home page




Rassegna stampa 

Marzo 1998

Tipo Titolo Autore Data Fonte
Int Per capire meglio la realtà mischiare il giallo e il nero 

ROMA. Chi per originaria passione e chi per caso, quasi tutti, almeno una volta, abbiamo avuto per le mani un libro giallo. Molti storcono il naso. Ma per quanto ci si possa astenere da valutazioni di carattere letterario su questa produzione, non possiamo invece trascurare che alcuni di questi scrittori, e a dispetto di altri, dei 'casi letterari' lo sono diventati, dal francese Daniel Pennac al nostro Andrea Camilleri . Da cosa dipenda il successo del romanzo giallo e soprattutto se vi siano le condizioni per parlare di 'genere letterario' o sia solo un fatto di costume, sono le questioni che discutiamo con Serge ...
Micaela Sposito 7 marzo Giornale di Sicilia
Int INTERVISTA AD ANDREA CAMILLERI 

Sono andata a trovare Andrea Camilleri nella sua casa in un palazzo di Roma. Un ascensore di quelli sferraglianti sale fino all'ultimo piano dove lo scrittore sembra se ne stia appollaiato fra cielo e terra, assorto nei suoi pensieri. Camilleri è un signore grande e gentile che corrisponde a come lo avevo immaginato dalla sua voce calma e dai suoi libri allegri. Mi rassicurano le nostre comuni origini siciliane, il dialetto ritrovato e l'amore per Sciascia. Si incomincia subito a parlare avvolti in una irreale nuvola di fumo e con il telefono che squilla spesso e lui gentile che risponde a tutti di persona e poi si scusa con me. Un piacere averlo intervistato. Come niente, temo si possa finire immortalati in uno di quegli strambi personaggi dei suoi romanzi polizieschi.

ADRIANA PEDONE: Come ha conosciuto Leonardo Sciascia? 

ANDREA CAMILLERI: Prima di incontrarlo di persona l'ho conosciuto per via epistolare. Io lavoravo in televisione e dovevo creare dei programmi; mi ero rivolto a Sciascia, non mi chieda l'anno, insomma tanti anni fa, per chiedergli di scrivere un originale televisivo sul delitto Notarbartolo. Sciascia aveva da poco pubblicato "Il giorno della civetta". Mi rispose che non avrebbe potuto scrivere sull'argomento perché la ricerca dei documenti sui quali basare il lavoro gli ...
Adriana Pedone  marzo Amici di Sciascia
Art ULISSE E IL PERIPLO DELLA SICILIA

George Bernard Shaw, come sanno magari quelli che non l'hanno mai letto, era scrittore caustico ed iconoclasta, sempre pronto a gettarsi cavallo e carretto, come si dice dalle nostre parti, contro le ipocrisie e i convenzionalismi della società. Ebbene, Shaw ammetteva pubblicamente di avere avuto un maestro, Samuel Butler, morto nel 1902, sessantasettenne.
Essere serviti da esempio all'irriverenza di Shaw non è cosa da poco. Butler è stato una specie di uomo-orchestra della cultura inglese dell'ottocento, suonava dovunque lo si toccasse, nella filosofia, nel diritto, nella scienza, nella letteratura. Suonava anche non metaforicamente: compose infatti, tra gavotte e minuetti, una cantata e un oratorio,
quest'ultimo intitolato "Ulisse" (si tenga presente che egli aveva tradotto dal greco in inglese tanto l'Iliade quanto l'Odissea). In Italia Butler è conosciuto per tre libri. Il primo è il romanzo al quale lavorò per ben dodici anni e che lasciò non revisionato,
Andrea Camilleri
15 marzo La Repubblica (edizione di Palermo)
Misc Raccolta articoli vari - marzo -

Last modified Saturday, July, 16, 2011