilleri ha riservato al libro e che suona così: «La prodigiosa memoria dell'autore ripropone, colorandoli a volte di affettuosa ironia, aspetti ormai scomparsi di vita paesana, che vanno da una sorta di censimento delle mucche da latte che una volta abitavano la città al percorso del postino (una straordinaria carrellata ininterrotta di destinatari a seconda della posta che ricevevano, alle botteghe di calzolai, all'uso dei soprannomi)».
Le intense due pagine di introduzione che Camilleri riserva all'opera di Giannelli, sottolineano non solo la potenza evocativa che l'autore sprigiona nei personaggi, ceppi storici, fatti, giochi, tradizioni, soprannomi di Castel del Piano e delle sue borgate e frazioni, ma con la vocazione al racconto, anche la voglia di tramandare e fissare nella storia comunitaria quelli che sono i suoi personaggi simbolo e con loro ricostruire una tessera di vita, forse quella più autentica e destinata ad essere altrimenti dimenticata. Alla presentazione di oggi partecipano, oltre a Camilleri e all'autore, anche l'editore Mario Papalini, il professor Enzo Fazzi che ha curato la presentazione del libro e l'assessore alla cultura, Cinzia Pieraccini.
Fiora Bonelli
 
 

La Nazione (Grosseto), 22.8.2011
Camilleri presenta Giannelli
Il famoso scrittore a fianco dell'autore di ''Quando le mucche stavano in paese"

Castel del Piano, 22 agosto 2011 – Un tuffo nel passato per rivivere le tradizioni del secolo scorso. Il tutto in compagnia di un grande della letteratura italiana: lo scrittore Andrea Camilleri, amante della Maremma. Oggi alle 17.30 nella sala consiliare del palazzo comunale di Castel del Piano appuntamento con la presentazione del libro di Alvaro Giannelli «Quando le mucche stavano in paese». Un’iniziativa che vedrà la partecipazione straordinaria dello scrittore Camilleri (che ha curato personalmente l’introduzione del libro) e la presenza dell’assessore comunale alla Cultura, Cinzia Pieraccini, e dell’editore del libro, Mario Papalini.
Come la definisce lo stesso Camilleri, la prodigiosa memoria dell’autore, originario proprio di Castel del Piano, consegna ai lettori del testo una serie di aspetti ormai scomparsi di vita paesana, una vera e propria fotografia della realtà agricola e periferica di un secolo fa. Episodi e narrazioni di una piccola comunità, come quella casteldelpianese, che mettono a nudo, attraverso la descrizione di fatti, persone e luoghi, i valori e limiti di quella società. E Camilleri, legato all’autore da amicizia, ha deciso di dare un contributo alla buona riuscita di quest’opera «made in Castel del Piano».
 
 

Il Tempo, 22.8.2011
Raitre A «Che sarà sarà» le immagini di bambini sconosciuti poi diventati personaggi di grido
Camilleri in salsa piccante
C'è chi mette a nudo la propria infanzia davanti alle telecamere.

Peggio, ci sono trasmissioni che partono proprio dalle immagini dell'infanzia di un personaggio (adesso famoso, da bambino sconosciuto), per poi intervistarlo. E così frugare nel passato. Erano ragazzini che in un modo o nell'altro sono finiti sul piccolo schermo, e che ora sono registi, comici, sceneggiatori, scrittori di grido. In poche parole vip. I trascorsi non sempre sono piacevoli: una volta i genitori lontani da casa, un'altra i compiti scolastici troppo difficili. O pagelle indesiderate. Fatto sta che «nelle grinfie» di Raitre ci è finito anche Andrea Camilleri. È ciò che è successo nell'ultima puntata del programma «Che sarà sarà» (poco prima dell'ora di pranzo su Raitre, appunto, firmato a Arriva e Peirce), una sorta di «Da Da Da» - tra storia, letteratura e televisione - ma in versione più approfondita. Camilleri, ora inventore di Montalbano, prima figlio della piccola borghesia ma cresciuto insieme a bambini di classe «inferiore» (avevano padri pescatori e carrettieri) ai quali si dovette adattare. La parte più divertente arriva verso i 18 anni. Quando alla cittadina arrivarono cameriere del Nord, perlopiù triestine. «Con il mio amico Ciccio - ha raccontato - ci rendemmo conto che la cassiera indossava semplicemente un camice, così studiammo un modo per nasconderci nel retrobottega: lei mi vide ed ebbe tanta compassione per me che il giorno dopo mi diede un appuntamento - ha continuato - ci uscii. E fu la fine della mia infanzia». Fa sorridere il Camilleri con un sogno in tasca, quello di partire per l'Africa: esternò questo desiderio in una lettera a Mussolini. Che gli rispose, individuandolo tramite il timbro postale. Con un «Ho gradito la sua domanda ma è troppo giovane, non mancherà occasione». E firmato con la famigerata «M». Un po' meno divertente, se non altro per il protagonista, la vicissitudine scolastica. Avendo in pagella una sfilza di 2-3, pensò bene di dare una passata di scolorina sui numeri (chi non ha avuto mai una tentazione del genere?), trasformandoli in più umani 4-5. Dimenticando, però, che il padre (squadrista), era amico del preside (squadrista anch'egli). Il futuro scrittore ricevette così l'unico schiaffo della sua vita. Il programma? Intrigante, soprattutto per chi non può fare a meno di infilarsi nelle vicende altrui.
 
 

La Sicilia, 22.8.2011
Il pelo e contropelo del «Duo da barba»
Pappalardo (mandolino) e Tricomi (chitarra) raccontano in un cd la musica da «salone» che non c'è più

Quando non erano ancora acconciatori o hair stylist, come si dice oggi, i barbieri rappresentavano una delle principali istituzioni in paese. Il salone da barba diventava un'oasi di relax per gli uomini. Ma era anche il salotto di paese, dove si poteva "curtigghiari" a tutto spiano. Era soprattutto palcoscenico per veri e propri spettacoli musicali. […] Turi Pappalardo e Torquato Tricomi, due cinquantenni, il primo di Aci Bonaccorsi, il secondo di Gravina, appassionati di musica popolare e tradizioni, spulciando archivi e intervistando anziani barbieri in pensione o l'ex "carusu" che vi lavorava, girando in lungo e in largo la Sicilia, sono riusciti a ripescare vecchi valzer, polke e mazurche, tramandati di padre in figlio molti dei quali senza essere mai stati trascritti in alcuno spartito. Una ricerca puntigliosa che è confluita in un cd, "Pelo e contropelo" presentato nei giorni scorsi ad Aci Bonaccorsi nel piazzale antistante la Villa comunale davanti a centinaia di appassionati con una scenografia costituita dagli elementi che caratterizzavano il salone degli anni Cinquanta. Sono stati battezzati "Il duo da barba". Turi Pappalardo suona il mandolino e Torquato Tricomi la chitarra. Due "hobbisti" per la verità, ma che hanno acquisito un patrimonio davvero prezioso che intendono portare in tutte le piazze siciliane. Uno spunto determinante su tutti "Il salone di don Nonò" di Andrea Camilleri.
"Don Nonò era il barbiere della nostra famiglia, nel senso che tutti i miei famigliari maschi (nonno, gli zii, mio padre) si facevano servire nel suo salone che si trovava situato in una delle due strade che portavano a casa nostra. (…) Don Nonò, come tutti i barbieri, ogni anno distribuiva in regalo un calendarietto ai clienti. Erano piccoli, da portarsi nel taschino, infilati dentro a una bustina di carta speciale. Dotati di un profumo dolciastro particolare, credo unico al mondo, erano illustrati a colori vivaci. (…) Alla domenica, perché i barbieri lavoravano anche la domenica, il loro giorno di riposo era il lunedì, nel salone di don Nonò c'era il concertino eseguito dal duo Pirrotta-Spitaleri, di grande fama paesana. Pirrotta, al mandolino, era un ferroviere, Spitaleri, falegname, suonava la chitarra. Naturalmente non si esibivano solo nel salone, ma venivano ingaggiati in occasioni speciali quali matrimoni o particolari ricorrenze».
Carmelo Di Mauro
 
 

Gazzetta dello Sport, 22.8.2011
E poi c'era che il commissario aveva cangiato atteggiamento, pareva un cane da caccia che puntava vicino a una macchia di saggina
Una mosca acchiappata al volo
Terza puntata
 
 

ANSA, 23.8.2011
Ad Andrea Camilleri il Fondazione Campiello
Consegnato il 3 settembre e sara' scelto vincitore edizione 2011

Roma - È Andrea Camilleri il premio «Fondazione Campiello» di quest'anno. «Il nostro - sottolinea il Presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello, Andrea Tomat - è un omaggio ad uno scrittore tra i più letti ed amati del nostro tempo, che ha saputo reinventare il genere giallo con raffinata ironia di linguaggio, creando personaggi vividi e indimenticabili. Fino ad oggi i suoi romanzi hanno venduto più di 10 milioni di copie e sono stati tradotti in 35 lingue. Camilleri è oggi un riferimento e un'icona della cultura italiana nel mondo». Il Premio sarà consegnato allo scrittore siciliano nel corso della cerimonia conclusiva di sabato 3 settembre, al Gran Teatro La Fenice nel quale sarà scelto il vincitore dell'edizione 2011 del Campiello, la 49esima.
La cerimonia, trasmessa su Rai 1 in seconda serata, sarà condotta da Bruno Vespa e vedrà la partecipazione del musicista Raphael Gualazzi. In lizza ci sono i cinque finalisti del premio, promosso e organizzato dal 1962 dagli Industriali del Veneto: Maria Pia Ammirati con Se tu fossi qui (Cairo Editore), Ernesto Ferrero con Disegnare il vento (Einaudi), Giuseppe Lupo con L'ultima sposa di Palmira (Marsilio), Federica Manzon con Di fama e di sventura (Mondadori) e Andrea Molesini con Non tutti i bastardi sono di Vienna (Sellerio).
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Adnkronos, 23.8.2011
Premi: ad Andrea Camilleri assegnato il 'Fondazione Il Campiello'

Venezia - Si avvia alle battute conclusive la 59ma edizione del Premio Letterario Campiello. Il 2 settembre prossimo al Casino' di Venezia saranno premiati i cinque finalisti: Maria Pia Ammirati con 'Se tu fossi qui' (Cairo Editore), Ernesto Ferrero con 'Disegnare il vento' (Einaudi), Giuseppe Lupo con 'L'ultima sposa di Palmira' (Marsilio), Federica Manzon con 'Di fama e di sventura' (Mondadori) e Andrea Molesini con 'Non tutti i bastardi sono di Vienna' (Sellerio).
Il giorno successivo, al Teatro La Fenice, ci sara' la cerimonia finale con la premiazione del vincitore. In quella serata sara' assegnato ad Andrea Camilleri il 'Premio Fondazione Il Campiello', riconoscimento che viene attribuito ad una insigne personalita' della cultura italiana.
''Quest'anno -spiega Andrea Tomat, presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto- la nostra Fondazione ha deciso di premiare Andrea Camilleri. Il nostro e' un omaggio ad uno scrittore tra i piu' letti ed amati del nostro tempo, che ha saputo reinventare il genere giallo con raffinata ironia di linguaggio, creando personaggi vividi e indimenticabili. Fino ad oggi i suoi romanzi hanno venduto piu' di 10 milioni di copie e sono stati tradotti in 35 lingue. Camilleri e' oggi un riferimento e un'icona della cultura italiana nel mondo''.
 
 

Lavika Webmagazine, 23.8.2011
Notte in Giallo a Nicolosi: “La scomparsa di Patò”
Dalla carta alla pellicola: da Camilleri a Mortelliti passando per Nigro

Da sempre l’immensa volta che avvolge la Terra di notte ha una tinta scura, ombrosa puntellata di stelle, ma la notte del 21 Agosto nella ridente cittadina di Nicolosi il cielo si è tinto di giallo per il primo appuntamento di Etna in Giallo, di Stelle&Lapilli 2011 ViviNicolosi, a cura del giornalista Salvo Fallica con la partecipazione del regista Rocco Mortelliti e del critico letterario Silvano Nigro.
È stato presentato, commentato e visionato in anteprima il film “La scomparsa di Patò”, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri.
La lettura di alcuni passi del romanzo è stata eseguita dalla Professoressa Salvina Gemmellaro, che con l’abilità che in sé risiede ha reso più dolce il passaggio dal romanzo al film.
Fu una citazione di Leonardo Sciascia a far nascere in Camilleri l’idea di scrivere un romanzo, ma la sua immensa immaginazione ha reso possibile creare un romanzo in cui egli non racconta nulla, ma sono i documenti, di cui il romanzo è completamente formato, a raccontare gli avvenimenti successi a Vigàta del 1890 nella sera del Venerdì Santo durante la rappresentazione del “Mortorio”.
L’ingegnosità del Camilleri, secondo Nigro,  sta nel costruire documenti che per quanto sembrino autentici sono estremamente falsi, nel aver inventato un dialetto siciliano che tutti possono comprendere, nel riuscire ad imitare lingua e stile di quegli anni, nel saper essere un “falsario”, ma solo per i suoi romanzi.
A prima vista “La scomparsa di Patò” potrebbe sembrare un romanzo epistolare, ma esso è più una raccolta di documenti . Per Camilleri i critici non dovrebbero cercare di incasellare i romanzi e i film come fa un collezionista di farfalle.
I romanzi non hanno uno scompartimento predefinito, essi navigano nella cultura sapendo che qualcuno li leggerà e amplierà il proprio bagaglio culturale.
Oltre ad essere un uomo con una cultura sterminata Camilleri ha vari pregi , ha il rispetto per i critici che si occupano dei suoi lavori, lascia liberi i registi di “tradire” il romanzo per renderlo un film, Camilleri non si intromette nell’operato altrui, lascia lavorare serenamente tutti.
La singolare storia del Ragionier Antonio Patò, uomo irreprensibile, integerrimo, marito e padre amoroso, uomo dedicato al lavoro, la casa, la famiglia, uomo di chiesa, scomparso nel nulla mentre interpretava Giuda Iscariota, riprende i tratti dell’’illusionismo e delle storie purtroppo vere di cui non si sa né il come né il quando né il perché. Padrone della narrazione è il dubbio  “Murì Patò o s’ammucciò?” , domanda senza risposta, o quasi.
Se Patò abbiamo o meno deciso di intraprendere un viaggio come il Mattia Pascal di Pirandello, se sia morto, se abbia sbattuto la testa e vaga nei boschi senza memoria, se almeno una di queste congetture fosse vera forse si sarebbe riusciti a conoscere i motivi della sparizione del Patò.
La scelta di Rocco Mortelliti di imprimere su pellicola questo romanzo trova la sua spiegazione già tra le pagine del romanzo stesso, ambientato nella Sicilia del dopo Unità d’Italia, dove le differenze tra Nord e Sud erano più spigolose che mai, i colori e i suoni della Sicilia fatta di terra, mare, sole, sudore, la Sicilia vera quella che solo chi riesce ad abbandonarsi ad essa riesce a toccare con mano, la Sicilia fatta di stenti, la Sicilia con i suoi mille personaggi, sempre diversi, uguali ma unici.
Il film è stato girato a Naro, Canicattì e Agrigento, quest’ultima scelta per il rosso della  terra agrigentina, e per far rivivere la Sicilia povera del 1890. Inizia dalla fine, dal falò dei documenti ed è interamente raccontato in flashback. Lo stesso Rocco Mortelliti ha spiegato che non vi era un finale ma esso è nato durante le riprese.
Gli attori sono quasi interamente siciliani, come Nino Frassica, Guia Jelo,Gilberto Idonea e Manlio Dovì, Patò viene interpretato da Neri Marcorè, e tra gli attori non originari della Sicilia abbiamo Maurizio Casagrande.
“La scomparsa di Patò” verrà presentato al  Festival Internazionale del Cinema di Roma. Intanto le anteprime sono state a Parigi a Roma e, in via del tutto eccezionale, a Nicolosi. Un film da gustare, unico che solo chi davvero conosce Camilleri poteva farne un capolavoro cinematografico.
La prima notte di Etna in Giallo è stata illuminata dalle stelle che in se custodiscono la cultura.
“Giuda murì
Patò spirì
Spirì Patò
Cu l’ammazzò?
Quantu patì?
E po’: pirchì
Patò spirò?”

Maria Luisa Chiarenza
 
 

La Sicilia, 23.8.2011
Allarme «Circa il 40% di presenze in meno e continuiamo non fare alcuna promozione»

Ragusa. Non sarebbe ancora il tempo dei bilanci, che di solito si fanno a ottobre, ma la guerra dei numeri sulle presenze turistiche in provincia di Ragusa è cominciata già da qualche tempo. Tanto per cambiare anche questo - per esempio a Modica -è diventato argomento di scontro politico, un po' più soft e ancora limitato visto che l'estate non è ancora finita e molti dei nostri valenti rappresentanti se la spassano da qualche parte. Però, quando a parlare è gente che lavora nel settore, e quando il quadro che dipinge è disastroso, occorre forse prestare un po' di attenzione e chiedersi dov'è che sbagliamo. Non c'è promozione, dicono gli imprenditori, e forse hanno ragione quando dicono che si conta quasi esclusivamente sull'effetto Montalbano. Il commissario televisivo è certamente il miglior testimonial che Ragusa potesse immaginare, oltretutto a costo zero. Ma la promozione funziona solo con gli italiani, funziona solo nei luoghi dove hanno girato qualche episodio, e funzionerà probabilmente solo per qualche altro tempo: questa benedetta fiction prima o poi dovrà pur finire anche se il prolifico Camilleri ha scritto a carrettate. Poi c'è la guerra della movida: nelle frazioni balneari, le sole popolate d'estate, i ragazzi vogliono la movida e i residenti non la sopportano. A Marina e Scoglitti, soprattutto in centro, ordinanze o no, è praticamente impossibile dormire prima delle 3 di notte. Ma se i centri rivieraschi sono affollatissimi com'è che invece si parla di crisi nera? Ci vorrebbe un commissario: uno vero però, adesso basta con Montalbano...
Michele Nania
 
 

Gazzetta dello Sport, 23.8.2011
"E po' iu con la liggi non ci voliva avìri a che fari. Cu si trova ammiscato con la liggi, cu lu tortu o cu la ragioni, ci perdi sempre le spise."
Una mosca acchiappata al volo
Quarta e ultima puntata
 
 

Il Secolo XIX, 24.8.2011
Al teatro di Genova
Camilleri regista d’opera per salvare il Carlo Felice

Genova - Il teatro Carlo Felice è in difficoltà? Niente paura, per tirarlo fuori dai guai arriva il commissario Montalbano. Pardon, il suo padre letterario, Andrea Camilleri.
È la magia tirata fuor dal cilindro dal sovrintendente del Teatro dell’opera genovese Giovanni Pacor. Che prima ha stretto la cinghia per mettere in piedi un cartellone di qualità ma al risparmio, riciclando un prestigioso “Flauto magico” di Mozart con le scene e i costumi di Emanuele Luzzati (come dire la pietanza migliore del giorno prima riscaldata per gli ospiti di riguardo arrivati all’ultimo momento). E poi, con un colpo di bacchetta, ha messo in gioco la sua fantasia e le sue conoscenze per portare a Genova un inedito Camilleri nella veste inedita di regista d’opera. Impegnato sul terreno che gli è più familiare: l’intrigo di passione e sangue in chiave siciliana. Però in musica.
La Cavalleria Rusticana di Mascagni, dalla novella di Giovanni Verga, è l’opera che rappresenta il contributo di Camilleri per salvare e rilanciare il Farlo Felice. Il tempo stringe e un nuovo spettro incombe. È una lettera con il timbro del ministero dei Beni culturali. Il ministero, in buona sostanza, richiama all’ordine e mette sull’avviso l’ente lirico: segnalando che a norma di legge, la Fondazione potrebbe passare sotto la gestione commissariale.
E la speranza è che l’operazione possa ammaliare nuovi sponsor molto più delle note del pifferaio di Hamelin, arricchendo la cordata alla quale continua a lavorare Giovanni Calvini. Perchè dietro ai protagonisti della prima ora, Finmeccanica e Iren (insieme valgono quasi 5 milioni di euro in due anni), l’imprenditoria genovese sembra aver rallentato il passo.
Nelle situazioni più difficili, nei film come nei romanzi arriva sempre un eroe a tirare fuori i buoni dal pericolo. E Montalbano-compare Turiddu è il personaggio perfetto: capace di portare attenzione, pubblico e magari denaro in un tempio laico dell’arte.
Bruno Viani
 
 

ANSA, 24.8.2011
Teatro: Carlo Felice; Camilleri, felice dare mio contributo
Rocco Mortelliti sara' il regista di un'idea dello scrittore

Genova - ''Sono felice di dare il mio contributo al teatro Carlo Felice che so essere in difficolta'''. E' il commento dello scrittore Andrea Camilleri ai problemi economici del teatro di Genova. Lo scrittore ha accettato la proposta di mettere in scena una rilettura della Cavalleria rusticana di Mascagni, tratta da una novella di Verga. Cio' che scaturira' dalla nuova interpretazione sara' Cumpari Turiddu, come pubblica oggi Il Secolo XIX. ''Ne ho parlato con il regista Rocco Mortelliti, con il quale abbiamo lavorato insieme tante volte, gli ho spiegato la mia idea e gli e' piaciuta - ha detto Camilleri - Siamo dunque rimasti d'accordo che su questa base sara' lui il regista''.
 
 

Il Cittadino Online, 24.8.2011
"Nonni e nipoti" premia Andrea Camilleri
Il riconoscimento sarà consegnato ad Abbadia San Salvatore il 30 settembre

Abbadia San Salvatore - Sarà Andrea Camilleri uno degli autori premiati nella sezione "Memorie e/o esperienze di vita da tramandare" della I Edizione del Premio Letterario "Nonni e Nipoti" istituito nell'ambito della Festa dei Nonni 2011 che si svolgerà  dal 30 settembre al 9 ottobre prossimi. Promosso dall'associazione Culturale OSA (Operatori scolastici dell'Amiata) di Abbadia San Salvatore con la collaborazione della Fondazione Colonnetti di Torino e del periodico "Okay!" ed il patrocinio del Comune e dell'Amministrazione Provinciale di Siena, il premio è assegnato  ad opere pubblicate negli ultimi cinque anni da autori (nonni e nipoti) che possono trasmettere "pillole di vita" per le nuove generazioni.
In particolare per Andrea Camilleri il riferimento letterario scelto è quello del libro Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata (Sellerio 2011) ma simbolicamente il premio intende sottolineare il "lavoro" di recupero effettuato negli anni da Camilleri attraverso quelli che vengono definiti i romanzi storici e sociali e, negli ultimi anni, quelli che si rifanno a leggende, racconti di cantastorie, derivati da tradizione popolare (come ad esempio Maruzza Musumeci e Il sonaglio). La capacità di Camilleri non sta solo nel ridare vita a fatti passati ma soprattutto nel riuscire a trasmettere nella narrazione la loro relazione con il presente, dove antichi vizi e antiche virtù si ripresentano, talora nascoste, sotto vesti diverse.
La manifestazione di premiazione Un albero per i nipoti - Festa dei Nonni e del Premio Letterario "Nonni e Nipoti" avrà inizio il 30 settembre con la premiazione dei nonni e bisnonni di Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Castiglione D'Orcia e Radicofani, e oltre alla presenza di Andrea Camilleri (eventualmente in video conferenza e in video-intervista registrata) vedrà anche quella di Sergio Staino (1 Ottobre) e Marcello Veneziani (2 Ottobre) e altri selezionati sino al 9 di Ottobre.
Fabrizio Pinzuti
 
 

La Sicilia, 24.8.2011
Omnibus
«Etna in Giallo» con anteprima

Un inizio in grande stile per «Etna in Giallo», rassegna dedicata ai giallisti siciliani che si è aperta, domenica sera, con un incontro dedicato al linguaggio cinematografico: E' stata, infatti, accolta con un'ovazione l'anteprima integrale del film "La scomparsa di Patò", presentata in presenza del regista Rocco Mortelliti, che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo mese di ottobre. Il film, tratto dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri, prodotto da 13 Dicembre, Emme e coprodotto da Rai Cinema, è stato girato interamente in Sicilia tra Naro, Agrigento e Porto Empedocle. Straordinario il cast di attori scelti per interpretarlo: Neri Marcorè (Patò) i bravissimi Nino Frassica e Maurizio Casagrande (che interpretano il maresciallo Paolo Giummaro ed il Commissario di PS Maurizio Casagrande), ma anche la straordinaria Guia Jelo, Alessandra Mortelliti, Gilberto Idonea, Giovani Calcagno, Flavio Bucci, Simona Marchini, un azzeccatissimo Roberto Herlizka nella veste del becchino-filosofo, Manlio Dovì e molti altri, sapientemente guidati dal regista Rocco Mortelliti che è anche autore e sceneggiatore del film insieme a Maurizio Nichetti ed allo stesso Andrea Camilleri. Il film era stato già presentato al Festival Internazionale del Cinema di Roma ed a Parigi. " Dopo Roma e Parigi, la proiezione per il pubblico Nicolosita è un regalo che Mortelliti ha voluto fare ad Etna in Giallo e di cui il grande critico letterario Silvano Salvatore Nigro. Quest'ultimo ha sapientemente introdotto il tema del linguaggio letterario di Camilleri. Al grande scrittore siciliano, di cui è stata trasmessa una video intervista, ed agli aneddoti più interessanti della sua vicenda da scrittore, è stata dedicata l'intera serata.
«Conosco Andrea Camilleri da tanti anni - ha detto Mortelliti - è stato il mio maestro di teatro all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica."La scomparsa di Patò" è stata un'esperienza unica. Ho cercato di essere all'altezza dello stile del romanzo, e anche se Andrea sostiene che il regista ha il "dovere" di tradire l'autore, non ci sono riuscito».
 
 

Gazzetta dello Sport, 24.8.2011
«Domani, per la notte di capodanno, vuoi venire con mia?" spiò Mimì Augello
Gli arancini di Montalbano
Prima puntata
 
 

Gazzetta dello Sport, 25.8.2011
Poi, insieme, sarebbero andati da Adelina. E lui si sarebbe goduto gli arancini
Gli arancini di Montalbano
Seconda ed ultima puntata
 
 

War Bulletin, 25.8.2011
Montalbano sono (stato)

Oggi sulle pagine della Gazzetta dello Sport (che è pur sempre il quotidiano più letto d'Italia) è apparsa l'ultima delle 51 illustrazioni realizzate da me e Lelio con protagonista il commissario Salvo Montalbano, a corredo di altrettanti episodi da Gli Arancini di Montalbano.

Per spiegare a chi me lo ha chiesto e una volta per tutte quale era il mio ruolo: in sostanza leggevo i racconti, ideavo un'illustrazione e la descrivevo a Lelio, come se si fosse trattato di una breve sceneggiatura. Talvolta allegavo uno schizzo, altre volte bastava una telefonata per chiarirsi. Il risultato finale era straordinario (come vedete nelle due illustrazioni a corredo, tra le mie preferite) e lì il merito è tutto della mia metà artistica. Magari più avanti pubblico un work in progress... o magari no, che sono incasinato come al solito.
Intanto, se, quando, come e dove queste illustrazioni verranno ripubblicate (chissà, magari in un bel librone, con i racconti che le hanno ispirate) non so dirvelo.
Marco Rizzo
 
 

musicamore, 25.8.2011
Camilleri all’Opera!

Sono certa che qualcuno avrà da dire su questa scelta del sovrintendente Giovanni Pacor.
Personalmente sarei disposta a chiedere un trasferimento temporaneo al teatro Carlo Felice di Genova pur di vedere all’opera un mio grande mito: Andrea Camilleri. Sarà infatti in cartellone nella stagione lirica del teatro ligure, in veste di regista dell’opera Cavalleria Rusticana.
Ho letto quasi tutti i suoi romanzi, rimango incantata ad ascoltarlo nei suoi racconti dei video della Banca della Memoria, mi piace il suo modo di trasmettere con quell’accento e quella voce roca e adoro soprattutto il suo grande personaggio: Montalbano.
Chi avrebbe detto che alla sua veneranda età si sarebbe buttato ancora in nuove esperienze?
Dicono che il sovrintendente del Carlo Felice, abbia fatto questa scelta, un po’ come  il mago che tira fuori  il coniglio dal cilindro! Lui spera infatti di attirare l’attenzione dei media per tenere lontano lo spettro del commissariamento che incombe da un po’ di tempo sul teatro genovese.
Beh, qualcuno ha tentato di fare lo stesso da noi,con scarsi risultati, al Lirico di Cagliari, con  Marco Carta, ma questa è ben altra cosa. Speriamo che Camilleri abbia una sorte migliore.
Io ne sono certa perchè, con la sua lunga esperienza televisiva, l’anima sicula e la grande fantasia riuscirà a dare all’opera di Verga-Mascagni un impronta originale.
otto
 
 

Corriere Informazione, 25.8.2011
Il Nipote del Negus per scardinare i muri di acciaio

Non è Montalbano il protagonista del libro di Andrea Camilleri, uscito il 25 marzo 2010. "Il nipote del Negus" è ambientato a Caltanissetta, negli anni ’30, durante la guerra in Etiopia. Camilleri presenta i fatti con la sua vena originaria, irriverente e comica. Un romanzo dal divertimento contagioso, che mescola storia e fantasia.Coinvolgenti pagine dalle molteplici sfaccettature, prezioso laboratorio culturale che mescola cronaca, memoriale, giallo, saggio storico, trattato giuridico-morale, romanzo psicologico alla fervida fantasia.
Il NIPOTE DEL NEGUS consente al lettore di introiettare fortissimi imperativi morali, marchiando personaggi sclerotizzati in una forma e intelligenze prostituite. Lo stile è terso, cristallino, rinvigorito da un linguaggio asciutto, spesso inframmezzato da intrusioni dialettali, espressioni crude, sintagmi, onomatopee, doppi sensi, metafore, similitudini che, a una prima lettura, disorientano, ma, isolandone i tratti più oscuri, lemmi come ‘ntìfico, specchiàta, babbiàre, taliàre, nèsciri, sùsirsi, macàri, mìzzica, cchiù, pirchì, stràmmo, assintomò, arrivèrsa, accussì, embè, camurrìa, … osteggiano la tronfia retorica gabrieldannunziana iperbolica e altisonate, di cui il Fascismo, per incantare le masse, faceva il suo cavallo di battaglia.
L’incipit è dato da un fatto realmente accaduto, la frequenza, nell'agosto del 1929, alla scuola mineraria di Caltanissetta, di Grhane Sollassié Mbassa, formidabile trampolino di lancio per Mussolini che cerca di ingraziarlelo con ogni strategia perché ha puntato l’interesse sull’Etiopia. Nel racconto, il Principe si iscrive alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta, provocando generale scompiglio per la diffidenza fra bianchi e neri; si scatena un susseguirsi serrato di dialoghi vivaci e fitti ping pong epistolari , con “carpette” che contengono lettere, dispacci, telegrammi, proclami, documentazioni d’archivio, articoli di cronaca locale, in un rimando continuo con frammenti dialogici-narrativi notturni e diurni tenuti tra gli abitanti di Vigàta. I destinatari sono tutti servi volontari del DUCE, marionette dibattute fra ipocrisie, timori, servilismo e apparente fierezza. Cambiano le intestazioni, ma l'oggetto è sempre lo stesso, il Principe che, amante del lusso, frequentatore dei bordelli e sollecitato dal gioco, estorce denaro sia alla corte etiope, sia al Partito Fascista.
Mussolini gli chiede di scrivere allo zio Ailé Selassié una lettera di elogi nulla mai concedere, si fa beffe del Duce, dei notabili, delle forze dell'ordine, delle regole, della buona educazione, per poi scomparire nel nulla. Volatizzato. L’ellissi del discorso, del resto, lascia solo intuire … per il resto tutto è affidato alle esclamazioni, indice prolettica della tresca amorosa tra la Michilìna laida assà e l’atleta dell’inganno…Oddio, Gesù, ohio, così, sì, ancoraancoraancoraancoraancoraancora … un piacere sessuale che spingerà i due amanti alla fuga … e i misteri s’infittiscono … Si scopre, intanto, che il Principe era già sposato in patria sin dall’età dei quindici anni con la tredicenne figlia del potente Ras Makonnen.
Un romanzo che tiene il fiato sospeso fino alla fine, è specchio rinfrangente che riesce a far luce sui nodi problematici di un’epoca e sulle incognite a essa correlate. Esse rappresentano momento di grande formazione perché, contrastivamente, stimolano la propria vivacità percettiva e il desiderio di abbattere i muri di acciaio tra i propri simili.
Matilde Perriera
 
 

La Sicilia, 25.8.2011
Nicolosi
Incontro con Savatteri e Montante

Ancora altri grandi appuntamenti con "Etna in giallo" a Nicolosi. La manifestazione culturale, inserita nel calendario delle manifestazioni estive «Stelle&Lapilli Vivi», organizzato dall'assessorato al Turismo, continua oggi con il dibattito che vede come protagonisti Gaetano Savatteri e Antonello Montante. La location dell'incontro culturale è il parco comunale dei Pini. All'interno del dibattito, condotto da Salvo Fallica, vi sarà l'intervento di Antonello Montante, vicepresidente di Confindustria Sicilia, che racconterà la famosa storia della bici di Camilleri, con la quale durante la Seconda Guerra mondiale l'inventore di Montalbano fece un viaggio da Serradifalco a Porto Empedocle, alla ricerca del padre. Che poi trovò sano e salvo dopo lo sbarco degli alleati. Quella bici era stata costruita proprio dal nonno di Antonello Montante, l'industriale Calogero. Il nipote l'ha fatta ricostruire e l'ha fatta diventare un oggetto da collezione.
 
 

La Stampa, 26.8.2011
Andrea Camilleri, Pirandello contro il Gattopardo
Nel romanzo "I vecchi e i giovani" un personaggio ricorda il principe di Salina. Ma lo scrittore, a differenza di Tomasi, non ne condivide lo scetticismo verso la nuova Italia unita
Andrea Camilleri

Un congedo dall'epopea risorgimentale
Il brano che pubblichiamo in questa pagina è tratto dall’introduzione scritta da Andrea Camilleri per una nuova edizione di “I vecchi e i giovani”, il romanzo meno conosciuto del suo concittadino Luigi Pirandello, che esce oggi per Rizzoli (pp. 454, 8,90). Il libro, a cui il drammaturgo lavorò dopo lo scandalo della Banca Romana e la repressione nel sangue dei Fasci siciliani, racconta la fine delle speranze risorgimentali, con una implacabile denuncia della corruzione e del trasformismo della classe politica italiana. È un doloroso omaggio alla «sicilianitudine», ma soprattutto un congedo dall’epopea del Risorgimento e dai sogni coltivati dall’autore nella sua giovinezza. Un romanzo vasto (l’opera più lunga e complessa di Pirandello) che intreccia una molteplicità di personaggi e di situazioni. Tra i personaggi principali spicca don Ippolito Laurentano, un principe rimasto fedele al Regno delle Due Sicilie anche dopo l’Unità, che vive ritirato nel suo feudo di Colimbètra, circondato da un piccolo esercito privato che indossa la divisa borbonica.
 
 

Il Tirreno, 27.8.2011
Camilleri show per il libro di Giannelli in attesa del premio

Castel Del Piano. Il grande maestro Andrea Camilleri continua a concedersi all’Amiata e sigilla, con la sua presenza, molte iniziative culturali. Lunedì pomeriggio, infatti, la sua è stata la presenza di spicco, a Casteldelpiano, alla presentazione del nuovo libro di Alvaro Giannelli, ex sindaco di Casteldelpiano, “Quando le mucche stavano in paese”, edizioni Effigi.
Grande presenza di pubblico in sala, pomeriggio letterario denso di stimoli e di emozioni tra battute e ricordi dello scrittore siciliano che ogni anno trascorre buona parte delle sue vacanze nella zona dell’Amiata e con gli anni ha costruito un rapporto solido con la comunità.
E intanto già si sa che sarà proprio Andrea Camilleri uno degli autori premiati nella sezione “Memorie e/o esperienze di vita da tramandare” della I Edizione del Premio Letterario “Nonni e Nipoti” istituito nell’ambito della Festa dei Nonni 2011 che si svolgerà ad Abbadia S. Salvatore dal 30 settembre al 09 ottobre prossimi.
Promosso dall’associazione Culturale OSA di Abbadia San Salvatore con la collaborazione della Fondazione Colonnetti di Torino e del periodico “Okay!“ ed il patrocinio del Comune di Abbadia San Salvatore e dell’Amministrazione Provinciale di Siena, il premio è assegnato ad opere pubblicate negli ultimi cinque anni da autori (nonni e nipoti) che possono trasmettere “pillole di vita” per le nuove generazioni.
In particolare per Andrea Camilleri il riferimento letterario scelto all’interno del premio è quello del libro Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata (Sellerio 2011) ma simbolicamente il premio intende sottolineare il “lavoro” di recupero effettuato negli anni da Camilleri attraverso quelli che vengono definiti i romanzi storici e sociali e, negli ultimi anni, quelli che si rifanno a leggende, racconti di cantastorie, derivati da tradizione popolare (come ad esempio Maruzza Musumeci e Il sonaglio).
In questa circostanza accanto ad Andrea Camilleri (eventualmente in video conferenza e in video-intervista registrata nel caso non riuscisse ad essere presente alla consegna) ci saranno anche Sergio Staino e Marcello Veneziani.
F.B.
 
 

La Repubblica, 27.8.2011
Slow art contro fast art
Ma quanto tempo ci vuole per un capolavoro?

[…]
Poi c'è la vita, che essendo un mistero, altri ne procrea. E allora determina senili esuberanze in cui autori che per la maggior parte dell'esistenza han prodotto punto o poco. Il terminale Van Gogh sembrava preso dalla furia di riempire una pinacoteca. E che dire dell'incontenibilità di Andrea Camilleri? Scoperti tardi? Dagli altri o anche da se stessi? C'è un tempo per ogni cosa, anche per l'espressione della creatività?
[…]
Gabriele Romagnoli
 
 

Solo Libri.net, 28.8.2011
Pagine scelta di Luigi Pirandello – Andrea Camilleri

Un atto di gratitudine è all’origine di "Pagine scelte di Luigi Pirandello" (Milano, Rizzoli Bur 2007), una raccolta antologica che comprende testi del drammaturgo siciliano selezionati da Camilleri, il quale fornisce anche una bibliografia di propri scritti sull’argomento. Egli, nello stesso anno, vi ritornerà con l’introduzione “Opere teatrali in dialetto” al quarto meridiano delle Maschere nude, curato da Alessandro D’Amico e Alberto Varvaro. (Milano, Mondatori 2007). Certamente l’operazione compiuta risponde a criteri del tutto personali, non avendo ma fatto selettivo il carattere dell’oggettività. Inclusioni ed esclusioni, ancorché argomentate, sono l’esito di una complicità tra lo studioso e l’oggetto della sua ricerca. Si potrebbe perciò dire che i brani scelti, essendo proiezioni di Camilleri, aiutano a comprendere il processo di formazione culturale dello stesso. E’ Pirandello il suo “padre putativo”. Essendo stato per oltre un trentennio regista di teatro, televisione e radio, egli ne ha messo in scena e in onda moltissime opere teatrali e numerose riduzioni di novelle e romanzi. Nelle quarantasei pagine che compongono l’“Avvertenza” con tratti sicuri si sofferma a considerare alcune specificità dell’arte pirandelliana, catalogate in sei succinte sezioni: “Una vistosa omissione”, “Saggi”, “Articoli”, “La Salamandra”, “Le novelle”, “I romanzi”, “Il teatro”. In “Articoli” inserisce lo scritto “Teatro siciliano?”, apparso su “Rivista Popolare” del 31 gennaio 1909. Di rilevante interesse questa sua ammissione:
“Confesso qui che mi capitò di leggere questa affermazione di Pirandello quando, nel 1967, cominciavo a mettere mano al mio primo romanzo e molti erano i dubbi che sul mio particolare modo di scrivere, mischiando cioè lingua e dialetto, in me stesso nascevano. Quelle parole mi diedero allora il coraggio di continuare, me ne spiegarono la necessità”.
In sostanza, l’autore di Liolà, sebbene avesse scritto che le opere dialettali sono limitate ad una fruizione regionale per la limitatezza del mezzo comunicativo, l’aveva però decisamente orientato a non escludere il dialetto dalla scrittura. Quali i motivi? Ormai a Camilleri era chiaro che l’oralità popolare esprime meglio di ogni altra lingua particolari usi e costumi idonei a caratterizzare con efficacia i personaggi di un particolare contesto geo-antropologico. Egli mette dunque in campo se stesso e offre diverse piste di ricerca.
Tanti gli aspetti dell’arte pirandelliana da lui indagati e creativamente trasfusi nella sua narrativa. Degno di nota, ad esempio, l’atteggiamento fortemente critico che nei riguardi della politica piemontese, all’indomani della costituzione del regno d’Italia, si ritrova nel romanzo di Pirandello "I vecchi e i giovani". Per non dire dell’ “umorismo del contrario” o del tema dello “scambio”. Le forti valenze culturali si integrano con uno spiccato vissuto di deferenza. A Giorgio Prosperi, “uno dei grandi critici di teatro italiani” (“razza ormai estinta”), che aveva sottolineato, in una sua recensione sul quotidiano “Il Tempo”, il “lunghissimo studio e frequentazione” di Camilleri con il suo grande conterraneo, tali da consentirgli il “tu” confidenziale, affettuosamente egli così rispondeva con una lettera:
“… se mi fosse stato dato un giorno d’incontrare Pirandello, non mi sarei mai permesso di dargli del tu ma l’avrei chiamato “Voscenza”, che dalle parti nostre sta per Vostra Eccellenza”.
Federico Guastella
 
 

Il Tirreno, 28.8.2011
Largo ai giovani

Al Forte la mitica Capannina compie 82 anni e, per festeggiarla, viene riesumato Eduardo Vianello (73 anni). A Lucca Arturo Lattanzi (74) inaugura la casa natale del Puccini. A Casteldelpiano Andrea Camilleri (86) presenta un libro. A Viareggio Giovanni Pieraccini (93) pensa a come rilanciare il carnevale. A Peccioli Gillo Dorfles (101) visita e apprezza una mostra en plein air. I pochi giovani rimasti si riuniscono per una spiaggiata al Calambrone ma, per prudenza, vengono circondati dalla polizia.
 
 

MicroMega, 29.8.2011
In edicola e libreria il nuovo Almanacco del cinema di MicroMega
Camilleri, Sorrentino, Coppola, Loach, Servillo, Verdone, Landis: sono solo alcuni dei grandi nomi del cinema italiano e internazionale protagonisti del nuovo Almanacco del cinema di MicroMega, che verrà presentato l’8 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, ma già in edicola e libreria dal 30 agosto.

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Andrea Camilleri ricorda i suoi albori cinematografici prima di diventare scrittore e racconta i suoi rapporti col cinema.
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La Stampa, 29.8.2011
Intervista
Ghini: "Sul Titanic per affondare i cinepanettoni"
Quello che accadde prima del disastro nel prequel di Raiuno: "Non effetti speciali ma storie di vita"

Sulla carta Massimo Ghini doveva far parte dell’infornata di italiani cooptati da Woody Allen per Bob Decameron . Poi, il silenzio. Meglio, molto meglio per Ghini che di cose ne sta facendo tre insieme: in teatro il suo Cannibardo in compagnia virtuale con Andrea Camilleri che appare in maxi schermo, la vera storia dei garibaldini tratta da un carteggio tra Garibaldi e Lincoln del 1861 nel quale il presidente chiede all’eroe dei due mondi di comandare i nordisti nella guerra di secessione. Storia avvincente che pochi conoscono e che riempie i teatri, un po’ per la capacità affabulatoria di Camilleri, un po’ per le belle musiche di Mario Incudine suonate dal vivo, molto per Ghini che spadroneggia sulla scena; «Non è un leghismo del Sud, ma si pareggiano i conti» in una lotta molto più italiana che americana.
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Michela Tamburrino
 
 

Paperblog, 29.8.2011
Le ali della sfinge di Andrea Camilleri

Ho letto Le ali della sfinge perchè mi sono accorto di non aver mai letto un libro di Montalbano, pur avendo visto credo tutti i film con Luca Zingaretti (molto ben fatti per essere un prodotto televisivo italiano) ed aver anche intervistato Peppino Mazzotta (puntata del 23 marzo 2011 de La Corazzata Cotionkin).
Insomma mi sembrava di fare un torto ad Andrea Camilleri e così ho provato a recuperare.
Una volta presa confidenza con la prosa di Camilleri, che assegna senza dubbio medaglia di lingua al dialetto siciliano, è come leggere la sceneggiatura del film perchè questi ultimi riprendono pari pari i racconti del fumatore sicialiano, che si prestano in maniera evidente alla trasposizione (a parte qualche modifica di base sulle personalità dei personaggi).
Le ali della sfinge è un giallo classico del commissario di Vicata, con dentro tutta la sua ironia, la puntigliosità di Fazio, la gigioneria di Augello, le folli contorsioni linguistiche di Catarella, la falsa antipatia di Pasquano.
Insomma un classico romanzo di Montalbano.
E tra le cose classiche della serie è impossibile non notare l’importanza del cibo nella vita dei protagonisti (e di Salvo su tutti) – cosa che peraltro ci aveva già confermato Mazzotta durante l’intervista.
E poi c’è l’intreccio, la vicenda che questa volta riunisce ragazze scomparse, un’associazione con secondi fini evidenti (per Montalbano) e le inevitabili collusioni con la mafia locale.
In definitiva la prosa di Camilleri è lucente e coinvolgente, molto ricercata, e da godere dalla prima all’ultima pagina.
Ora lo so che tra chi mi legge ci saranno orde di appassionati di Montalbano che ne sanno mille volte più di me… quindi divertitevi pure a dirmene di tutti i colori.
Soloparolesparse
 
 

La Sicilia, 29.8.2011
Il commissario Bordelli e la forza del destino

Il primo romanzo della serie, Il commissario Bordelli di Marco Vichi, uscito nel 2002, ha raggiunto in nove anni circa 150 mila copie vendute nelle diverse edizioni. Fiorentino, investigatore molto cerebrale e scrutatore dei caratteri di chi ronza attorno a un'indagine, privo di ogni mezzo scientifico come lo era la polizia degli anni Sessanta, ora Bordelli con 'La forza del destino', in uscita in autunno, edito come gli altri da Guanda, è arrivato alla sua quinta storia.
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Cinico, burbero, disincantato, Bordelli, come ha scritto Andrea Camilleri, "è un eroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e non facile da dimenticare".
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Paolo Petroni
 
 

MicroMega, n. 6/2011
Almanacco del cinema - Il sommario del nuovo numero in edicola e libreria da martedì 30 agosto
Maestri 1
Andrea Camilleri (a cura di Tommaso De Lorenzis) - Il mio amico cinema
È conosciuto dal grande pubblico come il padre del commissario Montalbano. Ma prima del suo straordinario successo come scrittore, Andrea Camilleri è stato produttore televisivo, regista teatrale, sceneggiatore, insegnante al Centro sperimentale di cinematografia di Roma e all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Il grande cinema italiano ha accompagnato la sua lunga vita fin da quando il proprietario del cineteatro di Porto Empedocle domandava agli spettatori che rumoreggiavano: ‘Che vulite?’…
 
 

Il Messaggero, 30.8.2011
Il racconto. Quel film comico mai nato con Antonioni e Monica Vitti
Camilleri. Un'avventura nel cinema
Lo scrittore racconta l'amicizia con Antonioni e Citti e i suoi giorni al Centro Sperimentale
Andrea Camilleri
 
 

La Nazione (Arezzo), 30.8.2011
Giardino delle Idee. Sette giorni di incontri con soli duemila euro
Ora Camilleri e Mazzantini

Un successo straordinario, con tremila spettatori per una settimana di incontri culturali. Ma già l'attenzione si sposta sull'edizione invernale, al Museo Medioevale

Arezzo - Il Giardino delle Idee, versione estiva, va in archivio con una serata memorabile (quella con Margherita Hack di sabato, mille persone, la metà rimasta fuori) e un successo di pubblico a dir poco strepitoso, persino inatteso in queste dimensioni.
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Ma per Fiorini e il suo "Giardino" il ciclo estivo è solo una parentesi e il riposo che comincia adesso solo una pausa in attesa della ripresa autunnale, stavolta al chiuso dell'auditorium del Museo Mediovale, già teatro l'anno scorso di una stagione memorabile. Nel carnet dell'organizzazione (fatta tutta di volontari, a cominciare dal motorino Fiorini) ci sono già altri nomi di assoluto rilievo. Quattro per tutti, come il patron svela nell'intervista che apparirà stamani sulla "Nazione", che del ciclo estivo, e anche di quello autunnale-invernale, è stata e sarà media partner.
Innanzitutto quello che è forse il più popolare scrittore italiano, oltre che il più tradotto nel mondo, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, quello di "Sostiene Pereira", per non citare che il suo titolo più popolare, Margaret Mazzantini, vincitrice di un premio Strega, e Valerio Massimo Manfredi, lo scrittore di romanzi storici ambientati nell'antichità. Saranno tutti di scena davanti alla platea del Museo mediovale, ad eccezione di Camilleri, che per problemi di età e di salute ha ottenuto di essere intervistato di fronte alla telecamera. Il filmato sarà poi proiettato nel corso di una delle serate. [Camilleri non parteciperà, NdCFC - 9.3.2012]
 
 

La Sicilia, 30.8.2011
Alfredo Sangiorgi e il «San Giovanni» da riportare alla luce
I ricordi del maestro Domenico De Meo per riproporre all'attenzione del pubblico e della critica un lavoro dotato di grande sensibilità teatrale

Per esempio si potrebbe rappresentare il "San Govanni Decollato (1958) di Alfredo Sangiorgi (1894-1962)…
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Un Martoglio trasferito negli anni del boom, un'opera sgargiante di forma e amabile occasione di comicità. E non casualmente, al debutto assoluto il 30 settembre 1958, al teatro Donizetti di Bergamo, la regia fu affidata a un esordiente di grande futuro, Andrea Camilleri che firmò solo quella regia teatrale prima di avere il successo nazionale in tv e diventare un best seller con Montalbano. Nelle interviste autobiografiche egli parla di quella data con sorridente autoironia. Ma il successo ci fu. L'orchestra era diretta dal siciliano Franco Mannino (1924-2005), uno di quei musicisti d'antan che oggi sembrano giganti.
[...]
Sergio Sciacca
 
 

Eco di Sicilia, 31.8.2011
Una petizione on line per salvare la scuola

É partita da nove donne siciliane impegnate a vario titolo nel mondo dell’istruzione, la petizione per sostenere e proteggere l’istruzione pubblica in Sicilia. “Difendere il patrimonio dell’istruzione pubblica italiana e soprattutto siciliana che, pur tra grandi difficoltà, è stata sempre impegnata nella formazione culturale, umana e civile di uomini e donne”. É questo l’obiettivo della petizione presentata da “Insieme per la scuola, il comitato composto dalle 9 donne siciliane. Con la petizione si chiede all’Ars di evitare disparità tra sud e nord nella scuola pubblica. Il documento è già stato presentato all’assessore regionale all’istruzione, Mario Centorrino e, con il solo passaparola, in pochi giorni ha raccolta 650 mila firme on line. Fra i primi firmatari lo scrittore di origini siciliane Andrea Camilleri; le famose registe Emma Dante e Roberta Torre; il professore Antonio di Grado; il giornalista e scrittore Roberto Alajmo e la giornalista Sandra Rizza.
Nel documento, che può essere sottoscritto su internet sul sito www.petizionionline.it (http://www.petizionionline.it/petizione/insieme-x-la-scuola-una-seduta-dellars-a-difesa-della-scuola-siciliana/4802), si chiede una seduta straordinaria dell’Assemblea Regionale Siciliana per discutere sulla drammatica situazione della scuola siciliana alla luce dei tagli imposti dalle manovre economiche. Dei 30.308 insegnanti assunti dopo l’accordo firmato all’Aran, il 46% avranno cattedra al nord, il 29% al centro e soltanto il 24% al sud. Tutto ciò con grave pregiudizio per realizzare il tempo prolungato nelle scuole siciliane.
Nel documento si chiede alla Regione di risolvere il problema della sicurezza degli spazi scolastici e di sostenere province e comuni per mantenere e potenziare i servizi di mensa e trasporto.
 
 

La Repubblica (ed. di Genova), 31.8.2011
Settecento ugole per il Carlo Felice

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Aperta all'insegna delle nuove promesse, la stagione del Carlo Felice si chiuderà in giugno con un importante debutto: Andrea Camilleri, messo provvisoriamente da parte il commissario Montalbano, si curerà degli affanni di Turiddu e di Santuzza firmando la regia (la sua prima in campo lirico [Non è esatto, NdCFC]) di «Cavalleria rusticana». L'opera di Mascagni (ambientata in quella Sicilia che il grande scrittore ama particolarmente) è stata aggiunta alla stagione e sarà affiancata, nella stessa sera, dalla messa in scena di «Che fine ha fatto la piccola Irene», novella dello stesso Camilleri musicata da Marco Betta nel 2003 per la Chigiana di Siena.
Roberto Iovino
 
 

Fiction Italiane, 31.8.2011
Il giovane Montalbano anticipazioni da Michele Riondino
Michele Riondino, intervistato da Vanity Fair, regala qualche anticipazione su ciò che vedremo ne Il giovane Montalbano, la fiction di Raiuno dedicata agli anni di gioventù del celebre Commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri.

Il personaggio
E’ un ragazzo che diventa uomo, un giovane di sinistra che partecipa alle manifestazioni. Da studente prende a calci un alto dirigente della polizia, che si ritroverà davanti quando metterà la divisa. Poi, dopo aver fatto Giurisprudenza, diventa poliziotto: non perché ami la divisa, ma perché vuole stare dalla parte dello Stato e non della mafia. E’ introverso, ha difficoltà a gestire le relazioni sociali. Anche con le donne. Vive del suo lavoro … La chiave del giovane Montalbano è orgoglio e prepotenza, non si tratta di un carattere veramente positivo. Anche professionalmente, lascia un po’ a desiderare: non è un superpoliziotto, si ostina negli errori e sbaglia di brutto. Montalbano, più che altro, ha colpi di fortuna.
La casa di Marinella sul mare
Scopriamo come Montalbano la trova. E anche quello è un colpo di fortuna.
Fonti di ispirazione per Riondino
Per Il giovane Montalbano ho fatto riferimento a Volonté e Sciascia. Ho fatto leva sul siciliano, sull’essere chiuso mentalmente. Montalbano è bigotto, quasi maschilista.
Le paure di Riondino
Mi spaventa di più il confronto che il pubblico farà fra i due Montalbano. Montalbano è un’istituzione, Zingaretti un mostro sacro. Io sarò tutt’altro.
Diego Odello
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 31.8.2011
La prova d'attore di Mazzotta
"Prigioniero di Fazio"

Il Fazio di Montalbano. Per presentare Peppino Mazzotta bisogna iniziare così, e dirlo subito: non è siciliano.
Quel petrolio negli occhi, nei capelli gliel'ha dipinto la Calabria, Cosenza. Al Parco letterario Horcynus Orca di Messina, il festival Radio Argo ha ospitato lo spettacolo di cui è regista, produttore e attore. Ma scollargli di dosso il nome del personaggio di Camilleri è impossibile. Perlomeno prima dello spettacolo, perché una volta sulla scena diventa Elettra, Agamennone, Clitemnestra, Oreste... Più che una prova d'attore, dieci tutte assieme.
Perché in scena è anche Catarella, Montalbano, Camilleri: tutti lui. Così che alla fine dello spettacolo, il pubblico applaude - anche in piedi - Peppino Mazzotta. «Ma in tv è diverso, si è soprattutto immagine». L'immagine vera di Mazzotta la si incontra dietro le quinte, alla fine dello spettacolo. Lì Fazio si offre all'argomento più ghiotto.
«La maledizione di Montalbano, la chiamo io».
Nel senso che si rimane incastonati in un ruolo e per un attore è un danno?
«Sì, ma è in televisione il danno, non in teatro. A parte Luca (Zingaretti, ndr), nessun altro di noi riesce praticamente a fare altro, in tv, ma non è un dramma, anzi. Abbiamo avuto un grande successo, non dispiace mai».
E in Sicilia al bar non pagate caffè.
«Fossero solo i caffè. Non riuscivamo a pagare neanche i pranzi e le cene, abbiamo dovuto mettere un argine. Sono più di dieci anni di Montalbano, li avremmo mandati in rovina. Però siamo sui muri, nelle foto di tutti i bar della zona».
In Sicilia passate molto tempo?
«Grosso modo da marzo a luglio, una volta ogni due anni, dal '98-99. Ci torneremo il prossimo marzo. Da qualche anno chiudiamo le riprese a Roma, dove giriamo gli interni del commissariato perché il sindaco di Scicli non ha più concesso le stanze del Comune».
Nonostante la notorietà che la serie ha regalato al Ragusano (la casa di Montalbano si trova a Puntasecca) e l'incremento turistico.
«La serie ha portato fortuna a tutti noi, un successo strepitoso in settentrione, ma anche in Australia e in Svezia. I siciliani ne sono consapevoli e ci mostrano un affetto straordinario».
È stato difficile affrontare il dialetto?
«In realtà di dialetto ce n'è ben poco, soprattutto rispetto ai libri di Camilleri, La Rai ha chiesto che i dialettismi fossero ridotti al minimo».
E il suono, l'accento?
«Non sono certo svedese».
Manuela Modica
 
 

 


 
Last modified Saturday, April, 10, 2021