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RASSEGNA STAMPA

DICEMBRE 2008

 
Banca della Memoria, 12.2008
Andrea Camilleri
La fine delle miniere di zolfo
In questo racconto Camilleri ci spiega come le miniere di zolfo in sicilia gestite da famiglie, siano state schiaccite dala concorrenza internazionale dei grandi gruppi americani.
 
 

Banca della Memoria, 12.2008
Andrea Camilleri
Vasquez Montalban l'ispiratore di un nome
Il Maestro ci racconta come il grande scrittore spagnolo abbia ispirato il nome del suo commissario di polizia.
 
 

Polizia Moderna, 12.2008
Andrea Camilleri / L'odore della paura

La tragedia del traffico di esseri umani e del ritorno alla schiavitù, ma anche la speranza di una integrazione culturale, nelle parole di Andrea Camilleri, che attraverso le indagini del Commissario Montalbano "contrabbanda" la sua personale visione del mondo.
E' il siciliano più famoso della letteratura italiana contemporanea, Montalbano è il Commissario che oltre a risolvere moltissimi casi si è trovato a volte di fronte al drammatico fenomeno del traffico di esseri umani,che trovano in Sicilia il naturale approdo nel nostro paese. Allo scrittore Andrea Camilleri, creatore del fortunato personaggio, abbiamo cosa pensa delle vittime, della realtà dell'immigrazione vissuta nel suo lato più drammatico e dell'impegno delle forze di Polizia nell'azione di contrasto.
Polizia M.: Secondo lei con che spirito i siciliani vivono il continuo contatto con migliaia di uomini e donne in cerca di un futuro nel nostro paese e in Europa?
Andrea Camilleri: Credo che i siciliani abbiano impresso nel loro DNA il concetto di immigrazione. Sono stati tantissimi i siciliani che sono emigrati negli Stati Uniti con la valigia di cartone e il lenzuolo che conteneva "le robe". Credo che sia istintivo per questa terra il senso di accoglienza anche se bisogna fare in modo che non si usuri, nel senso che dovrebbe esserci una maggiore organizzazione perchè l'immigrazione è un fenomeno destinato a durare. Penso che spetti alla Comunità Europea ad individuare le regole di accoglienza degli immigrati valide per tutti i paesi; capisco l'enorme difficoltà di fare una distinzione tra coloro che hanno veramente bisogno e altri che vengono per altri scopi tutt'altro che chiari. Insomma un vero enigma. Penso che Montalbano alzerebbe le braccia.
P.M.: Nel suo libro "Il giro di boa" Montalbano prende parte ad un'operazione di smistamento ai centri di raccolta di extracomunitari mentre nel "Le ali della sfinge" si trova ad indagare su un traffico di ragazze dell'est Europa. Quali sono i sentimenti del suo Commissario rispetto a queste vittime?
A.C.: Di questa situazione ne soffre molto, la divisa non ti può riparare dai sentimenti. Anche nel mio ultimo romanzo "L'età del dubbio" Montalbano assiste ad un altro sbarco e parla dell'odore della paura riferito all'odore che questa gente si porta addosso per quello che ha passato e per l'enorme incognita che è il loro avvenire.
P.M.: Oggi si ritorna a parlare di schiavitù, che rimanda alla negazione della libertà dell'individuo. Secondo lei il fenomeno ha subito un'evoluzione rispetto ai secoli passati?
A.C.: Si. C'è una differenza tra la schiavitù di oggi e quella di quando molti uomini venivano prelevati per essere portati negli Stati Uniti, e non solo, contro la loro volontà. Gli schiavi di oggi si consegnano con le loro mani allo sfruttatore. Quindi siamo di fronte a un ritorno al passato aggravato. Negli ultimi tempi è stato teorizzato anche l'uso della tortura sui prigionieri: questo mi spaventa perchè significa che questa civiltà è fragile e che quindi può succedere di tutto.
P.M.: Quelli che in un resoconto appaiono dei numeri, nella realtà sono uomini e donne disperati, disposti a lasciare la propria famiglia in cerca di una speranza. Ognuno con una propria storia. Come scrittore quanto le loro vicende la stimolano?
A.C.: Io vorrei sentire le loro storie una per una, quelle di gente che ha attraversato il deserto o fatto viaggi spaventosi dentro container. La pena insita che pagano per fare un viaggio è già un inferno. Certo che vorrei sentirli. Non da scrittore ma da uomo. Oggi, forse, ricevere il dolore degli altri è un modo per espiare la propria condizione di persone che vivono in situazioni di agiatezza e tranquillità.
P.M.: Nel "Rapporto sul traffico e la tratta degli esseri umani" presentato dalla Procura Nazionale Antimafia si insiste sulla necessità di una cooperazione internazionale tra le diverse polizie dei vari paesi. Cosa ne pensa?
A.C.: Nell'ultimo romanzo che ho scritto, Montalbano collabora con un ufficiale donna. Penso che questa idea della collaborazione tra le polizie finirà per diventare indispensabile per arrivare alla radice di questa situazione.
P.M.: L'ONU indica che sono 200 milioni i minori utilizzati nel mondo per il lavoro coatto. Quanto è importante oggi parlare della dignità dell'uomo e dei diritti umani?
A.C.: E' importante che si parli a chi vuole sentire. Altrimenti si parla nel deserto. Credo che in questo senso la televisione, che ubbidisce a logiche commerciali, dovrebbe trovare la formula per parlare di certe tematiche importanti.
P.M.: Premesso che la letteratura non ha una scopo pratico, lei ritiene che lo scrittore abbia una responsabilità o un ruolo nel richiamare a riflettere su realtà drammatiche della società?
A.C.: Non è un dovere. Ci sono scrittori che lo sentono come un dovere e altri che invece si limitano a parlare del loro ombelico. Io non appartengo a questa categoria ombelicale. Montalbano è stato sempre un me, è sempre stato la gerla del contrabbandiere di una volta che mi ha permesso di contrabbandare idee. La battuta al momento giusto può far intuire un'altra verità. Dire ai lettori: attenzione che le cose non stanno sempre come ve le mostrano. Questo naturalmente nei limiti in cui non diventi scoperta propaganda.
P.M.: L'inserimento del tessuto sociale del nostro paese di uomini e donne portatori di usi, costumi e mentalità diverse porterà in futuro ad una reale integrazione culturale?
A.C.: Sarebbe bello arrivare a una sintesi che si chiama "meticciato culturale" perchè se si riuscisse ad unire le diverse culture in base ai punti che hanno in comune tante diversità finirebbero. E' ancora un utopia... per ora loro portano ricchezza di idee e di novità e una visione del nostro mondo diversa dalla nostra. Perchè il nostro sguardo è un pò usurato. Io sono veramente felice che stia succedendo in Italia quello che da lungo tempo è accaduto nella cultura inglese e francese e spero che anche da noi un giorno ci possano essere scrittori indiani, arabi o senegalesi che per scrivere delle loro tradizioni usano l'italiano.
Alice Vallerini
 
 

NAE, n° 24, Autunno 2008
Camilleri e i suoi fratelli
ANDREA CAMILLERI, Il casellante, Sellerio, Palermo, 2008, pp. 148, Euro 11,00.

Grazia è pazza. Ascolta sempre la stessa canzone e dice quello che pensa senza formalità. Vuole bere vino con gli uomini e chiede a due francesi sconosciuti di portarla in barca con loro. Si rotola nel cortile coi suoi cani, nell’acqua insaponata. I suoi tre figli l’adorano, anche se è diversa; suo marito Pietro l’ama, ma se ne vergogna e si sente in imbarazzo di fronte ad una comunità chiusa che non ammette devianze e che infatti, dopo un ultimo eccesso, decreta l’espulsione della donna: Grazia deve andare a Milano in un ospedale, deve farsi curare. Pietro subisce le pressioni del gruppo sociale cui appartiene, ma il figlio Pasquale, poco più che un bambino, si ribella: nasconde la madre in una caverna, abbandona un suo vestito sulla spiaggia e la fa credere morta. Ma Grazia, ormai santificata dallo stesso villaggio che l’aveva scacciata, ha bisogno di respiro e di refrigerarsi nelle fresche acque del Mediterraneo; così suo marito la vede e, dopo un inseguimento subacqueo degno de L’atalante, ecco il miracolo: la famiglia si riunisce e la comunità finalmente accoglierà la derelitta.
Piero non voleva trasformarsi in un albero, è stato costretto: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole. E lui non ha domandato. Insieme alle lacrime e al sangue, il suo tronco, piuttosto che pentimento, trasuda rimpianto per ciò che ha perduto: non il potere, ma la fiducia illimitata di cui ha goduto e che la Corte gli ha estirpato, estromettendolo dal suo seno con la violenza e l’odio della calunnia ed isolandolo in una cella malsana. Gli è permessa solo una piccola compensazione: almeno la sua reputazione potrà essere mondata dal fango in cui era sprofondata, come le sue nove radici.
Minica è matta perché vuole trasformarsi in un albero. Ferita, violata, a lungo incosciente, crede che se rimane piantata nella terra le potranno crescere le radici e potrà finalmente dare frutti. Invece i suoi rami non hanno fronde verdi, non si piegano per il peso dei pomi, sono stecchi avvelenati: Minica si tormenta nel sentirsi sterile come una bouganville in inverno che in primavera non fiorirà, si percepisce inutile, indegna della vita, già morta. A differenza di Grazia, la protagonista di Respiro (regia di Emanuele Crialese, 2001), Nino, suo marito, l’ama e la asseconda: le costruisce una specie di capanno, la innaffia regolarmente, infine la nasconde in una grotta, al riparo dai bombardamenti, mentre il villaggio, che prima non l’ha protetta e ora non la emargina, non ha tempo di pensare a lei, perché deve pensare alla propria sopravvivenza. Nino non vuole aspettare la Giustizia divina: nel suo cuore e nelle sue mani c’è solo il pensiero della vendetta, il ricorso ad una violenza prima mai nemmeno immaginata ed ora portata a termine senza rimorsi. Più nessuno è incolpevole, sembra dire Camilleri, che ancora una volta ambienta una sua vicenda nel periodo del fascismo e non sa – non vuole – evitare la descrizione anche minuziosa di aggressioni bestiali, disumane, irrispettose della vita e della dignità, pur senza arrivare agli eccessi de La presa di Macallè.
Grazia, Pier delle Vigne, Minica sono per certi versi fratelli carnali: hanno in comune la disperazione, la disillusione, l’isolamento, l’occultamento; il suicidio presunto, compiuto o desiderato; condividono la situazione di vita in centri sociali chiusi, con regole non scritte, ma non per questo meno valide. Sono vittime degli abusi, della menzogna, dell’indifferenza della gente, incurante e talvolta inconsapevole del dolore che può arrecare. Se le traversie di Grazia si concludono in maniera fiabesca e quelle di Pier delle Vigne con una consolazione seppur minima, le peripezie di Minica e del casellante, suo marito sono portate a compimento in maniera simbolica, con un auspicio rivolto ad un’Italia rinnovata. O forse no: nel personaggio – vagamente sciasciano - di don Simone Tallarita, l’uomo di rispetto, si realizza la dualità dei poteri presenti in Sicilia. Per una volta, in un romanzo di Camilleri, le forze dell’ordine non sono risolutive, il maresciallo Pintacuda non è come l’infallibile commissario Salvo Montalbano, che quando voleva capire una cosa, la capiva; e la raffigurazione, in qualche modo positiva, del boss mafioso non mancherà di far discutere.
Simona Demontis
 
 

Adnkronos, 1.12.2008
Minori: 'effetto Montalbano' su teenager, si fidano di piu' di poliziotti e carabinieri
Indagine pediatri, un adolescente su 2 promuove la "spintarella" sul lavoro

[...]
Sara' per il fascino della divisa, o forse per quella sensazione di sicurezza e protezione che regalano al cittadino. Fatto sta che anche gli adolescenti sono affascinati dalle figure del poliziotto e del carabiniere. E' un vero e proprio 'effetto Montalbano' quello fotografato dall'edizione 2008 dell'indagine annuale della Societa' italiana di pediatria (Sip) su 'Abitudini e stili di vita degli adolescenti', che sara' presentata domani a Bologna.
[...]
 
 

La Stampa, 1.12.2008
Intervista
Gelmini: "Se io copiavo? A scuola ci si dà una mano"
Il ministro dell'Istruzione: «Al liceo ero una brava studentessa. Ogni tanto passavo i compiti ai compagni»

[...]
Lo scrittore Andrea Camilleri ha detto che lei non è un essere umano...
«Anche per la Cortellesi sono un robot...».
[...]
Claudio Sabelli Fioretti
 
 

l'Unità, 2.12.2008
Lo chef consiglia
Con il boomerang Sky il conflitto d’interessi adesso esce dal sonno
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

ANSA, 2.12.2008
Cinema: nasce 'Per il cinema italiano'

Bari - Una serie di iniziative per esaltare le potenzialita' della nostra cinematografia. Questo lo scopo della rassegna 'Per il cinema italiano n.0'. Dal 12 al 17 gennaio prossimi la citta' di Bari, i suoi luoghi piu' significativi, e alcuni comuni limitrofi, saranno coinvolti dal festival. Previste proiezioni dal mattino alla sera di anteprime, cortometraggi, documentari, seminari e master class. Organizzati anche conversazioni con Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti e un omaggio a Nino Rota.
 
 

La Sicilia, 2.12.2008
Libri

Ribera. Nell'ambito della valorizzazione dei prodotti agricoli, l'assessorato regionale all'Agricoltura e Foreste ha consentito la pubblicazione di un libro sulla civiltà contadina i cui attrezzi sono contenuti nella struttura museale riberese, dentro la villa comunale.
Una guida alla struttura museale ma soprattutto una guida storica, sugli attrezzi che venivano utilizzati dai contadini della zona prima dell'avvento della tecnologia.
L'interessante pubblicazione sarà presentata ufficialmente presso la sala consiliare del palazzo comunale di Ribera il 16 di dicembre prossimo. Si tratta di uno dei momenti che vedrà una migliore organizzazione logistica e giuridica dell'odierno museo etnoantropologico.
Il libro, una novantina di pagine riccamente illustrato con immagini a colori dei reperti agricoli ed artigianali, è composto da tre parti.
La prima tratta il ciclo del pane, dalla semina al prodotto finito e pronto da venire consumato.
La seconda interessa la nascita del museo etnoantropologico e la terza un corposo repertorio fotografico e didascalico.
«E' la storia degli attrezzi della civiltà contadina - ci dice il professor Giuseppe Puma che ha raccolto i reperti in trent'anni di attività - il volume sarà molto utile ai giovani e agli studenti che non conoscono il tradizionale mestiere di agricoltori dei loro genitori. Lo distribuiremo soprattutto nelle scuole e presso le associazioni locali. Ringraziamo - conclude il prof. Puma - per la collaborazione Giuseppe Marciante, Michele Lentini, Giuseppe Cardella, Pietro Giacomazzo e Giuseppe Pasciuta».
A presentare il libro saranno il prof. Giovanni Ruffino, già preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell'università degli studi di Palermo, il prof. Francesco Cannatella, studioso e ricercatore di tradizioni popolari di Cianciana e forse lo scrittore Andrea Camilleri che ha curato la prefazione. Anche se sullo scrittore ci sono dei dubbi vista l'età e la distanza. Ma se dovesse scendere da Roma per quel periodo, allora si spera di poterlo avere a Ribera.
 
 

La Sicilia, 2.12.2008
Il giocatore del Catania ha incontrato gli studenti nell'ambito del progetto della Sovrintendenza
Giampiero Plasmati a "Leggere per crescere"

"Leggere per crescere". Lo slogan scelto per l'iniziativa atta a presentare il sistema bibliotecario provinciale, al centro della manifestazione che si è aperta ieri mattina al teatro tenda di Ragusa, è stato fatto proprio anche da alcuni personaggi del mondo dello sport. Il caso di Giampiero Plasmati, calciatore del Catania che ieri mattina, davanti a un migliaio di studenti iblei, ha parlato dell'importanza della lettura e del piacere di leggere i libri, veri scrigni di cultura. Plasmati, dal palco, sollecitato dalla moderatrice Giada Drocker, ha parlato della lettura dei libri di Andrea Camilleri e delle storie del Commissario Montalbano, dimostrando così che non è sempre vero che soprattutto i calciatori hanno poca cultura. "Ho voluto dire agli studenti che devono leggere – ha spiega il giocatore del Catania – anche perché solo attraverso con la lettura è possibile davvero crescere. A me piacciono molto i libri di Camilleri, li leggo spesso, leggo le sue storie, quelle ad esempio su Montalbano, e sono davvero molto contento di essere un connazionale di Camilleri che, sinceramente, apprezzo moltissimo. Credo che la società debba crescere attraverso la cultura".
[...]
Michele Barbagallo
 
 

AgrigentoWeb.it, 2.12.2008
“Una statua a Montalbano? E perché non pure al tenente Colombo?”

“Buongiorno, sono il sindaco del Comune di…”
Buongiorno…la sento un po’ male…prego
“Ho letto che il sindaco di Porto Empedocle e la giunta hanno dato incarico ad uno scultore di elaborare un progetto per la realizzazione di una statua del commissario Montalbano da collocare nel corso principale…”.
Non è d’accordo? Non condivide tale iniziativa?
“Ci mancherebbe altro, me ne guarderei bene dal criticare…”
Allora quale è il problema, se c’è un problema?
“Leggo Camilleri, trovo i suoi racconti dei veri capolavori…”
... allora?
“Anche a me piace il commissario Montalbano, però il tenente Colombo è un ‘altra cosa…”
Ma che c’entra il tenente Colombo con il commissario Montalbano?
“C’entra e non c’entra...”
Si spieghi, perché non ci sto capendo niente.
“Il sindaco Firetto vuole fare la statua a Montalbano. Ok. L’idea è piaciuta pure a Camilleri…”
... questo lo ha già detto e lo sappiamo. La prego, vada al sodo. Mi spieghi cosa vuole perché ho da fare…
“Le ripeto, a me piace tanto il tenente Colombo e dopo aver visto cosa vuole fare il mio collega empedoclino, da alcuni giorni non faccio altro che pensare ad un cosa: perché non realizzare una statua del tenente Colombo nel mio comune?”.
Naturalmente sta scherzando. L’idea, originale, magari un po’ stravagante, di una statua del commissario Montalbano a Porto Empedocle può avere un senso, anche se di norma le statue si fanno agli scrittori, ai poeti e non ai loro personaggi. Hanno però spiegato che collocare la statua in via Roma significherebbe fare in modo che il personaggio rimanga perennemente "in servizio" fra la sua gente di Vigata.
“No, non sto scherzando. Io penso che la statua del tenente Colombo, peraltro di origine siciliane, avrebbe più successo della statua del commissario Moltalbano. Verrà sicuramente più gente nel mio comune che a Porto Empedocle. E poi si renderà omaggio ad un attore come Peter Falk che, me lo lasci dire, è di un altro pianeta…”.
…sì, perché la statua avrebbe naturalmente il volto di Peter Falk...
“...certo…”
Ma ha già sentito gli assessori della sua giunta?
“Ne ho già parlato con l’assessore alla cultura”
E cosa gli ha risposto?
“Mi ha detto che a lui piace il commissario Maigret…”
…ma sta telefonando da un manicomio?
“Come?”
No, niente, niente signor sindaco… la saluto. Meglio chiudere. Mi chiamano sull’altra linea. Buongiorno, ci sentiamo…
“Sì, buongiorno, quando ho tutto pronto la richiamo”.
Click
Ma vedi un po’. Cose da pazzi. Ma era davvero il sindaco?
Non è possibile. Dovrei avere il suo cellulare. Ora lo chiamo : “Signor sindaco, buongiorno. Ma era lei poco fa?...”.
Gerlando Gandolfo
 
 

Il Riformista, 2.12.2008
Hard boiled
Satisfiction 67: I noiristi italiani, leccalecca sociali

Ormai in Italia ci sono più giallisti che criminali, più noiristi che detenuti. E’ più facile trovare un giallista della domenica che un idraulico. Il morbo si espande da qualche anno ma negli ultimi mesi assistiamo a una sovrapproduzione noiristica che ha dell’impressionante: non c’è giorno che le case editrici non mandino in libreria “il nuovo James Ellroy italiano”, non c’è giorno che qualche scrittore “mainstream” viri verso il giallo per conquistare lettori. Proprio in questi giorni, da domani a martedì, inizia il Noir Fest di Courmayeur: l’unica manifestazione che rende merito al genere, non a caso l’anno scorso l’importantissimo magazine americano Variety  l’ha inserito tra i 50 festival più belli del mondo, con ospiti di “calibro”: dal Don Wislow dell’ottimo "L’inverno di Frankie Machine" (Einaudi) al pluriacclamato Richard Price con l’ironico, spietato e godibilissimo "La vita facile" (Giano editore). Perché l’America continua ad essere il punto di riferimento dei giallisti italiani: peccato che la bussola impazzisca e che i risultati non siano all’altezza. Leggere un giallo italiano è come girare nella giostra dei criceti: si fa la ruota attraverso letture che sono paragonabili a ginnastica sul posto. Si girano le pagine e si rimane fermi. Immobili. Fissi.
Negli ultimi 50 anni è davvero raro che un giallista italiano abbia scritto un romanzo che se non delle tracce abbia lasciato almeno dei lividi. C’è riuscito, per primo, Giuseppe Genna con "Nel nome di Ishmael": un capolavoro non solo narrativo ma di pura letteratura che indaga su crimini e misfatti di un’Italia che non è dietrologica ma è una dittatura democratica che ci chiama al voto permettendosi essa stessa di definire Piazza Fontana o Piazza della Loggia “stragi di Stato”. Se non siamo alla follia poco ci manca. Ma nessuno dice niente. Tutti zitti. A provarci, con risultati vicini alla perfezione, è stato Giancarlo De Cataldo: il suo "Romanzo Criminale" continua ad essere l’esempio più riuscito, e purtroppo ultimo, di una letteratura civile, di una letteratura gialla e poliziesca ma che si sporca le mani sulla città sottolineando un passaggio importantissimo della società italiana: il passaggio dalla strategia della tensione alla strategia della finzione.
Gli altri giallisti stanno a guardare o seguono il modello Simenon. Non conoscendo, evidentemente, Durrenmatt o Friedrich Glauser (di cui Sellerio sta meritatamente riproponendo i romanzi) si rifanno come possono al nostro Scerbanenco o, peggio ancora,  a Simenon. Esattamente come Simenon sono dei tarpati, scrittori da buttare: dei  leccalecca sociali. I vari Faletti, Biondillo, Lucarelli, Camilleri fanno contenti lettori ed editori: perché sanno far girare la macchina per il verso giusto. Ma se siete ancora di quelli che cercano qualcosa in più nella letteratura, i giallisti italiani vi deluderanno sempre. Se non vi aspettate niente, non vi deluderanno mai. I giallisti sono il vero termometro di quest'epoca. Scrittori per lettori rassegnati, che non chiedono più niente alla letteratura, alla vita. Non ti danno mai niente di più di quello che hai già, che sai già: ti fanno solo perdere un po' di tempo, gradevole caramella letteraria. Ti rendono solo un po' più morto di quando hai cominciato un loro libro.
E magari il problema si riducesse a questo. Il vero misfatto è che i giallisti stanno iniziando ad influenzare anche il mondo della criminalità. Non esistono più i bei delinquenti di una volta. Quando la letteratura gialla era considerata di “serie b”, letture da edicola, avevamo Totò Riina e Provenzano. Adesso non abbiamo più neanche dei criminali rispettabili, a livello di interesse da atlante di medicina legale. Abbiamo dei falliti, dei delinquenti da condominio, da ribalta televisiva. Da quando leggiamo Camilleri e Lucarelli chi abbiamo? Rosa e Olindo, la Franzoni e il plastico di Cogne. I giallisti, sia chiaro, non influenzano la realtà ma contribuiscono a renderla una farsa.
Ogni società ha il tipo di criminali che si merita. Noi abbiamo i giallisti.
Gian Paolo Serino
 
 

l'Unità, 3.12.2008
Lo chef consiglia
Se la Chiesa non vuole «turbare» chi condanna i gay alla pena di morte
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica, 4.12.2008
Lo scrittore
Un’amicizia che dura nel tempo
”C’è una cura maggiore nel confezionare i prodotti. Che è fatta d’amore”

Perché si sceglie un piccolo editore? Perché il piccolo editore finisce inevitabilmente per diventare un ami­co nella lunga durata. E quando qualcuno ogni tanto mi domanda perché sono rimasto fedele a Sellerio, la ri­sposta è proprio che la prima spinta è stata l'amicizia. Ma devo anche dire che a Sellerio non sono stato così fedele, ogni tanto mi faccio le mie scappatelle. Certo, anche nella grande editoria trovi un amico, ma l'industria che è alle sue spalle è tutt'altra cosa.
Con Sellerio il rapporto di amicizia personale va al di là delle occasioni di pubblicazione di un libro, e va detto che possiede un'ottima distribuzione, così, in questo caso, non c'è tanta differenza tra la piccola e la grande editoria. Per­ché il perno tra questi due ambiti sta proprio lì, nella distribuzione dei libri.
Facendo questo discorso debbo ricordare che è stato proprio con una piccola casa editrice che ho pubblicato il primo libro. Mi ricordo bene, uno si aspetta chissà quale emozione, quale commozione, invece fu tutta un'altra co­sa: dopo dieci anni di rifiuti da dieci case editrici l'unico sen­timento che provai fu un senso di liberazione. Quel libro, in­fatti, era diventato un incubo.
In particolare, personalmente, amo la piccola editoria perché ha una maggiore cura, perché ha un modo di confezionare i propri libri che è fatto d'amore, d'affetto: insomma, un libro non è mai un prodotto standard. E chiaro che le case che stampano pochi libri l'anno hanno un rap­porto più diretto con l'oggetto libro, quasi lo confezionassero a mano, appunto.
La quantità per forza di cose ti impone invece un rappor­to diverso e i grandi editori sono anche più bloccati, più in­gessati. Il piccolo editore può permettersi invenzioni e ri­schi che il grande si permette assai raramente e spesso la piccola editoria finisce per fare da talent scout. Quanti so­no gli autori che hanno cominciato con i piccoli e poi han­no avuto contratti dai grandi? E un fenomeno generalizza­to, non accade soltanto in Italia. Certo, poi capita che le pic­cole case editrici si lamentino di essere state abbandonate dall'autore che hanno scoperto, ma questo è un po' il loro destino e il loro pregio: aver rivelato nuovi talenti.
Se proprio vogliamo dirla tutta, dovrebbe essere la grande editoria deputata alla scelta, alla ricerca di nuovi autori, ma credo sia più difficoltoso per un dirigente di una grande casa individuare uno scrittore nel mare di dattiloscritti che gli arri­va ogni giorno. Se a un piccolo editore giungono centinaia di manoscritti, ci si immagini cosa arriva nelle sedi dei grandi. Credo che la proporzione sia di uno a mille. È chiaro allora che la scelta è difficile, diventa quasi un colpo di fortuna.
Infine, la piccola editoria ha una sua festa, quel Più libri più liberi, alla quale partecipo con affetto ogni anno. Ci vado e scopro libri che magari in libreria ti è difficilissimo trovare.
Andrea Camilleri
 
 

l'Unità, 4.12.2008
Lo chef consiglia
Berlusconi, l’ultimo errore. L’Europa chiede di livellare non di alzare l’Iva
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

RomaSette.it, 4.12.2008
In città: "Roma città Natale", tra musica e solidarietà
Le iniziative del Campidoglio e della Camera di commercio per le feste: in cartellone raccolte di doni per i bisognosi e spettacoli per i più piccini

Con l’avvicinarsi del Natale la Città eterna riscopre il gusto della musica, del teatro, della solidarietà.
[…]
Anche la letteratura troverà spazio nella rassegna: la notte di Natale, poco prima della Mezzanotte contemporaneamente nelle chiese di Santa Maria in Trastevere, Sant’Agostino in Campo Marzio e Santa Maria sopra Minerva, alcuni attori dell’Accademia Silvio D’Amico accompagneranno l’ingresso dei fedeli leggendo le Laude della Natività scelte da Andrea Camilleri.
[…]
Insomma un programma vasto e vario che permetterà a grandi e piccini di vivere un’indimenticabile Natale nella Città eterna. Per visionare il programma completo si può visitare il sito www.060608.it.
Ilaria Sarra
 
 

Assemblea Teatro, 4.12.2008
Ore 21.00, Teatro Agnelli - via Paolo Sarpi 111, Torino
I Vinagro e Sax Nicosia
Ventu di mari
Canti e parole dalla Sicilia. Testi di Andrea Camilleri
con Vito la Torre (canto), Salvatore Chillemi (fisarmonica e pianoforte), Marco Marenco (chitarra e bouzouki), Luca Lilliu (chitarra), Ugo Briatore (sax e flauto), Alberto Rinaldi (basso), Sandro Esposito (percussioni), Emilio Bené (batteria). Testi interpretati da Sax Nicosia

Un lavoro musicale ispirato alla tradizione del Mediterraneo, sonorità e sapori tra vino agro e fiori d’arancio, scorze di limone e vento caldo d’Africa. Le musiche del ricco ensemble dei Vinagro, cantate in dialetto siciliano che raccontano sogni, delusioni e speranze di un popolo alla ricerca della sua identità ben si miscelano alle pagine di Andrea Camilleri letto dalla voce intensa di Sax Nicosia.
I Vinagro nascono nel novembre del 2002 dall’incontro di sette musicisti uniti dal desiderio comune di creare brani originali ispirati alla tradizione popolare mediterranea, filtrandone le sonorità attraverso le proprie esperienze musicali, cercando in tal modo di creare un linguaggio nuovo ed originale.
Tra parole e musica si inserirà la voce recitante di Sax Nicosia.
Ingresso € 5,00
 
 

Più libri più liberi / Interviste Impossibili Live, 5.12.2008
Andrea Camilleri intervista Venerdì

In occasione della Fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, che si svolgerà a Roma dal 5 al 8 dicembre al Palazzo dei Congressi, verranno riproposte due delle Interviste Impossibili Live coprodotte da Gush e Fondazione Musica per Roma e andate in scena la scorsa primavera all'Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nello spazio del Caffè Letterario, venerdì 5 dicembre, ore 18.00
Andrea Camilleri intervista Venerdì
con Andrea Camilleri nel ruolo dell’intervistatore e Sergio Rubini nel ruolo di Venerdì, personaggio del romanzo "Robinson Crusoe".
Attraverso le domande poste dall’autore si scoprirà una nuova versione dei fatti: il racconto arrabbiato, sincero e divertente di Venerdì svelerà i dettagli di uno dei rapporti più controversi della storia della letteratura.
 
 

l'Unità, 5.12.2008
Lo chef consiglia
Nonostante le nuove leggi contro rom, romeni, migranti l’insicurezza è al Governo
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Carabinieri, 5.12.2008
Eventi
Presentazione del Calendario Storico e dell'Agenda Storica 2009 dell'Arma dei Carabinieri

Roma. Stamani, nell'Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, si è svolta la cerimonia di presentazione del Calendario Storico e dell'Agenda Storica 2009 dell'Arma dei Carabinieri, quest'anno dedicati a "I Carabinieri e il Territorio".
[…]
Le artistiche tavole dell'edizione 2009 del Calendario Storico, riproposte anche sull'Agenda e realizzate dal Maestro Luciano Jacus, sono state presentate al pubblico da Massimo Giletti e Barbara Matera, con il commento dello scrittore e sceneggiatore Andrea Camilleri e del giornalista e saggista Roberto Gervaso.
[…]
Ha chiuso l'evento l'"irruzione" telefonica in sala dell'irresistibile showman Rosario Fiorello, che ha duettato con il Maestro Camilleri riproponendone l'esilarante imitazione resa celebre dai microfoni della trasmissione radiofonica "Viva Radio Due".
[…]
 
 

ANSA, 5.12.2008
Carabinieri: presentato il Calendario 2009

Roma - "I Carabinieri e il Territorio". E' il filo conduttore del calendario storico dell'Arma dei carabinieri presentato, con l'Agenda Storica del 2009, alla Scuola Allievi ufficiali dell'Arma.
Alla cerimonia presenti, oltre al Comandante generale dell'Arma Gianfrancesco Siazzu, anche il Capo di stato maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini, il direttore dell'Aisi Giorgio Piccirillo e l'arcivescovo Ordinario militare per l'Italia, Vincenzo Pelvi.
Le tavole artistiche dell'edizione 2009 del Calendario Storico, riproposte anche sull'Agenda e realizzate dal Maestro Luciano Jacus, sono state presentate dal conduttore tv Massimo Giletti, dall'attrice Barbara Matera, con la partecipazione dello scrittore e sceneggiatore Andrea Camilleri e del giornalista e saggista Roberto Gervaso.
Una cerimonia caratterizzata anche da battute e siparietti divertenti: quando Giletti ha chiesto a Siazzu qual fosse 'il segreto' della presenza di Camilleri, 'padre' del Commissario Montalbano, il comandante generale dell'Arma ha risposto scherzosamente: "L'abbiamo corrotto...". Pronta la replica di Camilleri: "Rientrerebbe nella norma, si tratta di vedere quanto zeri ci sono...".
Momento clou il duetto tra lo scrittore e lo showman Fiorello, collegatosi per telefono con la Scuola Ufficiali carabinieri: "Sono il maresciallo Montalbano, fratello gemello di quell'altro. Avete preso quello sbagliato! Mio fratello ha tradito la fidanzata Livia, mentre il maresciallo Montalbano è nei secoli fedele".
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Adnkronos, 5.12.2008
Presentata anche l'Agenda
Carabinieri, il calendario 2009 dedicato al rapporto tra l'Arma e il territorio
Il generale Siazzu: ''Un vincolo forte, fatto di vera e propria appartenenza da cui si trae forza e motivazione''.

Roma - E' dedicato al legame tra l'Arma e il territorio il calendario 2009 dei carabinieri, presentato oggi alla Scuola ufficiali carabinieri di Roma.
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Tra gli ospiti della cerimonia, presentata da Massimo Giletti, anche Barbara Matera, interprete della fiction 'Carabinieri' e gli scrittori Roberto Gervaso e Andrea Camilleri.
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Per Camilleri e' ''esemplare'' la scelta di dedicare il calendario storico al legame dell'Arma con il territorio. ''E' un autentico pilastro della comunita'. Nel paesaggio siciliano della mia infanzia -ha spiegato- se non c'era il carabiniere sullo sfondo, allora c'era da preoccuparsi''.
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5.12.2008
Assemblea Teatro, 4-12-2008
Ventu di mari
Ieri sera, a Torino, alle 21, al Teatro Agnelli si è svolto lo spettacolo “Ventu di mari ” composito di canti de I Vinagro e letture di Camilleri dalla voce vibrante ed intensa di Sax Nicosia.

Un pubblico numeroso ed entusiasta ha ascoltato, ieri sera, le musiche dal ritmo coinvolgente dei Vinagro, una musicalità dai forti accenti mediterranei dove si fondono in totale armonia tutti i contrasti più sapidi della Sicilia. Le canzoni, di questo gruppo musicale, dense di contenuti e di significati, resi, ancora, più pregnanti dalla lingua dialettale, sono state una sinfonia di parole, sospiri di vita, canti del cuore e dell’anima. La voce roca e potente di Vito la Torre ha sciolto trame di sentimenti quali l’amore, la violenza, la nostalgia, la rabbia… confondendosi e fondendosi con i suoni strumentali di altissima esecuzione. Una gamma di sensazioni ha avvolto gli spettatori attenti e partecipi. Tutti egualmente bravi i musicisti e… la voce recitante di Sax Nicosia che ha letto l’inizio onirico de “Il campo del vasaio” e quello del “Birraio di Preston”. Nicosia ha impreziosito le parole dello scrittore cogliendo, attraverso le tonalità della voce, l’essenza e le coloriture dell’impareggiabile miscellanea linguistica camilleriana. E’ stata una serata che ha inebriato i presenti di suoni, profumi e colori propri della Sicilia e non solo, ma inconfondibili ed appassionanti atmosfere esistenziali. Un successo caldamente e ritmicamente applaudito!
Impressioni e suggestioni colte dal vivo da una spettatrice siciliana d’origine e torinese d’adozione.
Arcangela Cammalleri
 
 

l'Unità, 6.12.2008
Lo chef consiglia
Come siamo combinati? Che giorni ci aspettano?
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

l'Unità, 7.12.2008
Lo chef consiglia
Adesso ripulire il mercato dalle merci avariate e tenersi stretti i clienti
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

l'Unità, 7.12.2008
Dialoghi
Brambilla e Camilleri

Michele Brambilla su Il Giornale definisce Andrea Camilleri che scrive su l'Unità "imbarazzante" perfino per i suoi amici e più patetico di "un centravanti che si ostina a giocare dopo i trentacinque anni o di un pugile che risale sul ring a quaranta". Ci arriverà lui ad ottantadue anni con la lucidità e la freschezza intellettuali di Camilleri?
Filippo Cusumano

Risposta
Mi è sempre piaciuto molto, fin da quando ero piccolo, ascoltare i racconti e i pareri delle persone più grandi di me. La saggezza che si attribuisce alle persone anziane dipende semplicemente dalla ricchezza della esperienza che hanno avuto modo di fare oltre che al distacco con cui spesso accade loro di guardare ad un mondo cui hanno poco più da chiedere. Sentirli insultare perché esprimono le loro idee (come tante volte in Senato con Rita Levi Montalcini, Ciampi o Scalfaro nella passata legislatura) mette a disagio soprattutto per la presunzione sboccata e volgare delle persone che si esercitano in questo sport cretino. Il che non significa certo che le idee degli anziani non possono essere contestate o discusse. Farlo richiede, tuttavia, quel tanto di intelligenza e di buona educazione che chi sa solo insultare non ha. Come il signor Michele Brambilla de Il Giornale cui viene solo da consigliare un minimo di pudore nel momento in cui esibisce scrivendo la sua inutile stupidità: di cui è possibile ma non molto probabile che possa liberarsi prima di arrivare agli 82 anni.
Luigi Cancrini
 
 

Adnkronos, 8.12.2008
Editoria: 'Piu' libri piu' liberi' chiude con Umberto Eco

Roma - Ultimo giorno con un ospite d'eccezione a "Piu' libri piu' liberi", la Fiera della piccola e media editoria che si conclude oggi, lunedi' 8 dicembre, al Palazzo dei Congressi dell'Eur. Dopo Andrea Camilleri accolto da una folla di lettori in delirio e la standing ovation per Rita Levi Montalcini, oggi sara' la volta di Umberto Eco.
[...]
 
 

l'Unità, 9.12.2008
Lo chef consiglia
De Gasperi fu ostracizzato dal Vaticano. Questo governo è coraggioso solo con i poveri
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

l'Unità, 9.12.2008
Artigiani dello spirito
A Roma si è chiusa ieri con successo l’annuale Fiera della piccola e media editoria
Quattrocento le «case» che hanno esposto i loro titoli e duecento gli appuntamenti
La rivincita dei piccoli editori: più libri, più vendite, più lettori
Si è chiusa ieri a Roma la Fiera della piccola e media editoria «Più Libri Più Liberi»: aumentano i visitatori e, a sorpresa, anche le vendite. Ma i piccoli editori faticano sempre a sopravvivere...

[…]
I più acclamati in Fiera, restano i «nostri»: Rita Levi Montalcini, Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri.
[…]
Francesca de Sanctis
 
 

l'Unità, 10.12.2008
Lo chef consiglia
Gli effetti della povertà. In Usa via le armi, in Italia via i cani. C’è chi non se li può permettere
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Sicilia, 10.12.2008
La statua a Montalbano sarà scelta da una giuria di esperti di vari settori

Porto Empedocle. Ci sono già i primi bozzetti, si conoscono già i primi nomi della giuria. Non è affatto ferma la macchina organizzativa dell'iniziativa che da qui a qualche settimana vedrà piazzarsi in via Roma una statua raffigurante l'immagine del commissario Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri.
Mentre sul sito del comune continuano ad arrivare richieste di partecipazione al bando di gara - concorso d'idee indetto dal sindaco Calogero Firetto, lo stesso primo cittadino ha avuto modo di apprendere che qualche artista molto noto non solo a livello regionale ha presentato la propria idea di Montalbano. Queste e tante altre rappresentazioni scultoree del commissario di polizia più famoso d'Italia verranno valutate da una commissione giudicatrice di primo livello, con personaggi molto noti nel panorama della comunicazione e dell'arte contemporanea. In quella che a tutti gli effetti sarà una giuria il primo posto dietro la scrivania verrà assegnato certamente ad Andrea Camilleri il quale verosimilmente dovrebbe avere il potere di dire l'ultima parola. A decidere che tipo di Montalbano dovrà rimanere negli anni futuri in via Roma saranno anche il responsabile della casa di produzione televisiva Palomar Sironi [Sironi è il regista delle fiction su Montalbano, NdCFC], produttrice delle fiction mandate in onda da Rai 1, il direttore di Rai Fiction Carlo Degli Esposti [Degli Esposti è il responsabile della Palomar, NdCFC], il giornalista di origini agrigentine, direttore del Tg3 Rai Nuccio Dispensa, Marina Covi, una tra le più apprezzate galleriste di Roma, rinomata nella Capitale e presente a tutte le più prestigiose mostre di arte contemporanea, molto accreditata negli ambienti più «in» romani.
Un livello di giudici davvero molto alto e qualificante, del quale dovrebbe fare parte anche il sindaco Calogero Firetto che, alla resa dei conti è colui il quale ha concepito l'idea di creare una statua al commissario Montalbano. Anche perché una statua a Camilleri non è ancora il caso di commissionarla e farla sistemare in piazza, visto che lo scrittore seppur anziano, gode di buona salute. Entro la fine del prossimo mese di gennaio comunque, la vicenda dovrebbe subire una decisa accelerata, con l'arrivo di tutte le proposte fatte pervenire dagli scultori interessati a diventare gli autori della chiacchierata statua. Chiacchierata perché se ne parla non solo a Porto Empedocle.
F.D.M.
 
 

La Sicilia, 10.12.2008
Camilleri presta la voce al cartone «Casa di Laura»

Andrea Camilleri è la voce narrante del cartone animato della «Casa di Laura», a sostegno dell'associazione «Nessun luogo è lontano».
«La Casa di Laura» nasce in Etiopia, tra Quihà e Mekele, nella regione del Tygray per accogliere bambini feriti e malati.
Collaborando con le istituzioni locali, gli ospedali e le associazioni che da anni si occupano di minori, noi offriamo un luogo dove essi potranno vivere la convalescenza, la malattia, spesso addirittura, il rapporto con malattie terribili come l'Hiv, circondati da serenità e vicinanza.
Dal mese di marzo scorso, quando la Casa di Laura ha accolto il primo bambino, la struttura è pienamente operativa e sempre al completo.
In questi mesi la Casa ha accolto bambini segnalati dagli ospedali locali, che presentano prevalentemente gravi problemi di malnutrizione, affetti da problemi dermatologici (tigna e scabbia), con parassiti intestinali e con problemi di accrescimento, presentando una forte incidenza di bambini affetti da HIV, tutti accompagnati da mamme anche loro spesso sieropositive (alcune delle quali con figli sani ma malnutriti o con altre patologie).
Nei primi sette mesi di attività sono stati accolti 23 nuclei mamma-bambino; questo vuole dire che è stata data accoglienza a un totale di 46 persone.
L'assistenza e l'accoglienza sono garantite 24 ore su 24.
Tuttavia, risulta ogni giorno più evidente che per incidere positivamente sulla realtà locale è importante agire su diversi fronti, che riguardano i diversi aspetti della vita quotidiana.
Per questo sono stati individuati diversi progetti di lavoro e formazione che si vogliono affiancare all'ospitalità offerta ai nuclei familiari in difficoltà.
«E' stata scelta la mia voce - dice lo scrittore empedoclino - perché rimane impressa. Comunque sono contento di poter contribuire a una causa così nobile. Sono molto felice di poter dare una mano a un'associazione che sta facendo molto per aiutare una popolazione in grosse difficoltà».
Il cartone animato è molto divertente, riesce a calamitare l'attenzione sia dei grandi che dei piccini.
Insomma, Camilleri è sempre più impegnato.
A. r.
 
 

Il Giornale, 10.12.2008
Lo spillo
di Andrea Camilleri

Trentaquattro giorni fa lo scrittore Andrea Camilleri ha detto che Mariastella Gelmini non è un essere umano. Poiché si diceva fosse un gentiluomo siciliano, eravamo sicuri che avesse mandato un messaggio di scuse al ministro. Sul perché non fosse ancora arrivato ha indagato per trentaquattro lunghi giorni il commissario Montalbano. Poi ha chiesto il trasferimento: non se la sente di arrestare il suo «papà».
 
 

La Stampa, 10.12.2008
Personaggio
"Sono Fazio, il dottor Watson del commissario Montalbano"

Savona. A vederlo per strada, a passeggio per Savona il giorno dell’Immacolata, c’era da chiedersi se lì in giro non ci fossero anche le macchine da presa della troupe del regista Alberto Sironi. E magari anche qualche altro protagonista della fiction più amata della tv italiana. Sì, perchè nella vita reale Fazio, l’ispettore del commissariato di Vigata più vicino a Salvo Montalbano, è proprio come milioni di spettatori sono abituati a vederlo, puntata dopo puntata: sorriso timido, modi gentili, sguardo acuto. Peppino Mazzotta non si sottrae alla curiosità del cronista che lo incontra per caso e lo riconosce, appunto, per strada a passeggio con la fidanzata, impegnata nel «dietro le quinte» del lavoro teatrale su Gomorra in scena al Chiabrera. E accetta di fare quattro chiacchiere. Calabrese di Domanico in provincia di Cosenza, Mazzotta ha 37 anni e ha interpretato i primi episodi della saga nel ‘98-‘99. «Credevo di essere troppo giovane per quel ruolo, invece ho scoperto che i poliziotti in Sicilia sono spesso giovanissimi, dagli agenti allo stesso capo della Squadra mobile di Palermo che venne a trovarci sul set». Nato come attore di teatro, con esperienze di qualità nel cinema (ultimi i recentissimi Il pugile e la ballerina di Francesco Suriano e La velocità della luce di Andrea Papini), una grande ammirazione per Gian Maria Volonté («attore camaleontico e completo, un grande») Mazzotta venne notato da Sironi proprio in palcoscenico. «Mi aveva proposto una parte in un lavoro pre-Montalbano, io non ero libero, rifiutai e lui si arrabbiò. Pensai: capitolo chiuso. Invece no, un anno dopo la parte di Fazio era mia». Il fiume degli aneddoti fluisce lento ma regolare. «Camilleri è straordinario, un vero uomo di cultura e di televisione. Tutti lo immaginano onnipresente sul set della sua creazione, non è così: lo abbiamo visto tre o quattro volte in tutto, lui sa bene come si fa televisione e quali sono i ruoli. Agli inizi i film su Montalbano dovevano essere due in tutto, quasi un omaggio a Camilleri e alla sua vita spesa per la Rai, non ci si immaginava il successo che sarebbe arrivato. I personaggi creati da Camilleri sono più “anziani” e questo talvolta impone agli sceneggiatori degli aggiustamenti, come quando nel libro Montalbano nuotando viene colpito da un mezzo infarto, cosa che certo non si può far “capitare” al commissario televisivo, un aitante quarantenne. Altre volte la sceneggiatura ha per così dire “sfumato” le convinzioni politiche del commissario. Dopo i primi episodi, Camilleri si convinse che sul cast il regista aveva visto giusto. E ha poi dichiarato che, quando scrive un nuovo romanzo su Montalbano, ha in mente Luca Zingaretti e i suoi uomini. Per noi, una grande soddisfazione». Il ruolo di Fazio le è congeniale? «Mi piacerebbe essere come lui: è un uomo idealista e leale. Va anche detto che nelle storie di Camilleri Fazio, di cui non si conosce nulla della vita privata, ha una funzione simile a quella di Watson per Sherlock Holmes: serve per far capire agli spettatori fatti e situazioni. Nelle ultime inchieste, però, come avete visto, il suo ruolo è stato potenziato». Per l’attore di una fiction «di lungo corso», il rischio è di essere identificato troppo con il personaggio. Succederà anche a Fazio/Mazzotta? «Speriamo di no, sarebbe grave che succedesse oltretutto non in un ruolo da protagonista - scherza Peppino Mazzotta - certo le tante repliche di questi anni ci hanno un po’ inflazionato». E la Vigata reale, com’è? «La casa del commissario è diventata un bed&breakfast richiestissimo, specie dagli stranieri che fanno follie per passare una notte nella camera da letto di Montalbano o cenare sulla verandina. In Sicilia, specie nel Ragusano, la gente ci ama perchè la serie ha portato turismo e visibilità a un territorio bellissimo ma poco conosciuto. E’ difficile, se entro in un bar, che riesca a pagarmi un caffè». A quando le prossime puntate? «Le riprese delle ultime quattro, partite a marzo, sono finite ad agosto: come ogni volta si è detto che erano le ultime, e per ora non abbiamo notizie di nuovi episodi anche se Camilleri ha già scritto altri testi. Compreso l’ultimo episodio in cui Montalbano muore in modo epico: il testo è da tempo nella cassaforte dell’editrice Sellerio».
Marco Raffa
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 10.12.2008
Pub
Pub Malavoglia
Piazza Pietro Speciale 5

Alle 19,30 "Los livres of Camilleri for einen schiticchio", chiacchiarata in lingua partendo dai libri di Camilleri a cura di Sicilia Movie Tour. Aperitivo a buffet. E' obbligatoria la prenotazione entro le 13 via mail a info@siciliamovietour.it o via sms al 349 3590567.
[…]
a cura di Valerio Tripi
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 11.12.2008
Appuntamenti
Don Chisciotte

Oggi alle 17.30 nella chiesa di Sant'Eligio dei Ferrari, in via San Giovanni Decollato 9, Vitaliano Tiberia e monsignor Elio Venier, presentano il libro "Don Chisciotte nelle immagini di Angelo Canevari". Intervengono padre Bernard Ardura, segretario del pontificio Consiglio della cultura, Andrea Camilleri, Idalberto Fei.
 
 

l'Unità, 11.12.2008
Lo chef consiglia
Dal 1875 il Parlamento studia il fenomeno mafioso. Tutto si sa, nulla si fa
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

AGI, 11.12.2008
Cinema: "Sicilia" di John Turturro verso il Festival Berlino

Palermo - "Sicilia", il primo film documentario diretto da John Turturro, in programma domani agli Stati generali del documentario in corso a Palermo, ha ricevuto l'interesse dalla direzione artistica del Festival di Berlino.
Pertanto, di comune accordo con la produzione Esperia Film e Filmitalia, la Sicilia Film Commission, affinche' il film possa partecipare alla selezione definitiva del festival che richiede l'anteprima mondiale, ha deciso di presentare al pubblico un montaggio non definitivo di 25 minuti accompagnato da un saluto di John Turturro che non potra' essere presente a causa della lussazione di una spalla che gli impedisce di viaggiare.
[…]
Nel corso della sua esplorazione Turturro si imbatte in tanti compagni di viaggio, corpi e menti della nuova e dell'antica Sicilia: Andrea Camilleri, i cui personaggi parlano siciliano in tutte le lingue del mondo […].
 
 

Quotidiano.net, 11.12.2008
L'autunno di Gabo
"Marquez sta scrivendo un romanzo" Ma il suo agente smentisce: è giallo
Un nuovo romanzo di García Márquez. Si tratterebbe, secondo il 'Guardian', di un testo di cui avrebbe già steso quattro versioni. Ma l'agente smentisce

[...]
Che ci siano scrittori i quali, giunti agli ottant’anni e felicemente superatili, continuino a scrivere, per sé stessi e per noi, in tempi di crisi come questo serve ad alimentare l’ottimismo della speranza.
[...]
Infine, ci sia permesso di annoverare tra i vecchi fanciulli anche il nostro Andrea Camilleri, nato ad Agrigento nel 1925. Non lo hanno (ancora) insignito del Nobel; ma ci ha portato in regalo il commissario Montalbano (che non è poco). Auguri.
Giovanni Nardi
 
 

Marketpress.info, 11.12.2008
Una Hotel Tocq ospita i colori e i sapori della gastronomia siciliana raccontanti

Uno scorcio di Sicilia a Milano. E’ questa la proposta per gli ospiti dell’Una Hotel Tocq, il sofisticato Hotel design nei cuore di corso Como, che ospiterà nel proprio ristorante i colori e i sapori della gastronomia siciliana raccontati nelle pagine di un libro Trenta Editore e nei vini e negli olii di Pianeta, l’azienda siciliana più premiata negli ultimi 10 anni. Dall’11 al 19 dicembre l’Una Hotel Tocq offrirà ai suoi ospiti i piatti tipici della cucina siciliana, tratti da ‘Nìvuro di Siccia”, il volume edito da Trenta Edifore che ripercorre, in oltre 150 ricette, le avventure culinarie del commissario Montalbano. Un viaggio emozionale e autentico nella sua unicità, un itinerario di sapori legati alla terra siciliana che si ritrovano nelle pagine più celebri di Andrea Camilleri. Il connubio fra intrighi e ricette è infatti una costante delle avventure del Commissario e non c’è caso, omicidio o sparizione che non venga analizzato, nella testa di Montalbano, a tavola davanti a un piatto di Pasta ncasciata o a una Malia d’amuri. Il menu, curato per l’occasione dallo chef dell’Una Hotel Tocq, Giuseppe Rai, e dallo chef dell’Una Hotel Palace di Catania, Costantino Laudani, propone, come hors d’oeuvre, polipetti alla Luciano, involtini di tonno e prosegue con i primi piatti all’insegna della tradizione: le melanzane alla parmigiana e i maccheroncini al pesto trapanese. Il palato degli ospiti più esigenti sarà premiato con gli squisiti sapori degli spaghetti alle sarde e dei maccheroni con i ricci, a cui faranno seguito le specialità marinare, dal rombo al forno con origano e limone, al sauro imperiale accompagnato da cipollata; in alternativa si potrà scegliere tra le carni tipiche della Sicilia, con i sapori particolari della sasizza e il gusto intenso della costata di maiale. I dolci della tradizione siciliana, le cassate, i cannoli e lo speciale sformatino di cioccolato e arance dell’isola saranno degustati con una selezione di vini da meditazione per richiamare le essenze e i profumi dell’isola.
Www.Unahotels.It
 
 

12.12.2008
Prossimamente in libreria
Cambia titolo l'episodio conclusivo della "trilogia delle metamorfosi" di Andrea Camilleri: invece che "La donna capra" si intitolerà "Il sonaglio", e sarà in libreria a marzo 2009 per Sellerio.
Sarà probabilmente pubblicato a febbraio da Mondadori un nuovo romanzo, il cui titolo non è ancora noto.
 
 

l'Unità, 12.12.2008
Lo chef consiglia
Rai, si comincia col “perbacco”. Si finisce col taglio del bacio di “Brokeback Mountain”
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Corriere di Gela, 12.12.2008
Marco Trainito incontra a Roma Andrea Camilleri

Nello straordinario scenario della settima edizione della fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi” a Roma dal 5 al 12 dicembre, venerdì scorso avvenivano incontri impossibili non per la natura dei personaggi quanto per disturbatori vari e condizioni meteo poco favorevoli.
“Buonasera Maestro sono Marco Trainito (nella foto a destra con lo scrittore Andrea Camilleri) di Gela, le porto i saluti di Federico Hoefer e questo libro che ho scritto su di lei...”
Marco Trainito si trovava alla fiera del libro del Palazzo dei Congressi dell’Eur per presentare il suo libro, “Andrea Camilleri. Ritratto dello scrittore”, insieme al suo editore, Mario Tricarico, direttore della casa editrice Editing Edizioni di Treviso.
Senza neanche finire la frase Trainito veniva interrotto dal Maestro, o meglio Sommo, come i suoi fan più accaniti amano chiamarlo: “Ma quindi lei è di Gela? M’ha fari un grossu piaciri! M’ha salutari a Federico Hoefer e a Saru Crocetta! Comu sta Federico?”
Trainito rispondeva alle domande del Maestro ma, consegnandogli il libro, aveva dimenticato di dargli i suoi indirizzi. Così, con la faccia alquanto interrogativa, Camilleri esclamava:
“Ma lei scrive un libro n’capu i mia e non mi scrive i suoi dati? E se io volessi contattarla per dirle che ha scritto cose sbagliate?”
E così non avendo altro su cui scrivere, il giovane professore apponeva sul frontespizio del suo libro i suoi contatti e Camilleri dal canto suo prometteva di leggere il libro appena ricevuto. “Lo farò con grande piacere!”
Tutto questo accadeva sotto gli occhi di un’assistente indispettita per le perdite di tempo arrecate al Maestro Camilleri dai vari sostenitori e/o scocciatori (vedi anche la sottoscritta). Trainito riusciva a scambiare queste poche battute con l’oggetto della sua ultima fatica critico-letteraria nonché mito vivente ed in ultimo conterraneo siculo Andrea Camilleri.
Nonostante ormai la fama sia grande, Andrea Camilleri appariva emozionato e seriamente interessato ai discorsi che ascoltava, ma il tempo si sa è tiranno, così non restava altro che scambiarsi i reciproci contatti e aspettare.
Ecco che in un pomeriggio surreale si incontravano autore e mito. Fra le foto rubate fra una contesa e l’altra, un Camilleri stanco e affaticato si dirigeva sul palco per dar vita all’intervista “impossibile” insieme a Sergio Rubini, nei panni di un insolito Venerdì del Robinson Crusoe e Camilleri nel ruolo di se stesso. Restavamo ad ascoltare ammirati in mezzo alla moltitudine di ammiratori vecchi e giovani, giunti per l’evento da tutta Italia ed anche da oltre oceano. D’altronde era di Goethe l’affermazione che “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto”.
Nel chiudere questo articolo, oggi, 8 dicembre, vengo a sapere dalla viva voce del professore che Camilleri ha incaricato la sua assistente di comunicargli per telefono di aver letto e apprezzato moltissimo il suo libro. Addirittura “lo trova il migliore in assoluto che fino ad ora sia stato dedicato alla sua opera soprattutto per via delle innumerevoli connessioni intertestuali messe in luce da Marco Trainito nella sua analisi e si ripromette di scrivergli una lettera e di acquistare una decina di copie del libro per regalarle ad amici e studiosi”. Impresa compiuta!
Alessandra Cascino
 
 

Affaritaliani.it, 12.12.2008
Trasparenze
Nel libro di Marco Trainito il ritratto del papà di Montalbano

"I mafiosi ostentano un grande attaccamento alla religione cattolica. Provenzano, addirittura, teneva nel suo ultimo covo un vero e proprio arsenale religioso. E Andrea Camilleri nei suoi libri ritorna su questo tema". A sostenerlo è un giovane intellettuale siciliano, Marco Trainito che ha da pochissimi giorni partorito il libro " Andrea Camilleri. Ritratto dello scrittore, (Editing Edizioni, Treviso pagg 254 euro 15,00). E lo fa con grande bravura. Ci ricorda infatti che "la religiosità di Provenzano, come quella di altri mafiosi e di molti siciliani è caratterizzata da coreografia, esteriorità, idolatria e superstizione".
Il volume costituisce insieme un saggio e un’introduzione generale all’opera di Andrea Camilleri e vuole risultare immediatamente accessibile al pubblico sia dei lettori accaniti del grande scrittore siciliano sia di quelli che ancora non si sono cimentati con le sue opere. Questi ultimi dovrebbero sentirsi stimolati ad avvicinarsi finalmente all’universo camilleriano, mentre i primi, generalmente espertissimi, dovrebbero sentirsi piacevolmente coinvolti in una sorta di gioco spassoso ed erudito a chi ne sa una in più sul Maestro Camilleri.
Un libro interessante ed anche coraggioso che propone, e questo è quello che ci ha interessato di più, con un’analisi dettagliata e provocatoria – effettuata attraverso il riferimento a due testi-chiave come La bolla di componenda e Voi non sapete e ad alcune osservazioni occasionali di Sciascia e Borges – del particolare approccio di Camilleri alla trattazione del tema della mafia in Sicilia e dei suoi rapporti culturali e cognitivi con la forma mentis di un certo cattolicesimo. Nel sorprendente finale della ricerca filosofico-letteraria di Marco Trainito, condotta con spirito laico e demistificante, finiscono sul tavolo degli imputati persino il Don Chisciotte e una celebratissima pagina dei Promessi sposi. E la cosa bella che ci sentiamo di rivelare è che al Maestro Camilleri, che l'autore ha incontrato di recente a Roma, il libro è piaciuto e ne ha chiesto alcune copie.
Trainito è nato a Gela il 25 aprile 1969. Dopo la laurea in Filosofia nel 1994 (tesi su Nietzsche), ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Filosofia e Storia delle Idee nel 1998 (tesi su Wittgenstein e Popper). Insegna Filosofia e scienze sociali al Liceo Socio-psico-pedagogico “Dante Alighieri” di Gela ed è tutor di Linguistica generale, Filosofia teoretica e Filosofia del linguaggio nel corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Catania, decentramento didattico di Gela. Ha pubblicato saggi su Popper e Wittgenstein: Si è occupato anche di letteratura e ha pubblicato saggi su Umberto Eco e Stefano D’Arrigo. Questo suo ultimo lavoro rischia di proiettarlo in un importante panorama nazionale dove il soggetto Andrea Camilleri, la cui opera è stata studiata nel dettaglio, gode di grandissima fama e soprattutto ha venduto tantissime copie e continua a venderle.
Guardandoci fisso con i suoi occhi azzurrissimi che piacciono tanto alle donne siciliane, come lui stesso confessa, Trainito ci rivela che grazie al suo lavoro "si osserverà come Vigata sia pirandellianamente una, nessuna e centomila; si scoprirà un Camilleri che dialoga e interagisce narrativamente con autori come Aulo Gellio, Manzoni, Conrad, Calvino, Sciascia e Borges e molti altri e si vedrà addirittura il Commissario Montalbano una volta telefonare all'autore per rifiutare di essere coinvolto in un'indagine non adatta alla sua natura e un'altra trovare ispirazione per la soluzione di un caso dopo aver letto un romanzo storico dello stesso Camilleri".
Il tutto condito da Trainito con riferimenti molto precisi sul rapporto tra Mafia e Religione. Con un Camilleri capace di scrivere nella conversazione con Montalbano di Don Balduccio Sinagra quanto poi dice Bernardo Provenzano : "Non mi pento davanti alla liggi. Davanti u Signuruzzu, quannu sarà lu mumento si". Una frase celebre per dire che davanti agli uomini ed alla legge un mafioso non si pente, davanti a Dio si, ma solo nel momento della morte...
Cosa o chi vi ricorda questa frase???
Francesco Pira
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 12.12.2008
La proiezione
'Sicilia' di John Turturro ai Cantieri del documentario

Un viaggio a ritroso nell'isola delle origini, frugando nella memoria e nella cultura popolare della Sicilia. S'intitola proprio così, "Sicilia" il film-documentario girato da John Turturro nell'isola e prodotto da Esperia film, che sarà presentato stasera alle 21 (in forma ridotta) ai Cantieri culturali alla Zisa, in occasione degli Stati generali del documentario italiano che oggi inizieranno alle 10, promossi da Doc/it, e inseriti nei Cantieri del documentario della Regione Siciliana. Il film, che Turturro e Roman Paska hanno girato due mesi fa in giro per la Sicilia, con Marco Pontecorvo direttore della fotografia e Michael Berenbaum al montaggio, ha riscosso l'interesse della direzione artistica del festival di Berlino. Per poter partecipare alla selezione definitiva del festival, il film stasera sarà presentato al padiglione 16 dei Cantieri in una versione di 25 minuti, accompagnato da un saluto di John Turturro che non potrà essere presente a causa di una lussazione a una spalla che gli impedisce di viaggiare. Alla proiezione saranno presenti Paska, l'attrice catanese Donatella Finocchiaro e i produttori Giuliana Del Punta e Bruno Restuccia. Il film, che nella versione definitiva durerà 90 minuti, è lo sguardo affettuoso di un italo-americano (i nonni materni di Turturro erano originari di Palermo e di Aragona Calcara, nell'Agrigentino) che torna nella sua terra di origine. L'occasione di scrivere un copione di un film diventerà un pretesto per riscoprire la Sicilia, tra tradizione e modernità, e con l'ausilio di importanti compagni di viaggio, tutti nei panni di se stessi: Andrea Camilleri, il puparo Mimmo Cuticchio, la regista Emma Dante, l'attore Vincenzo Pirrotta, Gioacchino Lanza Tomasi, il figlio adottivo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E anche la Finocchiaro, che racconta: «Sono un'attrice, che incontra Turturro al teatrino dei pupi di Cuticchio e poi a Mazara e lo aiuta nella preparazione del suo film».
Laura Nobile
 
 

La Stampa, 12.12.2008
Aosta
I corsi di letteratura

I corsi di letteratura italiana dell’Università della Valle d’Aosta si tingono di giallo con i 4 appuntamenti che, da oggi a venerdì prossimo portano nell’Ateneo in strada Cappuccini 2 ad Aosta i temi più cari della letteratura poliziesca. Si parte dall’Italia, con l’intervento, dalle 9 alle 11 di oggi, di Marta Forno dell’Università di Nizza su «La Sicilia in giallo: Camilleri, Piazzese e altri».
[…]
E. ME.
 
 

l'Unità, 13.12.2008
Lo chef consiglia
Vuol cambiare la Costituzione da solo o con pochi amici. Non ci resta che la piazza
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica, 13.12.2008
Turturro in Sicilia fra Cuticchio e Camilleri

Palermo - Quando John Turturro balza sulla sella della Vespa guidata da Vincenzo Pirrotta, sembra di assistere a una scena di "Vacanze romane" in versione siciliana: l'attore-regista di Brooklyn si lascia condurre come un turista incantato in un viaggio nel folklore palermitano che tocca il mercato della Vucciria, il teatrino dei pupi di Mimmo Cuticchio fino al laboratorio di dolci che produce i caratteristici "pupi di zucchero". Scene da "Sicilia", il film documentario di Turturro e Roman Paska presentato ieri a Palermo ai "Cantieri del documentario" in una versione di 25 minuti in attesa dell'esame del festival di Berlino. Prodotto dalla Esperia in collaborazione con l'assessorato regionale ai Beni culturali e alla Film commission siciliana, il film racconta il ritorno di Turturro nell'isola dei suoi avi, in un percorso che da Palermo arriva ad Aragona (Agrigento), la città di sua madre. Un itinerario lungo il quale Turturro, con tanto di coppola in testa, incontra un serie di testimoni della Sicilia, da Andrea Camilleri, che gli parla del sentimento della morte in Sicilia raccontandogli l'usanza dei regali ai bambini per il 2 novembre, a Mimmo Cuticchio. E poi Gioacchino Lanza Tomasi, che si affaccia nella terrazza della casa che fu del "Gattopardo" Tomasi di Lampedusa, Emma Dante, che prova il suo nuovo spettacolo "Le pulle", e Donatella Finocchiaro, che legge un testo nel "giardino delle teste" di Sciacca. Scorrono le immagini delle catacombe dei Cappuccini per commentare le parole di Camilleri, «qualunque cosa da noi rischia di finire a schifiu, cioè in tragedia». Turturro si commuove quando bussa al portone della casa che fu dei suoi antenati, sciorina un rosario di nomi di parenti, ed evoca il tema del viaggio verso l'America, quello di sola andata dei suoi genitori.
Mario Di Caro
 
 

ANSA, 13.12.2008
A passeggio o nudo, presentati bozzetti per statua Montalbano

Agrigento - L'hanno rappresentato in diversi modi: appoggiato ad un lampione del corso principale di Vigata o ad una balaustra sul mare o ancora a passeggio con "il cane di terracotta". Sono nove, gli scultori che hanno presentato in queste ore, termine ultimo di consegna dei bozzetti, le proprie opere in miniatura per partecipare al Concorso artistico, indetto dal sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto, per realizzare una statua dedicata al celebre commissario, Salvo Montalbano, protagonista dei gialli di Andrea Camilleri.
Tra i monumenti in miniatura consegnati al primo cittadino, ne spicca uno in cui il commissario, con le sembianze dell'attore Luca Zingaretti, appare nudo. Si tratta di uno studio anatomico, dello scultore Lorenzo Reina di Santo Stefano di Quisquina.
La statua ha suscitato perplessità tra i componenti dell'amministrazione comunale che sono propensi a ritenere il progetto artistico un po' troppo azzardato. "Anche se - ha spiegato l'artista Lorenzo Reina - si parte sempre da un modellato anatomico per arrivare all'opera definitiva sul personaggio".
Sarà ora una speciale commissione, presieduta da Camilleri, originario di Porto Empedocle a valutare i progetti e a decidere entro l'anno a chi affidare la realizzazione dell'opera.
 
 

l'Unità, 14.12.2008
Lo chef consiglia
Piccolo Cesare di manica larga con gli evasori
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Libertad Digital, 14.12.2008
LDTV estrena este domingo "Comisario Montalbano", todo un boom televisivo en Italia
Un presupuesto de dos millones de euros por capítulo, nominaciones para los Emmy y una audiencia de nueve millones de personas dan una aproximación de la serie que este domingo a las 21:30 horas estrena LDTV.

La historia está basada en las novelas de Andrea Camillero, que sólo en Italia ha vendido más de dos millones de libros. El comisario Montalbano, protagonizado por Luca Zingaretti, es un personaje peculiar. Funcionario meticuloso, tímido, solitario, respetuoso con la ley (aunque muy a menudo se la salta para resolver los casos), gran aficionado a la lectura y sobre todo apasionado de la gastronomía y su tierra siciliana. También tiene un fuerte sentido moral.
La serie se mueve siempre entre dos mundos que se entremezclan continuamente: por un lado, las historias de la investigación de Montalbano, y por otro, la vida privada del comisario con sus pasatiempos favoritos (leer, nadar, caminar por la playa), sus pasiones (comer), su amor intenso y agitado, sus deseos sexuales reprimidos con resignación moral y sus puntos débiles, como su nula relación con la tecnología.
Los escenarios naturales escogidos son la hermosa y pintoresca localidad de Vigata, en la provincia de Montelusa. Se trata de nombres inventados. El escenario en realidad son Porto Empedocle y Agrigento, respectivamente.
Entre los colaboradores principales de Montalbano se encuentran el subcomisario Domenico Augillo, los inspectores Fazio y Gallo, el telefonista Catarella, cuyos problemas con el lenguaje desesperan a Montalbano, y el agente Galluzzo. Debido a sus continuos incumplimientos de la ley para resolver los casos que caen en sus manos, el comisario Montalbano tiene importantes problemas con su jefe superior, Luca Bonetti-Alderighi.
La serie tiene varios guiños al escritor español Manuel Vázquez Montalbán, creador del detective Pepe Carvalho. De Vázquez Montalbán toma el comisario su apellido, solo que italianizado, y la afición a la gastronomía y la literatura.
Fenómeno televisivo
Comisario Montalbano, que Rai Uno emite semanalmente, es todo un fenómeno en Italia donde triunfa con porcentajes de hasta el 37% de share. Los derechos televisivos de la serie han sido vendidos a Alemania, Francia, Suecia, América Latina, Bélgica, Holanda y ahora España. Internacionalmente le llegó su reconocimiento final cuando en 1999 fue nominada para los Premios Emmy como el mejor producto de ficción internacional.
Este domingo LDTV emitirá el primer capítulo, “El ladrón de meriendas”, en el que un empresario ha sido asesinado supuestamente a manos de su amante que desaparece misteriosamente el mismo día del crimen.
 
 

La Sicilia, 14.12.2008
L'evento ai «Cantieri del documentario» che si chiudono oggi con film su Consolo

Palermo. John Turturro per capire la Sicilia indossa una coppola, va a lezione da Mimmo Cuticchio e assaggia i pupi di zucchero. E, solo quando impara a manovrare i paladini nel teatrino di via Bara Olivella, capisce cosa significa essere siciliano. Racconto documentario è «Sicilia» di John Turturro e Roman Paska, un viaggio nella terra d'origine della famiglia materna che il regista italoamericano compie con la macchina da presa e che significativamente ha voluto concludere il 2 novembre, giornata dei Defunti. Un rituale magico-evocativo di grande importanza per l'uomo Turturro, non per il solo regista, sta dietro l'operazione cinematografica prodotta da Esperiafilm con i finanziamenti erogati dall'assessorato regionale ai Beni culturali e dalla Sicilia Film Commission. L'anteprima di questo film (anche se in montaggio provvisorio di soli 25 minuti) ha richiamato un pieno di pubblico ai Cantieri culturali alla Zisa. Assente Turturro per motivi di salute, ad incontrare il pubblico sono stati il coregista Paska, i produttori, alcuni dei protagonisti (Mimmo Cuticchio, Gioacchino Lanza Tomasi, Donatella Finocchiaro). Mancavano Emma Dante, Camilleri e Pirrotta.
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Andrea Camilleri guida il viaggio di Turturro e spiega, richiamandosi a Brancati, che il senso della Sicilia sta nel senso della morte.
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Maria Lombardo
 
 

La Repubblica (ed di Palermo), 14.12.2008
"Io, donna malinconica per Turturro" È il momento d'oro della Finocchiaro

Nel giardino incantato dello scultore Filippo Bentivegna si muove una sinuosa ed essenziale Donatella Finocchiaro; legge le parole in siciliano di una poesia antica di dolore e di partenza, diventando la donna-emblema di una Sicilia senza tempo. L'attrice catanese è una presenza importante nel film - documentario di John Turturro e Roman Paska - presentato due sere fa nell'ambito dei "Cantieri del documentario" - dal titolo "Sicilia", in cui l'attore-regista recupera le sue origini nell'Isola.
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Nel documentario, delle donne siciliane si sottolinea una inclinazione alla malinconia, alla tragedia. Lei si ritrova in questa affermazione?
«Direi di sì, perché sotto un aspetto superficialmente allegro e sempre solare, si cela un'altra faccia della medaglia. è sempre presente un senso della fine: è vero quando nel film Camilleri afferma, riprendendo una frase di Brancati, che lo sguardo delle donne siciliane con il figlio in braccio è triste perché pensano al futuro. C'è un senso della tragedia insito nel nostro dna».
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Paola Nicita
 
 

La Nuova Sardegna, 15.12.2008
Camilleri e i dubbi di Montalbano

Isak Borg è un austero professore di medicina, giunto alla fine di una luminosa carriera. Il giorno della sua celebrazione professionale, egli sogna la propria morte: in una città irreale, sprofondata in un silenzio senza tempo, scandito da orologi privi di meccanica, il professore vede passare un cocchio funebre dal quale, in seguito alla rottura di una ruota, scivola una bara. Nel tonfo la cassa si apre, e il suo contenuto atterrisce il vecchio Isak, che vi riconosce se stesso, privo tuttavia dei tratti del volto. Così si apre «Il posto delle fragole» di Ingmar Bergman: un film che parla della solitudine, del tempo e della vecchiaia. All’inizio di «L’età del dubbio» (Sellerio, 265 pp., 13 euro) ritroviamo Montalbano nella sua camera da letto, e come sempre al termine di una nottata «che pejo d’accussì... ne aviva avute rare». Questa volta, complice forse una delle sue proverbiali mangiate, ha avuto un sonno angoscioso: ha sognato, anche lui, la propria morte. E se per il professor Borg la vecchiaia è ormai il presente da cui si riflette il tempo perduto, per il commissario è un pensiero assillante che lo prende alle spalle, e lo colpisce al fianco scoperto, soprattutto la notte, in quella camera dove il lettore lo sorprende, impudicamente, all’inizio di tutti i romanzi di cui è protagonista. Ma una volta vigile, alla luce, egli riprende il controllo: si butta nel lavoro. È infatti impegnato a indagare sul riconoscimento di un cadavere sfigurato, legato a due yacht che stazionano nel porto di Vigàta: sullo sfondo un traffico internazionale di diamanti.  L’indagine è quanto mai tempestiva: dopo i ricchi pranzi alla trattoria di Enzo, la consueta passeggiata digestiva sul molo è occasione per tenere gli occhi aperti. Ma è anche la scusa che dissimula il desiderio di incontrare la bella Laura, giovane tenente della Capitaneria di porto per la quale il cuore del commissario, senza ritegno, palpita. E sì: Livia, l’amore lontano, punto fermo e compagna di vita (litigi telefonici e rappacificamenti appassionati) del commissario, comincia a vacillare. È il primo sintomo di quella trasgressione della serialità che Camilleri va da tempo inseguendo, e di cui l’invecchiamento del commissario - e su tutto i patemi che esso comporta - è la traccia più evidente. Ma che insieme arricchisce il mondo investigativo di Montalbano, sempre più rivolto ai moti interiori. E se i sogni, notoriamente, sono la via maestra nell’esplorazione dell’animo, quello del proprio funerale al quale Livia non partecipa è segno di un rapporto incrinato, del tempo che si assottiglia e di un complesso di sensi di colpa: ma che, nella realtà, conoscerà un tragico e struggente rovesciamento.  Dunque Camilleri - lo fa di romanzo in romanzo - descrive abilmente l’evoluzione umana e fisiologica dei suoi personaggi. Ma, in questo caso bisogna dirlo, per perseguire il suo scopo calca troppo la mano su elementi grotteschi che deformano le sembianze di personaggi e protagonista: i teatrini con Lattes ne sono la prova. E però, probabilmente, tutto concorre alla rappresentazione dialettica delle azioni di Montalbano: ora puparo ora pupo, il commissario ribadisce, anche alle porte della terza età, l’unica logica possibile: quella del dubbio.
Alessandro Cadoni
 
 

Alto Adige, 15.12.2008
8 spettacoli
Gli spettacoli in cartellone

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Domenica 11 gennaio Piccolo Teatro città di Agrigento “Il vitalizio”, due atti di Andrea Camilleri [da Pirandello, NdCFC].
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Il Giornale, 15.12.2008
Discreti e griffati, ecco i signori del libro

Chi sono, come lavorano, quanto pesano gli agenti letterari: sono loro a decidere i destini degli scrittori.
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Marco Vigevani, dell’omonima agenzia in via Cappuccio. [...] Da noi che cifre che girano intorno a un libro? «Un italiano che vende discretamente fa sulle 25mila copie e prende il 12-15 per cento del prezzo di copertina (mettiamo 18 euro): più o meno 2,5 euro. Per vivere bene occorre vendere 100mila copie. Sono 250mila euro lordi l’anno». In quanti le vendono? «Chi entra in classifica. Per esempio il nostro Diego De Silva, con Non avevo capito niente. Poi i soliti nomi: Camilleri, Carofiglio...». Cosa smuove la classifica? «La tivù: Le invasioni barbariche, Che tempo che fa». La ricerca dell’esordiente di successo a tutti i costi non crea problemi? «Li crea agli scrittori già affermati che non vanno oltre le 20-30mila copie. Ma anche chi fa il botto difficilmente riesce a ripetersi, vedi caso Tamaro. A parte quelli di genere. I giallisti: Faletti, Camilleri».
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Antonio Armano
 
 

AISE, 15.12.2008
Menzione speciale per la fiction del "Commissario Montalbano" dal III Sicilian Film Festival di Miami

Roma - Cerimonia di consegna per le menzioni speciali date alla Rai Radiotelevisione Italiana per i film "Commissario Montalbano" ed "Il Figlio della Luna" dal III Sicilian Film Festival di Miami.
L’appuntamento è per domani, martedì 16 dicembre alle 15.00 nella Sala degli Arazzi della RAI Radio Televisione Italiana, con gli artisti premiati, ospiti internazionali e la dirigenza aziendale.
Il premio DICOM - Premio Italia e Festival Televisivi e Radiofonici Relazione XIV, sarà assegnato a "Il figlio della luna", Rai Fiction, Raiuno dell’11 marzo, per la regia di Gianfranco Albano; "Il cane di terracotta", sempre Rai Fiction-Raiuno-Palomar, con la regia di Alberto Sironi (Menzione speciale Montalbano); infine "Il gatto e il cardellino", Rai Fiction-Raiuno-Palomar, per la regia di Alberto Sironi(menzione speciale Montalbano).
 
 

l'Unità, 16.12.2008
Lo chef consiglia
Gli Onorevoli pianisti negano le loro impronte, ma vogliono prenderle ai bimbi rom
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Stampa, 16.12.2008
Leggere di gusto
Piatti amarcord
Le "Nuove ricette del cuore", un regalo per fare del bene

Sono piccoli cammei di cucina e sentimenti, raccolti da Carla Sacchi Ferrero e si intitolano "Ricette del cuore": furono un successo l'anno scorso - devo confessare che con mia moglie Clara Vada Padovani abbiamo regalato anche noi una ricetta e un racconto alla prima edizione - e ora è uscito l'amarcord numero due, con una bella copertina disegnata da Giosetta Fioroni e alcuni racconti molto piacevoli.
Il gioco è semplice: si invita un autore a raccontare il suo piatto del cuore e poi gli si chiede la ricetta. Lo hanno fatto, in questa seconda puntata, alcuni nomi molto noti. Per citarne soltanto alcuni: Allan Bay, Andrea Camilleri, Paolo Giordano, Elena Loewenthal, Rosetta Loy, Lidia Ravera e tanti altri.
[...]
Camilleri offre un magnifico regalo ai lettori con la sua "munnizza", piatto freddo inventato nel 1943 dalla nonna, durante la guerra, che serviva a nascondere la scarsità di cibo e di ingredienti.
[...]
Gigi Padovani
 
 

La Sicilia, 16.12.2008
Gli attrezzi del futuro

Ribera. Il museo etnoantropologico di Ribera, che in passato disponeva di un depliant di poche facciate, in italiano e in inglese, con poche fotografie, da oggi può contare su un bel libro che consta di un centinaio di pagine e che porta il significativo titolo «Dalla semina al pane - Il museo etnoantropologico di Ribera».
Il volume, che sarà presentato oggi pomeriggio, conta sulla presentazione di Giovanni Ruffino, già preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo, sulla prefazione dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri il papà del celebre Commissario Montalbano e sui contributi offerti dall'assessore regionale all'Agricoltura Giovanni La Via, dai dirigenti Dario Cartabellotta e Giuseppe Pasciuta e dallo studioso di antropologia siciliana Nuccio Mula.
Si tratta di uno spaccato della civiltà contadina riberese ed agrigentina vista attraverso il lavoro tradizionale delle braccia di migliaia di contadini che hanno utilizzato gli attrezzi che in buona parte sono stati salvati dalla scomparsa e che oggi si trovano all'interno del museo etnoantropologico della città delle arance.
Il volume è opera di Giuseppe Puma, docente in pensione, che si è avvalso della collaborazione di Giuseppe Pasciuta e di chi scrive per gli aspetti storici, fotografici, giornalistici e etnoantropologici.
Il libro, che porta in copertina e all'interno le riproduzioni di alcuni dei capolavori di un maestro della pittura italiana come Gianbecchina, appartenti al ciclo dalla falce al pane e concessi per la riproduzione ai fini culturali dal figlio Alessandro, si può dividere in tre parti.
Nel primo capitolo – dalla semina al pane – vengono raccontate tutte le fasi dei lavori agricoli, dalla casa del contadino all'aratura e alla semina, dalla scerbatura alla mietitura del grano, dalla «pisata» o trebbiatura delle spighe fino alla cottura del pane.
La seconda parte tratta la storia del museo della civiltà contadina, dalla raccolta degli attrezzi fino alla struttura della villa comunale, con riferimenti all'attività dell'associazione «Ribera Verde» e alla costituenda fondazione museale.
Il capitolo più ricco è rappresentato dal repertorio fotografico e didascalico. Centinaia di fotografie a colori raccontano la vita di buona parte degli attrezzi agricoli contenuti nella struttura del museo riberese che ha certamente bisogno di nuovi e più capienti locali per una disposizione organica e culturale dei reperti.
Le immagini sono arricchite da corpose didascalie che spiegano l'uso che si faceva degli oggetti.
Una rassegna stampa, alcune liriche scritte in dialetto dal professore Puma sul mondo agricolo e un glossario finale, con la spiegazione e traduzione italiana dal dialetto, di centinaia di nomi degli antichi attrezzi, completano il bel volume che sarà distribuito gratuitamente a istituzioni scolastiche, associazioni varie e, dietro versamento di un contributo volontario a favore della delegazione riberese della Lega italiana per la lotta contro i tumori, a quanti lo richiederanno per uso esclusivamente personale.
Al libro, che porta in copertina la tela di Gianbecchina «Le dèjeuner sur l'erbe» del 1976 e che è stato pubblicato grazie alla Regione Siciliana - assessorato Agricoltura e Foreste - Unità Operativa 102 del distretto di Sciacca - hanno collaboarto a vario titolo Giuseppe Marciante, Michele Lentini, Giuseppe Cardella, Pietro Giacomazzo, Mario Turturici, Camillo Bongiovì, Luigi Marino e Filippo Vitali.
E. M.
 
 

l'Unità, 17.12.2008
Lo chef consiglia
Il dispetto di Bush a Obama in cafonal style. O forse è fame di petrolio
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Il Mattino, 17.12.2008
Il rito. Gli alimenti di ogni tipo esposti intorno alla grotta per inscenare l’abbondanza in cui non manca nulla
Sicilia. Arancini da commissario
Montalbano e i sapori sontuosi nati nell'isola delle meraviglie

«Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina! Sciavuròsa (profumata), colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida. Canticchiandole, raprì la porta-finestra, conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e s'assittò» (Gita a Tindari). L'immagine del commissario Moltalbano che gusta uno dei tanti piatti tipici siciliani lascia ai lettori di Andrea Camilleri l'acquolina in bocca. Montalbano è un buongustaio, spesso solo (lontano dalla sua amata Livia) e perciò a Vigata si consola con la cucina di Calogero, proprietario dell'omonima trattoria, o con il cibo che la cameriera Adelina gli lascia nel frigo o nel forno. Il commissario ha un debole per triglie, calamari e purpitieddri, per le seppie nel loro intingolo «stretto e nero, con un sospetto d'origano», per la salsa corallina d'uova d'aragosta e ricci di mare con cui condire gli spaghetti (La voce del violino). Un palato esigente che si inchina davanti alle paste: alla Norma, alle sarde, al forno e «alla 'ncasciata, piatto degno dell'Olimpo, che troneggia nel forno» (Il cane di terracotta). A pranzo e a cena si ripete un rito, in silenzio, per gustare al meglio i sapori di una terra meravigliosa e, guai a disturbare il commissario a tavola: a Mimì Augello che lo raggiunge all'osteria mentre sta per addentare otto pezzi di nasello «cucinati como Dio comanda, con la giusta quantità di pangrattato, col delicato equilibrio tra acciuga e uovo battuto» Montalbano dice: «Fai quello che vuoi, ma non parlare, te lo dico come un fratello e nel tuo stesso interesse. Se m'interrompi mentre sto mangiando questo nasello, sono capace di scannarti» (Il ladro di merendine). E niente interferenze telefoniche. «L'acqua bolliva, calò la pasta. Squillò il telefono, ebbe un momento d'esitazione, incerto se rispondere o no. Temeva una telefonata lunga avrebbe messo a rischio il punto giusto di cottura. Per evitare che gli squilli gli turbassero la serenità, staccò la spina (La voce del violino). Il commissario preferisce piatti sostanziosi rispetto a quelli più delicati come «il tinnirume, foglie e cime di cucuzzeddra siciliana, quella lunga, liscia, di un bianco appena allordato di verde, cotto a puntino e diventata una tenerezza», ad ogni boccone Montalbano «sentiva che il suo stomaco si puliziava, diventava specchiato come aveva visto fare a certi fachiri in televisione» (Il cane di terracotta). Meglio gli arancini di Adelina. «Gesù! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna. Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli e alla fine si infilano in una padeddra d’oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d'oro vecchio» (Gli arancini di Montalbano). Ricette con cui misurarsi ai fornelli, ottime per il pranzo natalizio, raccolte in "Nìvuro di siccia" (Nero di seppia, Trenta edizioni) e in "Inviti a cena" (Nuova Graphicadue di Arnaldo Rosas).
Luisa Maradei
 
 

Booksblog.it, 17.12.2008
Andrea Camilleri. Ritratto dello scrittore, di Marco Trainito

E’ siciliano Marco Trainito, una laurea in filosogia, e un libro appena uscito dedicato al papà di Montalbano.
Il titolo, semplicemente: “Andrea Camilleri- Ritratto dell scrittore”, pubblicato dai tipi Editing (a Treviso, in realtà).
All’interno, una lunga intervista, intervallata da interventi saggistici dell’autore, che va a toccare il tema della mafia siciliana e, leggo, dei suoi rapporti con la forma mentis di ‘un certo cattolicesimo’.
Sara
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 17.12.2008
La Sicilia da musical

Quando il boom della sicilianità era ancora lontano, c'era un cantante folk che provò a travasare gli umori della canzone dialettale sul palcoscenico di un allestimento teatrale. Molti anni prima di Camilleri, insomma, e dei suoi dialettalismi che hanno unito l'Italia meglio di un Risorgimento, c'era un picciottazzo, giusto per restare in tema, che fece fortuna con la sua lingua sperimentando il musical alla siciliana. Era il 1972 quando debuttò "Caino e Abele", e sei anni più tardi, toccò al fortunatissimo "Pipino il Breve" il ruolo del siciliano conquistatore, in Italia e all'estero, prima di Franco Battiato, prima di Carmen Consoli, prima di Roy Paci, e di questa splendida primavera della sicilianità, musicale, teatrale e letteraria. Sono passati trent'anni e "Pipino il Breve" di Tony Cucchiara è ancora lì, in scena allo Stabile di Catania per festeggiare il proprio anniversario e il mezzo secolo del teatro etneo.
[...]
Mario Di Caro
 
 

18.12.2008
Prossimamente in libreria
E' "Un sabato, con gli amici" il titolo del nuovo romanzo di Andrea Camilleri, che sarà pubblicato da Mondadori il 24 febbraio.
 
 

l'Unità, 18.12.2008
Lo chef consiglia
La ferocia del ministro. Una pietanza amara e maleodorante
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

ANSA, 18.12.2008
Musica: Camilleri guida comitato
Intellettuali a fianco di protesta su assegnazione fondi settore

Palermo - Un comitato di artisti e intellettuali sostiene la battaglia per la sopravvivenza della musica classica e jazz in Sicilia. Il comitato, guidato da Andrea Camilleri, e' a fianco delle Istituzioni musicali storiche, impegnate in un'azione di protesta. Fra i primi aderenti ci sono Ennio Morricone, Moni Ovadia, Roberto Ando' e Salvatore Accardo. Da giorni centinaia di orchestrali protestano contro i criteri di assegnazione dei fondi della Regione da destinare al settore.
 
 

SiciliaInformazioni, 18.12.2008
Nasce il comitato "Non spegnete la musica in Sicilia"
A presiederlo è lo scrittore Andrea Camilleri

"Non spegnete la musica in Sicilia" non è più solo uno slogan ma anche il nome di un Comitato - formato da artisti, intellettuali e uomini di cultura - che ha deciso di sostenere la battaglia delle Istituzioni musicali storiche della regione, impegnate in questi giorni in un'azione di protesta "per la sopravvivenza della musica classica e jazz in Sicilia".
Presidente del comitato è lo scrittore Andrea Camilleri. Fra i primi aderenti i compositori Ennio Morricone, Lorenzo Ferrero e Marco Betta, l'attore Moni Ovadia, il regista Roberto Andò, Lorenzo Ferrero, Roberto Alajmo, il violinista Salvatore Accardo, i pianisti Ludovico Einaudi e Carlo Boccadoro. Da alcuni giorni centinaia di orchestrali, che appartengono a 18 associazioni concertistiche tra le più rappresentative della Sicilia, stanno protestando contro i criteri di assegnazione dei fondi della Regione da destinare al settore. Tra gli enti che sollecitano l'intervento del Governatore Raffaele Lombardo, l'Associazione amici della Musica, l'Associazione per la musica antica "A. Il Verso" e The Brass Group.
(Fonte: ANSA)
 
 

CataniaOggi, 18.12.2008
Teatro Stabile: tutti in attesa de “Il birraio di Preston”

Non cessa ancora il “tutto esaurito” per “Pipino il Breve” e già si accende la grande attesa al Teatro Stabile per lo spettacolo “Il Birraio di Preston”. Il racconto di Andrea Camilleri debutterà al Teatro Verga il 6 gennaio (rimanendo fino al 25 gennaio) con la mano registica di Giuseppe Dipasquale. Sul palco ci sarà soddisfazione per gli amatori della firma camilleriana: la solita Vigàta fa da sfondo ad una storia affascinante, dove non c’è Montalbano (è narrazione di metà ottocento), ma un’accesissima disputa culturale, con avversario Montelusa e il suo prefetto. Si dibatte per un’apertura di stagione lirica, ma si respira quasi una guerra civile! Il tutto avvolto nell’atmosfera d’incanto e di mistero sicuramente capace di rapire a pieno il pubblico. Cosi ne da conferma il regista, direttore dello Stabile:"Come ormai sembra essere chiaro nello stile di Camilleri, il racconto parte da un fatto che vuole essere di per se' stupefacente, affabulatorio, misterioso e incantatore. Proprio come il "c'era una volta" dei bambini”. Uno spettacolo che vizia il palato del siciliano affamato del colorato linguaggio meridionale, una raffinata portata che solo uno chef letterario come Camileri poteva realizzare con la collaborazione abile del Dipasquale che ha ridotto il testo e scelto il cast. A servirci questa delizia sul palco saranno Pino Micol, Giulio Brogi, Mariella Lo Giudice, Marcello Perracchio, Gian Paolo Poddighe insieme a Mimmo Mignemi, Angelo Tosto, Franco Mirabella, Margherita Mignemi; e ancora Cosimo Coltraro, Giampaolo Romania, Sergio Seminara, Ester Anzalone, Chiara Cimmino, Alberto Bonavia, Stefania Nicolosi. La parte tecnica invece è stata affidata a Antonio Fiorentino (scenografia), Gemma Spina (costumi), Massimiliano Pace (musiche), Franco Buzzanca (luci). In bocca al lupo dunque a tutti coloro che stanno preparando quest’altra tappa di cartellone che finora non ha deluso, elaborando grandi prove artistiche. Quanto a noi, ci affidiamo alle premesse e ai nomi che ancora una volta lo Stabile ci offre…quindi, tutti in attesa de “Il Birraio di Preston”!
Maria Chiara Caramagno
 
 

l'Unità, 19.12.2008
Lo chef consiglia
Le strane storie delle galere siciliane. Dove c’è detenuto e detenuto
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

AGI, 19.12.2008
"Non spegnete la musica in Sicilia", Camilleri guida protesta

Palermo - Per tutto il 2008 le istituzioni musicali storiche siciliane hanno garantito il regolare svolgimento delle attivita' concertistiche in tutta l'Isola, coinvolgendo un pubblico di oltre 100 mila spettatori e dando lavoro a numerosi dipendenti, collaboratori e imprese siciliane: tutto cio' a fronte di un investimento da parte della Regione che corrisponde appena al 3% della somma destinata ogni anno al sostegno delle attivita' musicali, a volte con risultati assai modesti. Malgrado la dotazione del bilancio regionale sia di per se' sufficiente a garantire un adeguato sostegno alle principali Istituzioni musicali dell'Isola, l'assessore ai Beni culturali, Antonello Antinoro, ha annunciato di voler procedere alle assegnazioni per l'esercizio in corso "secondo criteri che non hanno precedenti ne' in ambito regionale ne' nazionale, che non tengono in alcun conto il merito e i traguardi conseguiti, e il cui unico risultato sarebbe quello di penalizzare invece la quasi totalita' degli organismi che operano da decenni su un piano di eccellenza". E' l'accusa del Comitato di protesta che, con la parola d'ordine "Non spegnete la musica in Sicilia", riunisce decine di istituzioni musicali e personalita' ed e' presieduto da Andrea Camilleri. La richiesta e' che la legge regionale 44 dell''85 "venga applicata per la sua vera finalita' di diffusione della musica e non utilizzata per spartizioni indiscriminate di contributi ad organismi di basso profilo". Hanno gia' aderito artisti come Salvatore Accardo, Ennio Morricone, Nicola Piovani, Michael Nyman, Lang Lang, Barbara Hendricks, Nuria Schoenberg, Moni Ovadia e Giovanni Sollima. Il contenuto di tale progetto e' giudicato da tutte le piu' importanti associazioni concertistiche dell'Isola "assolutamente inaccettabile: tanto piu' che una riduzione del sostegno finanziario della Regione, se operato in un momento in cui le istituzioni hanno gia' portato a termine tutta l'attivita' programmata per il 2008, condurrebbe inevitabilmente alla loro definitiva scomparsa, privando la nostra regione dei fondi ministeriali che le nostre associazioni ricevono in forza della qualita' dell'attivita' svolta da decenni e che andrebbero destinati ad altre regioni e privando i siciliani di una parte cospicua del loro patrimonio storico".
 
 

La Stampa, 19.12.2008
Tendenze fumose.
L’ultimo trucco, fumare di nascosto
Obama dà la linea: vizio solitario, pubblica virtù

Milano. Non sappiamo se Barack Obama smetterà davvero di fumare.
[…]
Sono rimasti in pochi. […] Lo scrittore Andrea Camilleri, la cui passione per il fumo è servita da spunto a una delle più belle gag di Fiorello («Mi hanno rubato la macchina!». «Dispiaciuto?». «Non tanto per la macchina: è che dentro c’erano le sigarette…»).
[…]
Roselina Salemi
 
 

20.12.2008
Un sabato, con gli amici
L'uscita del nuovo romanzo di Andrea Camilleri, edito da Mondadori, è stata anticipata al 27 gennaio.
 
 

l'Unità, 20.12.2008
Lo chef consiglia
Le dimenticanze della Chiesa e il coraggio di Fini
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Agrigentonotizie.it, 20.12.2008
P. Empedocle, voto popolare per la statua di Montalbano

Il Comune di Porto Empedocle e la Pro Loco intendono sottoporre al giudizio dei cittadini la scelta della scultura che dovrà essere realizzata e collocata nella via Roma, per rappresentare il famoso "Commissario Montalbano" nato dalla penna di Andrea Camilleri.
A tale scopo è stato indetto un sondaggio popolare mediante la votazione dei 10 bozzetti pervenuti e realizzati da artisti nazionali, che saranno esposti nelle vetrine dei maggiori esercizi commerciali della via Roma e contrassegnati da un numero identificativo.
Le schede potranno essere ritirate presso gli esercizi commerciali e presso gli uffici della Pro Loco dove si potrà esprimere la relativa preferenza. Gli uffici della Pro Loco saranno aperti tutti i giorni dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.
Il voto si potrà esprimere per tutto il periodo natalizio fino al 6 Gennaio prossimo.
 
 

Libri, libri, libri, 20.12.2008
L’età del dubbio
Il tradimento di Camilleri

Autore prolifico come pochi, sceneggiatore televisivo, fortunato creatore di Montalbano il commissario più famoso d’Italia, Camilleri è sempre stato garanzia di una narrativa di ottima qualità, fluida, piacevole e animata da passione civile. Nei suoi ultimi lavori però, anche i lettori più affezionati non hanno potuto fare a meno di notare un discreto vuoto d’ispirazione e una fastidiosa ripetitività e meccanicità di schemi unita ad un manierismo divenuto sgradevolmente fine a sé stesso.
Ma la sua ultima fatica, “L’età del dubbio” si rivela come un vero tradimento per quegli affezionati che hanno continuato a leggerlo.
Viene da chiedersi, ma Camilleri ha riletto questo Camilleri? Quale necessità lo spinge ancora a pubblicare se non ha più voglia di applicarsi?
Camilleri decide in questo suo lavoro, di intrecciare al consueto snodarsi di una indagine di polizia la vicenda di una “sbandata” senile di Montalbano, il suo imprevedibile e sofferto ed appassionatamente ricambiato, innamoramento per una giovane ufficiale di Marina incontrata proprio all’inizio di una nuova indagine.
Il Montalbano innamorato, pieno d’ardore e allo stesso tempo di dubbi e sensi di colpa, di consapevolezza da una parte delle complicazioni, sentimentali e pratiche, in cui rischia di cadere, e dall’altra della propria debolezza, promette di essere una succosa novità per il lettore che è dunque portato a distrarsi un po’ dalle vicende dell’indagine, dalle consuete e ormai troppo ripetitive scempiaggini di Catarella, dall’untuosità del Dr. Lattes, dalla meschina serietà del questore, insomma dalle ormai scontatissime gesta dei soliti comprimari, per seguire con più aspettativa ed interesse la vicenda d’amore.
Ma il modo con cui quest’ultima è tratteggiata è così goffo e superficiale da creare nel lettore delusione e dispetto.
Dell’oggetto di tanto improvviso amore sappiamo solo che era “non bella ma bellissima, avuta un parmo chiossà di lui, nivura, granni occhi sparluccicanti e, soprattutto di ‘na gran simpatia”.
Del perché lei si sia innamorata del commissario, cosa abbia trovato in lui di affascinante o almeno interessante, cosa di lui l’abbia intrigata, non c’è la minima traccia, così come non si sa da cosa Montalbano sia stato colpito oltre che dalla di lei bellezza.
Questa affascinante fanciulla è in realtà poco più che un fantasma, l’immagine trasparente di una donna che il lettore non riesce ad afferrare tanta è la sua inconsistenza e a cui, inevitabilmente, non riesce ad affezionarsi tanto da provare piuttosto sollievo che dispiacere quando, purtroppo solo a cinque righe dalla fine, tragicamente muore.
Allo stesso modo appare non svolta tutta la breve storia del loro rapporto che finisce con l’apparire avulso dalla trama del racconto.
Evidentemente Camilleri, a parte le sue difficoltà a disegnare dei convincenti ritratti femminili dei quali è bravissimo invece a cogliere con l’occhio dell’uomo le esteriorità, le movenze, le risonanze emotive che le donne determinano nel maschio, vedi a questo proposito “Il Tailleur Grigio”, nutre per la sua creatura lo stesso amore di un padre per il proprio figlio e dunque gli riesce assai difficile mettersi nei panni di una giovane donna innamorata proprio del suo figlio celebrato e prediletto e descriverci come ella lo vede e lo sente dalla propria prospettiva femminile.
Il Montalbano innamorato, diviene poi alla fine di una storia che in verità si è rivelata piuttosto una storiella, una sorta di 007 e l’indagine si chiude con una movimentata azione tra mare e terra, sparatorie, morti (la sua Laura) e feriti. Anche questo, appare un epilogo affrettato, una sorta di chiusura posticcia appiccicata lì tanto per dare un finale al racconto.
Camilleri è molto amato ed è ormai un’icona. Non si approfitti dei suoi lettori.
Giulio Libutti
 
 

Le Temps, 20.12.2008
Samedi culturel
Andrea Camilleri. La Couleur du soleil. Il Colore del sole.
Trad. de Dominique Vittoz. Fayard, 128 p.

A côté des célèbres enquêtes du commissaire Montalbano, Andrea Camilleri écrit aussi des romans inspirés du passé sicilien. A l'origine, La Couleur du soleil répondait à une commande du Musée de Düsseldorf pour une exposition Caravage. Piqué au jeu, le romancier a développé son récit en le centrant sur les dernières années du peintre, entre l'été 1607 et l'été 1610. Il le fait sous la forme fictive du journal qu'aurait tenu l'artiste, dont il est amené à prendre connaissance dans de mystérieuses circonstances qui lui permettent seulement d'en recopier quelques pages. Elles évoquent la naissance de la vocation artistique du Caravage quand il voit, à 12 ans, La Vierge aux rochers de Léonard, qui lui donne «des poussées de fièvre»; ses amours multiples ou encore son obsession du soleil noir, qui indispose ses protecteurs. L'éditeur a la bonne idée de reproduire quelques-uns des tableaux commentés, de La Décollation de saint Jean-Baptiste à L'Enterrement de sainte Lucie.
Isabelle Martin
 
 

l'Unità, 21.12.2008
Lo chef consiglia
Questione morale la ricetta è quella antica: via le pulci e i pidocchi
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 21.12.2008
Camilleri, la "Vucciria" e la donna del desiderio
Sensi e mercanzie pensando a Guttuso

La Vucciria di Guttuso e lo Steri dei Chiaromonte, il quadro della sensuale solarità e il luogo delle tenebre inquisitorie. Uno nel ventre dell'altro. Lo scrittore Andrea Camilleri molla per queste festività il commissario Montalbano per immergersi dentro le due simbiotiche realtà separate, dando corpo a una storia impastata di colori accesi, luci esplosive, suoni assordanti, sguardi assassini, sfrenato erotismo di corpo e di testa. "La Vucciria" è il titolo del libro, scritto con le tinte di Guttuso e le parole di Camilleri, tonalità e frasi rigorosamente siciliani (Edizioni Skira, 112 pagine,18 euro). Lo scrittore entra nel quadro per tirare fuori la donna tornita con i sacchetti di plastica in mano, che lui chiama Anna, e l'uomo con il maglione a girocollo giallo e la giacca marrone, Antonello, che le sta di fronte. Sguinzaglia, nel racconto "La ripetizione", i due personaggi nel cuore pulsante del mercato e fa loro vivere una intensa "liason" d'amore brancatiana. Una sensualità che esplode nelle loro anime e che non si capisce se alla fine se ne appagheranno anche i corpi. Parallelamente, Camilleri fa scorrere un'altra contorta storia di sesso polifonico che situa nel Cinquecento. Questa seconda Anna gode d'amore, si immerge con ogni brandello della sua pelle dentro gli stordimenti dei sensi. Possiede ed è posseduta. E per questo viene chiamata a rendere conto alla Santa Inquisizione, che proprio allo Steri ha le sue segrete dove tortura e affligge. Ci vuole poco per finire dentro quelle celle che, restaurate oggi mostrano nei graffiti del dolore, le urla di centinaia di sventurati. C'eravamo quella mattina dell'8 febbraio 2002 quando Camilleri, celebrato da un plotone di benevoli critici proprio allo Steri, in una pausa del peana, volle recarsi nella stanza del rettore per ammirare il celebrato quadro di Guttuso (ancora la tela non era stata collocata al piano terra). Ecco come l'avevamo raccontato su "Repubblica" dell'indomani: «Il maestro guarda con gli occhi sbavaluciati la Vucciria di Guttuso. Si leva i capizzuna (redini, metafora di occhiali), stropiccia le occhiaie e riguarda. Mentre esce gli sfugge un "mah". Quando gli chiediamo di chiarire il significato di quell'espressione così risponde: "Mah, e non solo in siciliano, vuol dire mah, cioè non mi persuado, non capisco". U quatru lo lascia perplesso». Evidentemente in questi sei anni e mezzo lo scrittore si deve essere ricreduto. Perché u quatru ora lo persuade, eccome se lo persuade. Le sue parole si infuocano alla visione delle tonalità guttusiane, ne riproducono la luminosità, gli eccessi. Una «violenza dei colori che fa firriare la testa. Il bianco della scorcia dell'ova allato al giallo delle banane e al rosso dei pomodori a rosa tenniru dei piscispata tranciati al nivuru di passuluna al bianco lattigno delle ricotte all'arancione dell'aranci, e il bianco virdi dei finocchi diverso dal bianco virdi dei carduna e il virdi cchiù virdi della cicoria diverso dal virdi splapitu della lattuca, un colori appresso all' altro, senza 'na pausa, un momento di respiro, non le danno abbento». La donna conturbata da questa policromia è Anna, una delle sette figure animate del quadro imprigionate da tanto ben di dio. Anna, conscia della propria sensualità e dal forte richiamo che il suo culo esercita su ogni maschio, non ama tuffarsi in quel flusso, non le piace attraversare gli stretti cunicoli tra frutta, verdura, animali scuoiati e appesi, salsicce e tonni. Ogni volta si sente mancare, la infastidisce quello strusciarsi con corpi estranei, quei furtivi palpeggiamenti protetti dalla confusione, impuniti, ma è costretta ad attraversare quelle che per lei sono autentiche forche caudine per fare la spesa quotidiana. Finché un giorno non incontra lo sguardo fiero di Antonello e allora si sente mancare per altri motivi. Le si tronca il respiro, desidera quello sguardo e arrossisce a pensare a quel corpo. La sua pudicizia la fa ritrarre ma l'istinto la spinge a varcare la soglia del pudore. Il giovane da educato gentiluomo si scosta quel tanto che basta per non far sfregare i due corpi e lei si infiamma ancora di più di desiderio. E quando all'indomani lo rincontra, il sangue le si rimescola nelle vene. Stavolta gli occhi di entrambi sono sfrontati e i due ce la mettono tutta per sfiorarsi, attenti a inscenare l'alibi della casualità. Lei è sposata con Pino, ma in quel momento questo è l'ultimo dei suoi pensieri. A questo punto Camilleri maestro della suspense affida il racconto all'immaginazione di ognuno di noi, accompagnando però Anna e Antonello su quel confine posizionato tra le fantasticherie erotiche e il godimento dei sensi. «"Mi chiamo Antonello", dice lui senza mai staccare l' occhi da quelli di lei. "Io mi chiamo Anna". E mentre dici il so nomi, di colpo il munnu ripiglia a firriari, le voci e i colori esplodono tutto 'nzemmula in una sinfonia che non la stravolge cchiù ma anzi è l'accompagno giusto a quello che le sta capitanno. Ora sa che il so distino è signato, qualsiasi cosa che possa succediri non potrà cangiarlo. Manco se Peppe la mura viva dintra 'na cammara». Andiamo all'altra Anna. Quando l'inquisitore le chiede fino allo spossamento di pentirsi dei suoi peccati carnali, ella risponde altera: «Non ci si po' pintiri di la gioja. La gioja, la filicità si ponno sulu rimpiangiri quannu si sono perse. E di mia, di lu me corpu straziatu, facitini chiddu chi vuliti». E pregna di una felicità bevuta fino all'ultima stilla si avvia verso il suo destino di murata viva in una delle segrete dello Steri. I due racconti sono intercalati con i particolari del quadro e con gli studi preparatori. Nel libro anche una memoria di Camilleri sui vissuti alla Vucciria ai tempi in cui studiava all'Università di Palermo e una testimonianza del figlio adottivo del pittore, Fabio Carapezza, sulla genesi del quadro. Lo scrittore ricorda il sapore del pane con le panelle e degli altri gustosi cibi da strada che consumava nel mercato e alcuni personaggi pittoreschi, come don Jachino misterioso venditore di una bottega senza alcuna merce, dalle pareti sgombre e immacolate. Colpito da rituali segni convenzionali con acquirenti anch'essi misteriosi, il creatore di Montalbano, che evidentemente aveva anche in giovane età il gusto per l'investigazione, dopo alcuni appostamenti scopre che si tratta di un ricettatore che vende refurtiva, reperita su misura dopo l'ordinazione. Anche il pittore ha più volte narrato i suoi anni vuccirioti, quando studente pendolare da Bagheria trova alla Vucciria rifugio accogliente, oasi in una Palermo spocchiosa che ha un atteggiamento di ostracismo nei confronti dei paesani, definiti tout court «peri 'ncritati». Guttuso come Camilleri va appresso alle figure caratteristiche del tempo. Ricorda un uomo gigantesco che conduce a guinzaglio due galli vivi. E ogni volta che lo incontra lo segue come se avesse avvistato una figura mitologica. I due artisti si ritrovano così imbevuti delle stesse emozioni, visioni, ubriacature, al tempo in cui il mercato sprigiona energia e vita. Oggi purtroppo la Vucciria è una sorta di landa semidesolata e l'antico vigore sopravvive solo sulla tela. Fabio Carapezza ricorda la gestione e la nascita del quadro, diventato ormai l'emblema di Palermo. Il maestro si porta dentro fin da quegli anni questo mondo colorato e ogni volta che torna a Palermo coglie l'occasione per immergersi in quella gioiosa e vociante baraonda. Il pasto sulla terrazza dello "Shangai" che sul mercato si affaccia e il bicchiere di vino alla "Taverna azzurra" o al "Pirtusiddu", allora gestito da un giovane pittore, Giusto Sucato. Come a voler ripassare a memoria il turbinio di sensazioni che quella visione gli procura. Nel 1974, quando si rende conto che il mercato va a morire e che se non cattura ora gli ultimi sprazzi di vita poi sarà troppo tardi, si arma di macchina fotografica e scatta flash su flash. D'estate finalmente arriva l'ora X. Si isola nel suo studio di Velate vicino a Varese, attrezzato per dipingere grandi tele e comincia. Prima 52 bozzetti preparatori, poi acquistati da collezionisti di tutta Italia, infine pennellata dopo pennellata i 9 metri quadrati (3 metri per tre) di tela prendono vita. Le foto, tra l'altro in bianco e nero, non bastano e allora il pittore ogni giorno si fa spedire per via aerea dal fido Isodoro, autista tutto fare rimasto a Palermo, la frutta e le verdure che gli abbisognano per fissarle a colori, recuperate all'aeroporto di Milano Malpensa da un altro collaboratore Aldo, in modo che avesse sempre sotto gli occhi quei colori made in Sicilia. «Alle tredici - ricorda il figlio adottivo - esaurita la parte artistica frutta e verdura passavano alla competenza della cuoca. Alle volte ciò che per noi, avvolti ormai nella febbrile ansia creativa del maestro, sembrava normale, per altri era assurdo». Solo per il quarto di bue, per motivi intuibili, Guttuso dovette chiede aiuto a un macellaio locale. E quello a soffrire vedendo la carne uscita dal frigo, esposta per tre ore alla calura di quell'estate afosa.
Tano Gullo
 
 

La Sicilia, 21.12.2008
Presentato il libro di Trainito
«Un filo di fumo» per Andrea Camilleri

Un saggio e al contempo un'introduzione generale all'opera di Camilleri, l'ultima fatica del gelese Marco Trainito. Trainito in effetti concede al lettore appassionato degli scritti di Camilleri, la "chiave" per accedere al "Ritratto dello scrittore". Nel romanzo storico "Un filo di fumo" Trainito individua una matrice stilistica ricorrente negli scritti futuri dell'autore empedoclino che con quell'opera ricevette il suo primo premio a Gela. Il libro è approdato alla fiera “Più libri più liberi” a Roma dal 5 al 12 dicembre, dove Trainito ha incontrato Camilleri cui ha fatto omaggio della sua opera. Già pervenuta la critica positiva dello scrittore di Porto Empedocle. Venerdì il libro è stato illustrato presso la sala conferenze dell'Istituto Tecnico commerciale "Luigi Sturzo"; moderatore della serata Emanuele Antonuzzo. A relazionare è stata la prof.ssa Dora Marchese che ha definito questo saggio: «una vera e propria miniera». Il poeta Federico Hoefer ha poi raccontato del rapporto di fraterna amicizia che lo lega da sempre ad Andrea Camilleri: «Camilleri non è un fenomeno - ha detto Hoefer - si è creato attraverso la cultura, attraverso la lettura e lottando anche contro i mulini a vento pur di portare avanti le proprie convinzioni».
L.S.
 
 

AgrigentoWeb.it, 22.12.2008
P. Empedocle. Montalbano, le statue esposte nelle vetrine di via Roma

Le vetrine di dieci esercizi commerciali della centralissima via Roma di Porto Empedocle, per tutto il periodo delle feste esporranno, su iniziativa del sindaco Calogero Firetto, i bozzetti artistici preparati da altrettanti scultori partecipanti al concorso per la realizzazione di una statua del commissario Montalbano.
Il Comune, in collaborazione con la Pro Loco, intende così sottoporre al giudizio dei cittadini gli elaborati tra i quali verrà scelta l’opera migliore da far realizzare. Gli empedoclini e i turisti in visita in via Roma potranno anche esprimere un voto attraverso apposite schede ritirabili presso gli esercizi commerciali o presso gli uffici della Pro Loco. L’ultima parola sul Concorso spetterà comunque allo scrittore Andrea Camilleri, papà del commissario Montalbano, che presiede una giuria di esperti.
Un giudizio, quest’ultimo dei giurati, che certamente dovrà tenere conto anche dell’espressione dei cittadini di Vigàta.
 
 

La Sicilia, 22.12.2008
Derrick nei panni di Barbareschi

Montalbano-Zingaretti è da poco terminato. Soneri-Barbareschi non è ancora cominciato.
C'è spazio per ricordare Derrick-Horst Tappert che solo pochi giorni fa ci ha lasciato definitivamente, e per capire se nei gialli televisivi contemporanei ci sia qualcosa della leggendaria serie germanica durata quasi un quarto di secolo.
[…]
L'umore saturnino di Derrick e di Soneri è prima di tutto un umore stabile, garanzia quindi di lucidità e in ultima analisi di serietà nel proprio lavoro.
Tutto il contrario, per intenderci, del nostro stato d'animo di spettatori, oggi somigliante a quello che gli psichiatri definiscono bipolare. Uno stato d'animo che comincia prima ancora dei programmi. Comincia dai telegiornali.
I tg infatti ci annunciano le notizie in modo spettacolare, esaltato, e con accompagnamento di sigle musicali ansiogene. Ma poi ci precipitano nella depressione.
Per resistere a trattamenti del genere e rimanere efficienti nella vita di ogni giorno bisognerebbe quanto meno avere la tempra di Derrick e di Soneri.
O quella di Montalbano, l'altro poliziotto italiano che ha elementi in comune con Derrick.
Di questi, uno è molto semplice, ovvio, e consiste nel fatto che un siciliano e un bavarese sono entrambi meridionali, anche se rispetto a due nord differenti.
L'altro è un po' più letterario. Ad accomunare la creatura di Andrea Camilleri e quella dello sceneggiatore Herbert Reinecker è infatti qualcosa che potremmo chiamare "astrazione".
In fondo, sia Derrick sia Montalbano si muovono in un mondo che non esiste. Quello di Derrick perché semplificato al massimo, e teatrale nelle sue geometrie. Quello di Montalbano perché colorato al massimo, e tanto indifferente al realismo da avere sede in una cittadina inventata praticamente priva di automobili.
Nerina Spadaro
 
 

l'Unità, 23.12.2008
Lo chef consiglia
La gola profonda del Watergate e il lodo Alfano
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Apcom, 23.12.2008
Musica/ Anche Maurizio Pollini contro la Legge Regionale n. 44/85
Il comitato di protesta è guidato da Andrea Camilleri

Roma - Il pianista milanese Maurizio Pollini ha preso parte al comitato di protesta guidato dallo scrittore Andrea Camilleri in sostegno alle Istituzioni Musicali Storiche Siciliane mobilitate perché la Legge Regionale n. 44/85 sia applicata per diffondere la musica e non sia utilizzata - come si legge in una nota - per spartizioni indiscriminate di contributi a organismi di basso profilo.
Hanno già aderito a questo cartello di protesta artisti come Ennio Morricone, Franco Battiato, Salvatore Accardo, Giovanni Sollima, Vinicio Capossela, Ludovico Einaudi, Fabio Biondi, Moni Ovadia, Nicola Piovani, Stefano Bollani. E migliaia di altre persone continuano a lasciare la loro testimonianza sul blog www.ame.ct.it/blog.
Per tutto il 2008 le Istituzioni Musicali Storiche Siciliane hanno garantito il regolare svolgimento delle attività concertistiche, nonostante secondo il comitato guidato da Camilleri la fonte d'investimento sia esigua: pari al 3 per cento della somma destinata ogni anno al sostegno delle attività musicali.
 
 

Roma Città Natale 2008, 24.12.2008
Laude della Natività. Letture delle Laudi della Natività prima e dopo la Messa di Mezzanotte davanti a tre Basiliche romane da un’idea di Andrea Camilleri

Nel Medio Evo, Laude, Canti e Misteri erano forme drammatico narrative di grande popolarità che trasformarono il racconto della nascita di Gesù in spettacolo. Un tipo di narrazione che rischia di essere dimenticato o perduto. Andrea Camilleri ha pensato di andare a rileggere quei grandi poeti e di riscoprire quella produzione artistica, fondata sulla narrazione della fede, per riproporla al pubblico la notte di Natale. Le Laude saranno recitate da giovani attori dell’Accademia Silvio D’Amico di Roma sul sagrato di alcune delle principali Chiese romane, la notte di Natale, poco prima dell’inizio della Messa di mezzanotte, in mezzo al pubblico.
I luoghi dove si svolgerà la manifestazione sono: Santa Maria in Trastevere, santa Maria sopra Minerva e S. Agostino in Campo Marzio.
Regia di Rocco Mortelliti.
Leggono gli attori: Giacomo Avanzi, Ottavia Bianchi, Giulia Bornacin, Ilario Di Folco, Francesca Giorgini, Alessandra Mortelliti, Marco Paparella, Giovanni Prosperi, Alessandro Scaretti.
In collaborazione con GUSH.
 
 

La Stampa, 24.12.2008
La Natività interpretata dagli attori

Chiese come teatri. Scenario suggestivo per ascoltare le «Laude della Nativita'» - drammaturgia di Andrea Camilleri - interpretate dai giovani attori del Piccolo Teatro d'Arte. L'iniziativa e' del Circolo dei Lettori e si svolge in contemporanea con la Casa della Letteratura di Roma. A Torino sono tre i luoghi sacri coinvolti: la chiesa dei Santi Angeli Custodi in via San Quintino 37 (ore 17,30, scalinata d'ingresso), il Duomo in piazza San Giovanni (ore 22,30) e San Filippo Neri in via Maria Vittoria 5 (ore 23,15, oratorio). Le letture di Laude, Canti e Misteri verranno proposti in una forma drammatico-narrativa medievale, capace di trasformare il racconto della Nativita' in spettacolo.
 
 

l'Unità, 24.12.2008
Lo chef consiglia
Giuseppe e Maria? Se fossero migrati in Italia anche a loro avrebbero preso le impronte
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

l'Unità, 27.12.2008
Lo chef consiglia
Tettamanzi e quel fondo per i poveri: ecco la Chiesa che amiamo, grazie
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

Messaggero Veneto, 27.12.2008
Andrea Camilleri, ritratto di un autore e del suo mondo

«I mafiosi ostentano un grande attaccamento alla religione cattolica. Provenzano, addirittura, teneva nel suo ultimo covo un vero e proprio arsenale religioso. E Andrea Camilleri nei suoi libri ritorna su questo tema». A sostenerlo è un giovane intellettuale siciliano, Marco Trainito, autore del libro “Andrea Camilleri. Ritratto dello scrittore” (Editing Edizioni, Treviso, 254 pagine – 15,00 euro). Precisa Trainito: «La religiosità di Provenzano, come quella di altri mafiosi e di molti siciliani, è caratterizzata da coreografia, esteriorità, idolatria e superstizione». Il volume costituisce insieme un saggio e un’introduzione generale all’opera di Andrea Camilleri e si propone egualmente utile sia ai lettori accaniti del grande scrittore di Porte Empedocle sia a quelli che ancora non si sono cimentati con le sue opere. Questi ultimi dovrebbero sentirsi stimolati ad avvicinarsi finalmente all’universo camilleriano, mentre i primi, generalmente espertissimi, dovrebbero sentirsi piacevolmente coinvolti in una sorta di gioco spassoso ed erudito a chi ne sa una in più sul maestro Camilleri. Un libro interessante e anche coraggioso che indaga, ed è ciò che ci ha interessato di più, con un’analisi dettagliata e provocatoria – effettuata attraverso il riferimento a due testi-chiave come La bolla di componenda e Voi non sapete e ad alcune osservazioni occasionali di Sciascia e Borges –, il particolare approccio di Camilleri al tema della mafia in Sicilia e dei suoi rapporti culturali e cognitivi con la forma mentis di un certo cattolicesimo. Nel sorprendente finale della ricerca filosofico-letteraria di Marco Trainito, condotta con spirito laico e demistificante, finiscono sul tavolo degli imputati persino il Don Chisciotte e una celebratissima pagina dei Promessi sposi . Trainito è nato a Gela il 25 aprile 1969. Dopo la laurea in filosofia nel 1994 (tesi su Nietzsche), ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in filosofia e storia delle idee nel 1998 (tesi su Wittgenstein e Popper). Insegna filosofia e scienze sociali al Liceo socio-psico-pedagogico Dante Alighieri di Gela ed è tutor di Linguistica generale, Filosofia teoretica e Filosofia del linguaggio nel corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Catania, decentramento didattico di Gela. Ha pubblicato saggi su Popper e Wittgenstein. Si è occupato anche di letteratura, con saggi su Umberto Eco e Stefano D’Arrigo. Un ritratto d’autore, questo dedicato al padre del popolarissimo commissario Montalbano, grazie al quale «si osserverà come Vigata sia pirandellianamente una, nessuna e centomila; si scoprirà un Camilleri che dialoga e interagisce narrativamente con autori come Aulo Gellio, Manzoni, Conrad, Calvino, Sciascia e Borges e molti altri e si vedrà addirittura il commissario Montalbano una volta telefonare all'autore per rifiutare di essere coinvolto in un'indagine non adatta alla sua natura e un'altra trovare ispirazione per la soluzione di un caso dopo aver letto un romanzo storico dello stesso Camilleri». Oltre, come si è detto, all’analisi sul rapporto tra mafia e religione. Con un Camilleri capace di dire, nella conversazione con Montalbano, di don Balduccio Sinagra quanto poi dice davvero Bernardo Provenzano: « Non mi pento davanti alla liggi. Davanti u Signuruzzu, quannu sarà lu mumento sì ». Una frase celebre per dire che davanti agli uomini e alla legge un mafioso non si pente, davanti a Dio sì, ma solo nel momento della morte...
Francesco Pira
 
 

La Repubblica (ed. di Roma), 28.12.2008
Donne di Roma
Gli occhi di Rosa
Andrea Camilleri
 
 

l'Unità, 28.12.2008
Lo chef consiglia
Pane e una sarda in quattro. C’è crisi, ma “Lui” pensa solo a riformare la giustizia
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Sicilia, 28.12.2008
Al Teatro Stabile dal 6 gennaio Dipasquale rimette in scena "Il birraio di Preston"
"Ricompongo il puzzle: sarabanda di tipi umani, doppi sensi e sottintesi"

Catania. Il sipario del nuovo anno si apre sotto il segno di Camilleri. Il Teatro Stabile di Catania sceglie un autore "cult" dallo stile unico e sorprendente, gran narratore della commedia umana siciliana, per inau­gurare il palcoscenico 2009. La riedizione tratta da uno dei suoi libri più letti e tradot­ti «Il Birraio di Preston» torna in scena al Verga (dal 6 gennaio al 1 febbraio) riadat­tato e con un cast rinnovato per la regia di Giuseppe Dipasquale. Lo stesso Andrea Ca­milleri, racconta che prima di accettare l'adattamento del romanzo per il teatro aveva delle reticenze, grazie alla sua lunga esperienza di regista teatrale sa ricono­scere bene la difficoltà della trasposizione libro-scena. Con Dipasquale, con cui da an­ni c'è un sodalizio amicale e artistico, ha elaborato un'architettura drammaturgica che tutelasse la scomposizione temporale del romanzo, collocando l'azione del rac­conto in un unico luogo e tutelandone la struttura narrativa. In sintesi un lavoro do­ve lo scrittore diventa drammaturgo di se stesso.
Parte tutto da un incendio in una notte che faceva spavento. E' un bimbo, il picco­lo Gerd Hoffer, stupito dai bagliori a presa­gire la narrazione. Siamo a Vigata, luogo metaforico della memoria e fantasia camil­leriana, nel 1877 scoppia un casus belli, il toscano prefetto Bortuzzi si incaponisce a voler inaugurare il nuovo teatro civico «Re D'Italia» con un'opera lirica marginale di Luigi Ricci: «Il Birraio di Preston». I Vigate­si si oppongono e da qui si dipana una vi­cenda ingarbugliata ed esilarante, gran parti tura corale con una miriade di perso­naggi e la lingua miscidiata tipica del ge­niale autore siciliano. In scena, ci incanale­ranno nei meandri della mirabolante vi­cenda, una brigata di attori di primordine, impegnati in vari ruoli, tra cui ricordiamo: Pino Micol, Giulio Brogi, Mariella Lo Giudi­ce, Gian Paolo Poddighe, Mimmo e Mar­gherita Mignemi, Angelo Tosto, Marcello Perracchio.
Chiediamo a Giuseppe Dipasquale, di­rettore dello Stabile etneo, esperto ridutto­re e testimone del pensiero camilleriano, le linee registiche del complesso allestimen­to.
Perché ha scelto di rimettere in scena il «Birraio»?
«Ritengo sia un atto dovuto. Dieci anni fa nella prima edizione lo spettacolo non eb­be la fortuna di superare lo stretto, credo che un allestimento così particolare debba invece spiccare il volo. Altro motivo non si può certo trascurare un autore come Ca­milleri per festeggiare il cinquantenario».
Ci delinea la sua interpretazione registica del pensiero camilleriano?
«Ho sempre considerato Camilleri nella vi­ta e nella scrittura un aedo moderno. Nel suo modo di affrescare l'universo mondo siciliano secondo la sua personalissima vi­sione, c'è il gusto del paradosso e della sorpresa. E' il poeta dello stupore. Qui è esasperato il realismo fantastico che scatu­risce dalla memoria di un bambino. Gerd/Camilleri scatena il "fanciullino", co­me il "c'era una volta" delle fiabe, per con­durci per mano nel mondo degli adulti, in un gioco a incastri, tragicomico e beffardo. Si passa dalla commedia alla burla, dal grottesco alla tragedia. E' un romanzo com­plesso, nell'intelaiatura, nei tempi di narra­zione. Ho ricomposto una tela, un puzzle, sommato i vari frammenti. L'inatteso hu­mus camilleriano non è mai ordinato e ra­zionale, bensì una sarabanda di volti, suo­ni, tipi umani, aromi, doppi sensi, sottinte­si».
Dal ricordo dell'incendio si passa in un fiat al principio della storia?
«Camilleri è maestro nei guizzi temporali, d'altronde come succede nel flashback si coglie il centro dell'episodio e dell'emozio­ne che ritorna in mente, e subito si rimbal­za indietro rievocando ciò che ha scatena­to la reminiscenza».
Quindi lei ha rispettato in pieno l'atmosfe­ra del romanzo?
«Sì certamente. La sfida è che la scena de­ve restituire in pieno la peculiarità narrati­va del romanzo, il teatro è solo un mezzo con i suoi strumenti. Non penso mai di­menticate il romanzo, ora c'è il teatro. Ben­sì dico ricordate il romanzo, perché ora c'è il teatro!».
Francesca Motta
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 28.12.2008
Torna in scena 'Il birraio' di Camilleri

Con “Il birraio di Preston” lo Stabile di Catania rimette in scena Andrea Camilleri, riprendendendo e rinnovando, dieci anni dopo, un allestimento di grande successo. La regia è di Giuseppe Di Pasquale, direttore del teatro etneo, in scena Pino Micol, Giulio Brogi, Mariella Lo Giudice, Marcello Perracchio, Gian Paolo Poddighe insieme a Mimmo Mignemi, Angelo Tosto, Franco Mirabella, Margherita Mignemi.
L'appuntamento è al Teatro Verga, dal 6 al 25 gennaio. Fervono intanto le prove per dare vita al plot ambientato nella seconda metà dell'Ottocento in un piccolo paese siciliano, che nella topografia camilleriana è la solita Vigàta, ma quasi un secolo e mezzo prima dell'avvento di Montalbano. Nel comune sorge la necessità di inaugurare il nuovo teatro civico "Re d'Italia". Il prefetto di Montelusa, paese distante qualche chilometro, ma odiato dagli abitanti di Vigata perché più importante, s'intestardisce di aprire la stagione lirica con “Il birraio di Preston”, melodramma di scarso valore. In realtà nessuno vuole la rappresentazione di quell'opera. Osserva il regista Dipasquale: «Come ne “La concessione del telefono”, Camilleri parte da una vicenda storicamente documentata, che reinventa e rinvigorisce con la sua fantasia affabulatoria e la sua sperimentazione linguistica».
 
 

Città della Spezia, 28.12.2008
Il cielo sopra La Spezia
Goodbye Harold, messaggero di Pace

Se esiste una frase che forse può raccontare l’uomo, l’artista, l’intellettuale Harold Pinter, può essere questa, estrapolata dalla “lectio magistralis” che tenne presso l’Università di Torino nel 2002, quando gli fu conferita la laurea honoris causa:
“Chi non è con noi è contro di noi, ha detto il presidente Bush. E ha anche detto: non permetteremo che le peggiori armi rimangano nelle mani dei peggiori capi di stato del mondo. Giusto! Guardati allo specchio, bello. Quello sei tu.”
[…]
Anche il nostro Andrea Camilleri, per avere detto cose simili dopo la tragedia delle Twin Towers in relazione agli attacchi americani in Iraq ed Afghanistan, nel migliore dei casi fu additato come un demente senile da molta stampa e da molti politici nostrani sempre pronti a calarsi l’elmetto sulla testa. Ed invece raccontava solo la verità.
Pinter, e Camilleri naturalmente, sono esempi di come un artista ed intellettuale possa uscire da facili intimismi estetizzanti e calare la sua ricerca, le sue opere, il suo linguaggio nelle contraddizioni della realtà in cui vive; denunciare i soprusi, prendere le difese dei deboli, lottare contro l’arroganza dei più forti e le ingiustizie del mondo senza macchiare il proprio lavoro e la propria vita con una sola goccia di retorica. Un pò come Pasolini, Brecht, Garcia Lorca, Picasso, Marquez, solo per fare qualche esempio, e tanti altri che hanno nobilitato l’ingegno e la sensibilità degli uomini in un secolo attraversato da orrori come il Novecento.
[…]
Marco Ursano
 
 

Il Giornale, 28.12.2008
"Pronto a sfidare Tonino in tv: dica come sapeva dell’inchiesta"
Il capogruppo del Pdl al Senato chiede un "duello" al leader Idv: "Venga col pupillo e vediamo se riesce a mentire davanti agli italiani. Ma lui fugge pure in Parlamento"

[…]
Senatore Maurizio Gasparri, Mastella si lamenta: «Io sono stato massacrato, mentre i Di Pietro...»
«Ha ragione. Che differenza c’è tra la telefonata della moglie di Mastella e il figlio di Di Pietro? Perché la Guzzanti non organizza una bella piazza Navona? Perché Camilleri non fa una bella poesia sui Di Pietro?».
[…]
Francesco Cramer
 
 

Il Giornale, 29.12.2008
Libri, festival, polemiche: tutto ciò che (purtroppo) troverete in Terza pagina
Vademecum semi-serio dei temi che il buon redattore culturale non può assolutamente trascurare. Ma il lettore invece sì

La Cultura? È morta, com’è noto. Anche nelle pagine dei giornali, uccise - dicono - dalla noia e dai luoghi comuni. E allora, chiedendo perdono per un 2008 zeppo di banalità, e formulando il proposito per un 2009 pieno di idee originali, ecco un prontuario delle cose da fare e da evitare nelle pagine di Cultura dei giornali. Ovvero, un vademecum - a uso interno - dei grandi e piccoli temi di riflessione e dibattito dei quali l’Intellettuale non può assolutamente fare a meno, ma il lettore tranquillamente sì.
COSE DA FARE Argomenti di cui è bene ricordarsi, da affrontare con la dovuta ricchezza di particolari e soprattutto con una certa frequenza durante l’anno, in particolare nei weekend, quando - come è noto - il lettore ha più tempo da dedicare al proprio quotidiano preferito.
[…]
- Il nuovo libro di Andrea Camilleri.
[…]
Luigi Mascheroni
 
 

l'Unità, 30.12.2008
Lo chef consiglia
Immigrati, nel governo scatta lo stato di calamità mentale
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

I love Sicilia, 30.12.2008
Il sondaggio
Sono i ragazzi di Addiopizzo i siciliani dell'anno per ”I love”

La legalità, si sa, premia. Ma stavolta il riconoscimento va oltre gli ambiti della vita sociale, approdando adesso anche nel mondo telematico dei sondaggi via internet. Sono infatti "I ragazzi di addio pizzo", secondo i lettori di I love Sicilia, i siciliani dell'anno. Ai paladini della lotta al racket è andato il primo posto in virtù dei 194 voti ottenuti pari al 35.9 % delle preferenze.
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Terzo gradino del podio per il commissario Montalbano. Il protagonista delle avvincenti avventure figlie della penna di Andrea Camilleri ha conquistato il gradimento di 77 lettori che equivalgono al 14.3 % di preferenze.
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Il Carabiniere, 12.2008
I limoni di Camilleri
 
 

l'Unità, 31.12.2008
Lo chef consiglia
La cucina a modo mio: ricette piccanti e chi ci sta ci sta
Saverio Lodato / Andrea Camilleri
 
 

La Repubblica (ed. di Palermo), 31.12.2008
Tre Camilleri e tanti noir i libri del 2009
Camilleri si fa in tre poi tocca alle signore

Ad annunciare le novità editoriali siciliane del 2009 sarà il tintinnio del “sonaglio” dell’eponimo romanzo di Andrea Camilleri, che a marzo vedrà la luce per i tipi di Sellerio e che chiude la trilogia della metamorfosi iniziata con “Maruzza Musumeci” e poi proseguita con “Il casellante”. Vi si narra, in base alle anticipazioni, di una donna capra, di probabile landolfiana memoria (vedi “La pietra lunare”). Questi romanzi a metà strada tra la rievocazione storica e l’epifania del soprannaturale hanno permesso ai lettori di conoscere un Camilleri diverso, anomalo, soggiogato dalla musa del fantastico e del meraviglioso. Un Camilleri che ha abbandonato le polverose carte d’archivio, sapientemente manipolate dal suo irresistibile estro, per inoltrarsi in un territorio finora rimasto sconosciuto. Una piacevole sorpresa, con esiti ragguardevoli, specie se si pensa al “Casellante”. E sempre a marzo Camilleri farà il bis in libreria, col romanzo “Un sabato, con gli amici”: i capitoli iniziali raccontano i piccoli e i grandi traumi dell’infanzia di alcuni bambini. Poi la scena cambia, ed è quella di un gruppo di adulti che si ritrova a cena. A un certo punto accade qualcosa, durante il pasto: qualcosa di drammatico, e la sua radice s’affonda nelle ferite che segnarono quei bambini nel frattempo diventati adulti. E in attesa della nuova avventura del commissario di Vigàta Salvo Montalbano (che probabilmente vedrà la luce nella seconda metà del nuovo anno).
[...]
Salvatore Ferlita
 
 

 


 
Last modified Saturday, July, 16, 2011